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Tempo di scuola 2015 – Le nuove proposte didattiche dell’Isgrec
GROSSETOsabato 01 novembre 2014, ore 14:45
Pubblichiamo la nuova brochure “Tempo di scuola”, le proposte didattiche dell’Isgrec (>>>Clicca qui per scaricare la brochure completa)
L’inizio dell’anno scolastico ha coinciso con la diffusione attraverso i media di idee, riflessioni e discussioni su novità relative alla scuola che il MIUR intende introdurre. La convenzione per l’anno scolastico 2014-15 tra il MIUR e la rete nazionale dei nostri Istituti storici propone anch’essa nuovi importanti orientamenti. In premessa, le attività previste nella Convenzione citano «la dimensione europea dell’insegnamento della storia contemporanea, al fine di contribuire alla mobilità studentesca e all’educazione internazionale». Le proposte di collaborazione con le scuole grossetane e della provincia tengono conto di questo e di alcuni degli elementi dell’annunciato nuovo corso.
Di fondamentale importanza sarà, se attuato, il ritorno al riconoscimento del diritto-dovere alla formazione in servizio, espressione sul terreno semantico di una visione rispettosa della professionalità docente. La necessità di una cura continua della preparazione viene riconosciuta all’insegnante attraverso il riconoscimento dei «crediti didattici, formativi e professionali», legati non ad attività straordinarie, ma all’esercizio ordinario della professione docente, in tutte le sue sfaccettature.
Hanno un posto di rilievo nelle indicazioni che quest’anno vengono replicate con maggior forza, ma già sono concreto lavoro nelle scuole, le innovazioni tecnologiche, con una correzione, almeno questo sembra di leggere tra le righe, laddove si legge un’autocritica sull’investimento in uno strumento già quasi obsoleto (la LIM). In realtà, quello che si trae dai migliori progetti di innovazione realizzati o in corso, non è la acritica “religione della macchina” ma l’adozione di mentalità flessibile e aperta alle innovazioni dell’informatizzazione, del digitale, delle risorse di rete. L’espressione che abbiamo usata per le proposte di sperimentazione su questo versante è realtà aumentata, tratta dalle esperienza dei più avanzati laboratori di tecnologie applicate alla didattica. In ogni proposta c’è comunque la sollecitazione all’uso di strumenti utili ad aggiornare le forme di trasmissione del sapere e gli stili di apprendimento dei ragazzi. Viaggiare nella rete, produrre e usare immagini, trasferire in digitale contenuti, naturalmente senza pensare né alla mortificazione della lettura, né all’archiviazione definitiva del supporto cartaceo.
La disciplina su cui il nostro lavoro poggia, la storia, è stata nel recente passato sacrificata per dar posto ad altri campi del sapere. L’aver citato, tra le prospettive per la buona scuola, un potenziamento dell’educazione alla humanitas e l’urgenza di dare contenuti forti all’educazione alla cittadinanza fa sperare un’attenzione maggiore alla storia. Nell’interpretazione che diamo alla formazione storica, il supporto a insegnanti e studenti è orientato a sollecitare un invito al laboratorio. Lavoro con le fonti, ogni tipo di fonte, sia sulla storia generale che su quella locale. E poi, la disciplina storia come possibile “grimaldello” per scardinare un costume, purtroppo in espansione, di acritica assunzione di informazioni, senza la domanda: chi me lo sta dicendo e perché? Si ripropone, anche se con motivazioni legate proprio al nuovo mondo dei media e delle tecnologie avanzate, una particolarissima attenzione alla “formazione di spirito critico”, che sembrava oscurato dall’insistenza su obiettivi riferibili alle abilità tecniche, mentre la scuola ha un compito educativo essenziale, inseparabile da quello di istruzione-formazione.
I temi che propone quest’anno il calendario della memoria, il 100° della Grande Guerra e il 70° della Liberazione dal fascismo, sono utili a tenere insieme ambedue i fronti. La sfida cui ci mettono di fronte è qui la buona gestione del rapporto storia-memoria, ormai oltrepassata quasi completamente la soglia del passaggio del testimone dai protagonisti alle generazioni che non hanno vissuto le esperienze della prima metà del Novecento. Come sempre, che si tratti dei 150 anni dell’Unità nazionale o che ci si riferisca alle guerre mondiali, ci si misura con l’uso pubblico della storia e con la novità della public history, che si è ormai imposta all’attenzione degli insegnanti.
Nella lista delle proposte, si sono distinte tre categorie: i temi che guardano a storie italiane o locali, sempre e comunque da inserire nel contesto più ampio della storia d’Europa. La seconda categorizzazione (saperi, tecniche, pratiche) riguarda storie attinenti alle tecniche e al lavoro, un Novecento di vita materiale, di economie e tecnologie in evoluzione. L’educazione alla cittadinanza, terza categoria, è il contenitore in cui si collocano temi storico-civili, che trovano un riferimento nelle regole del vivere civile, chiave di volta per la costruzione di una società capace di darsi e rispettare regole, nella cornice dei principi costituzionali.
Tipologia: Eventi e News. Formazione. Istituti associati. Indice delle proposte didattiche
Parliamo d’Europa 1.La Shoàh. Dai luoghi della memoria alla classe 2. A scuola di Confine orientale 3. Grande Guerra. Voci e immagini dal territorio 4. Scatti di storia 5. Guerra, Resistenza, Liberazione con storie, memorie, immagini 6. Cantieri della memoria. Dalle pietre al digitale Saperi, tecnologie, pratiche 7. La storia aumentata. Didattica e nuove tecnologie 8. Tirar su una città… non è cantare una canzone. L’urbanistica grossetana nel Novecento 9. Ribolla tra miniere e cooperazione 10. Economia, finanza e storia A scuola di cittadinanza 11. Scuola e diritti di cittadinanza attraverso gli archivi grossetani 12. Le donne e la Costituzione. Verso il 70° del voto alle donne 13. Le donne nelle guerre del Novecento 14. La filosofia educa alla cittadinanza… i bambiniNotizia inserita da: Istituto storico grossetano della Resistenza e dell'età contemporanea
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