Seleziona una pagina

L’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia e l’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea ricordano Guido Quazza nel ventesimo anniversario dalla sua scomparsa, proponendo una riflessione sulla sua opera Resistenza e storia d’Italia pubblicata nel 1976.

INSMLI (di cui Quazza è stato a lungo Presidente dal 1972 al 1996) e Istoreto (che ha in deposito per volontà degli eredi il suo archivio e la sua biblioteca) intendono fare di questo momento un’occasione non formale di dibattito tra storici, ricercatori e tutti gli interessati sulle ipotesi storiografiche che Guido Quazza formulò nella sua opera sulla Resistenza a distanza di quarant’anni.

Interventi di: 

Mirco Carrattieri, Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia

Chiara Colombini, Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea

Giuseppe Filippetta, Archivio storico del Senato

Presiede: Claudio Dellavalle

Biografia di Guido Quazza

(Genova, 14 giugno 1922 – Ciriè, TO, 7 luglio 1996)

Di famiglia antifascista, è il terzo di cinque figli di Romolo Quazza, storico politico-diplomatico, insegnante nei licei e successivamente professore universitario. Dopo aver frequentato il liceo Cavour di Torino, nel 1940 Guido si iscrive alla facoltà di Lettere. L’anno seguente entra in contatto con i promotori cittadini del Partito d’Azione, svolgendo attività di opposizione al regime all’interno dell’ambiente universitario. Sfollato con la famiglia a Mosso dopo i grandi bombardamenti su Torino, ai primi di agosto del 1943. Trascorre un mese nei ranghi del 30° fanteria a Rivoli (TO), quindi il 6 settembre è aggregato al 1° battaglione Allievi ufficiali alla caserma di Torre Spaccata a Roma. Alla notizia dell’armistizio, prende parte all’azione antitedesca all’aeroporto di Centocelle, prima che il suo reparto si dissolva. Nel tentativo di tornare a casa, il 17 settembre giunge in Val Sassera (nel Biellese), dove organizza una piccola banda partigiana e al contempo inizia la prima stesura del saggio “Origini e aspetti della crisi contemporanea”, che verrà pubblicato a guerra conclusa. Sfuggito a un rastrellamento, alla fine del febbraio 1944 si trasferisce in Val Sangone (nel Torinese). Il 25 febbraio si unisce alla banda di Nino Criscuolo stanziata presso la frazione Maddalena di Giaveno; qui dopo pochi giorni lo raggiunge il fratello Giorgio, che verrà poi catturato e deportato a Mauthausen. Con quei gruppi, che nell’estate 1944 confluiranno nella 43ª divisione autonoma Sergio De Vitis, Guido partecipa intensamente alla guerra partigiana. Nel gennaio 1945 è nominato comandante della brigata Ruggero Vitrani, che comanderà durante le operazioni insurrezionali per la liberazione di Torino.

Dopo la liberazione il giovane storico aderisce alla Federazione giovanile socialista torinese ed è tra i promotori del foglio “Rivoluzione socialista”. Laureatosi in Lettere il 5 luglio 1945, fino al 1946 collabora anche con i giornali “L’unità socialista”, “Sempre Avanti”, “Critica sociale” e “Iniziativa socialista” (di cui è vicedirettore). Iscrittosi al Partito socialista di unità proletaria (Psiup) già dal novembre 1945, diviene vicesegretario della federazione torinese. Nel luglio 1946 è chiamato a dirigere l’Ufficio di studi socialisti. Nel gennaio 1947 al congresso di Roma del Partito socialista è portavoce della corrente riunita nella “Mozione operaia autonomistica e unitaria” che, dopo aver tentato una mediazione per evitare la frattura, confluisce nel Partito socialista dei lavoratori italiani (Plsi) di Giuseppe Saragat. Membro della direzione nazionale della nuova formazione politica, il 7 giugno Guido viene eletto segretario della federazione torinese. Presto tuttavia iniziano i contrasti con la linea del partito favorevole all’adesione al Patto Atlantico e all’alleanza di governo con la Democrazia cristiana. Dimessosi da segretario provinciale nel 1949, nel 1951 Quazza lascia il Plsi. Nel 1953 collabora con Unità popolare in occasione delle elezioni.

La carriera di insegnante frattanto progredisce rapidamente. Nel giugno 1948 ottiene la libera docenza in Storia del Risorgimento e nel dicembre dello stesso anno inizia i corsi presso la facoltà di Lettere dell’Università di Torino (li terrà sino al 1957). Nel 1963-64 insegna Storia medioevale e moderna alla Scuola normale superiore di Pisa, prima di tornare all’ateneo torinese e diventare ordinario (1966) alla facoltà di Magistero.

Fondatore insieme ad altri dell’associazione “La Consulta”, nata nel 1952 a Torino difendere i valori resistenziali, dall’inizio degli anni sessanta organizza e promuove un’ampia serie di dibattiti e cicli di lezioni sulle più scottanti problematiche italiane ed internazionali. Dal 1966 presiede il Circolo della resistenza a Torino. Organizza poi in Piemonte il Comitato antifascista unitario che, unico in Italia, comprende, al fianco dei partiti tradizionali, le forze della nuova sinistra. Nel 1972 fonda la «Rivista di storia contemporanea».

Consigliere dell’Istituto della Resistenza di Torino dal 1963 e dell’Archivio nazionale cinematografico della Resistenza dal 1974 al 1982. Membro dal 1963 del comitato scientifico della rivista «II Movimento di liberazione in Italia», dal 1965 fa parte di diritto del Consiglio direttivo dell’Istituto nazionale, di cui diviene presidente nell’aprile del 1972, succedendo al fondatore Ferruccio Parri. Impegnato in un’intensa e feconda attività di organizzatore culturale principalmente quale presidente e animatore della rete degli Istituti della Resistenza, pubblica nel 1976 la sua maggiore opera di contemporaneista, “Resistenza e storia d’Italia”, e nel 1992 il suo ultimo volume, “L’utopia di Quintino Sella. La politica della scienza”. Si spegne a Ciriè, in provincia di Torino, il 7 luglio 1996.

Bibliografia: Resistenza e storia d’Italia : quarant’anni di vita dell’Istituto nazionale e degli istituti associati : annuario 1949-1989, a cura di Gaetano Grassi; prefazione di Guido Quazza, Milano, F. Angeli, (1993). Quazza, Guido, in Archivio ISTORETO [IT C00 BP504], http://metarchivi.istoreto.it/biografie/p_bio_vis.asp?id=504