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    Didattica. Ad Auschwitz, ad aprile 185 studenti di Bologna con la Fondazione

    BOLOGNA - AUSCHWITZ
    sabato 09 aprile 2016, ore 00:00

    La Fondazione Memoria della Deportazione organizza tre visite al campo di Auschwitz con gli studenti delle scuole bolognesi, che saranno accompagnati da Divo Capelli per la nostra commissione didattica. Dal 9 al 12 aprile e dal 15 al 18 aprile partiranno due gruppi di studenti dell’Istituto Leonardo da Vinci di Casalecchio di Reno, dal 19 al 21 aprile due gruppi di studenti degli Istituti “Rosa Luxemburg” e “Laura Bassi” di Bologna, scuole con le quali prosegue la nostra intensa collaborazione. Agli studenti sarà offerto un piccolo opuscolo di poche pagine con alcuni riferimenti alle vicende del campo, con la descrizione della Fondazione e delle sue attività, nonché una pagina di riflessioni sul significato della visita ai campi di sterminio in rapporto con la necessità della ricerca storica e con le sfide del presente, scritte dal direttore della Fondazione Massimo Castoldi. Le riflessioni sono un invito ad andare oltre il motto “ricordate affinché non si ripeta”, che rischia di trasmettere non solo un’immagine oltremodo ingenua della storia, «ma anche un moralismo banalizzante, che la vorrebbe risolvere in una visione compassionevole, a volte addirittura in una favola edificante che racconta la guerra del bene contro il male, nella quale noi spettatori passivi siamo inevitabilmente, quasi per un inspiegabile diritto, dalla parte del bene». Conclude Castoldi «Non basta vedere per sapere. Bisogna contestualizzare quello che si vede, storicamente, geograficamente, culturalmente. Bisogna sapere che quello che noi vediamo oggi non è affatto il luogo della deportazione e della morte di allora. Ad Auschwitz sono arrivati esseri umani diversissimi tra loro, oggi noi vediamo un’unica immagine di vittime annientate e cancellate anche nella dignità della morte […]; evochiamo nella nostra mente scene raccapriccianti di orrore che nulla ci raccontano di quegli uomini e di quelle donne, delle loro scelte di vita, né tantomeno delle ragioni storiche che li hanno portati lì. Il problema che ci tormenta non è infatti il funzionamento delle camere a gas, o gli altri meccanismi di annientamento, ma sono le ragioni umane e storiche che hanno portato alcuni uomini a inventare e mettere in funzione questi meccanismi. […] Andiamo e dobbiamo andare sui luoghi della memoria, non solo per rendere doveroso omaggio ai milioni di vittime innocenti dello sterminio, ma anche per rafforzare in noi l’urgenza delle domande alle quali facciamo fatica a rispondere e che sono le domande, che sono al centro della nostra vicenda collettiva e individuale, che sono le domande del nostro presente: – perché una società, che si definisce civiltà, arriva a decretare l’assassinio di una parte della propria popolazione? – perché ciò è accaduto proprio in Germania, in Austria, in Italia e oggi accade anche in altre parti del mondo? – perché ancora nel mondo contemporaneo cultura e barbarie non sono dissociabili l’una dall’altra, nonostante tutti i discorsi e gli appelli che da secoli si fanno sulla richiesta di pace e di tolleranza? Visitare i luoghi dello sterminio, dunque, non è né il punto di partenza, né il punto di arrivo di un percorso, ma soltanto un importante, forse oggi imprescindibile, momento di un itinerario di conoscenza storica, al quale tutti dobbiamo partecipare con senso di responsabilità e consapevolezza. Il nostro scopo è ripercorrere insieme la nascita delle strutture del pensiero antidemocratico, del totalitarismo, che i nostri avi hanno prodotto e sostenuto, e impegnarci a riconoscerne i germi nella società nella quale viviamo. Il nostro è un dovere di conoscenza per cercare di comprendere, prima ancora che di rispondere».

    Tipologia: Educazione alla cittadinanza. Eventi e News. Formazione. Istituti associati. Luoghi di memoria. Viaggi di studio.

    Notizia inserita da: Fondazione Memoria della deportazione archivio biblioteca "Pina e Aldo Ravelli"

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