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Abstracts della rivista

Abstract del numero 270, marzo 2013
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    Editoriale pubblicato sul numero 270 di Italia contemporanea, marzo 2013 Abstract: Editoriale che descrive il nuovo corso della rivista Italia contemporanea, con un nuovo direttore e una nuova redazione.

    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni - Editoriale n. 270


  • Andrea Argenio Da maggio a maggio. La Dc e l’avvento al potere di Charles De Gaulle nel 1958 pubblicato sul numero 270 di Italia contemporanea, marzo 2013 Abstract: Il saggio ricostruisce l’atteggiamento della Dc di fronte all’ascesa al potere di Charles De Gaulle nel maggio 1958 proprio in coincidenza con le elezioni politiche che portarono Amintore Fanfani alla Presidenza del Consiglio. Di fronte ai pericoli corsi dalla democrazia francese, la classe dirigente democristiana rinnovò la convinzione che solo una vittoria del partito cattolico avrebbe potuto fungere da deriva contro i pericoli di ingovernabilità. La stagione d’incubazione del centro-sinistra si sovrappose temporalmente al periodo nel quale l’ex generale modificò sensibilmente il quadro costituzionale provocando un notevole interesse per le vicende francesi; l’attenzione al gollismo divenne, anche in seno alla Democrazia cristiana (Dc), una delle pietre di paragone tra le situazioni dei due paesi e un’opzione eventuale per combattere l’apertura a sinistra. All’interno del partito cattolico esisteva anche la sensibilità di un politico sui generis come Giorgio La Pira che, nella sua qualità di sindaco di Firenze e da sempre attento alle vicende mediterranee, vide in De Gaulle l’uomo che avrebbe potuto risolvere il problema della decolonizzazione dell’Algeria.

    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni - Da maggio a maggio. La Dc e l’avvento al potere di Charles De Gaulle nel 1958


  • Gianluca Lacoppola La Pira visto dai comunisti pubblicato sul numero 270 di Italia contemporanea, marzo 2013 Abstract: La Pira è stato sindaco di Firenze per quasi un quindicennio, tra il 1951 e il 1965. In questo lungo periodo la federazione provinciale del Pci ha dovuto fronteggiare un avversario complesso, capace di tenere insieme elementi apparentemente contraddittori tra loro. Anche per questo il suo giudizio nel corso di quegli anni è cambiato più volte, passando da un’iniziale sottovalutazione di La Pira (considerato semplice paravento per le forze reazionarie) a una fascinazione per il suo impegno nelle grandi vertenze operaie e sociali; dopo il 1956 i comunisti modificano nuovamente il loro giudizio, assimilando il lapirismo a una semplice "variante dell’integralismo cattolico" da combattere e contrastare. Con la nascita del centrosinistra, grazie al quale La Pira nel 1961 torna alla guida dell’amministrazione cittadina dopo quattro anni di gestione commissariale, il Pci conferma le critiche verso il "sindaco santo", anche se si dimostra pronto a sostenerne le scelte più coraggiose. L’affanno con cui il Pci cerca di correggere e ridefinire le proprie valutazioni sul lapirismo è sintomo di una certa debolezza d’analisi che ha impedito a quel partito di comprendere fino in fondo la figura di La Pira.

    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni - La Pira visto dai comunisti


  • Giovanni Miccoli II Tra concilio e anticoncilio Un nodo del presente non solo ecclesiale (La Chiesa cattolica nella storia. La "giusta ermeneutica" del concilio Vaticano II) pubblicato sul numero 270 di Italia contemporanea, marzo 2013 Abstract: Si presentano qui alcune riflessioni e approfondimenti in occasione di un seminario sul volume di Giovanni Miccoli, La Chiesa dell’anticoncilio. I tradizionalisti alla riconquista di Roma. L’intervento di Miccoli (Tra concilio e anticoncilio: un nodo del presente non solo ecclesiale) sottolinea la radicalità del rifiuto del concilio da parte di Lefebvre e del suo movimento e analizza le scelte romane, da Paolo VI fino a Benedetto XVI, che rivelano letture diverse del concilio e del significato di svolta che molti testi conciliari proponevano. Un’interpretazione normalizzante del concilio e minimizzante dell’opposizione lefebvriana si è imposta con il pontificato di Giovanni Paolo II e si è accentuata con Benedetto XVI fino alla revoca della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani nel gennaio 2009, che ha suscitato forti reazioni. Queste reazioni sono descritte da Bruna Bocchini Camaiani (Il Concilio, Roma, la Chiesa) che sottolinea la crisi profonda provocata dai rapporti di Roma con i lefebvriani, rivelatrice di una divaricazione tra il governo romano, con i suoi interventi autoritativi, e una consapevolezza ecclesiale legata alle aperture e alle speranze suscitate dal concilio. Giovanni Vian (Benedetto XVI e i tradizionalisti cattolici. Giudizi sul tempo presente e sulla Chiesa) analizza le differenziazioni e le convergenze tra le posizioni del pontefice e quelle dei gruppi lefebvriani attraverso una lettura dei giudizi sulla storia contemporanea, a proposito del ruolo della Chiesa nella società e del rapporto tra la Chiesa e la storia. Maria Paiano approfondisce le motivazioni della polemica contro la riforma liturgica anticonciliare, insieme alla richiesta del ritorno al Messale di Pio V (Liturgia e società nel tradizionalismo di matrice lefebvriana. Dal rapporto con Guéranger a quello con Benedetto XVI). L’autrice evidenzia come le istanze liturgiche dei tradizionalisti siano collegate a un progetto di riconquista della società per un ritorno a uno Stato confessionale.

    L’articolo è disponibile alla pagina: Franco Angeli Edizioni - La Chiesa cattolica nella storia. La "giusta ermeneutica" del concilio Vaticano II


  • Bruna Bocchini Camaiani Il Concilio, Roma, la Chiesa (La Chiesa cattolica nella storia. La "giusta ermeneutica" del concilio Vaticano II) pubblicato sul numero 270 di Italia contemporanea, marzo 2013 Abstract: Si presentano qui alcune riflessioni e approfondimenti in occasione di un seminario sul volume di Giovanni Miccoli, La Chiesa dell’anticoncilio. I tradizionalisti alla riconquista di Roma. L’intervento di Miccoli (Tra concilio e anticoncilio: un nodo del presente non solo ecclesiale) sottolinea la radicalità del rifiuto del concilio da parte di Lefebvre e del suo movimento e analizza le scelte romane, da Paolo VI fino a Benedetto XVI, che rivelano letture diverse del concilio e del significato di svolta che molti testi conciliari proponevano. Un’interpretazione normalizzante del concilio e minimizzante dell’opposizione lefebvriana si è imposta con il pontificato di Giovanni Paolo II e si è accentuata con Benedetto XVI fino alla revoca della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani nel gennaio 2009, che ha suscitato forti reazioni. Queste reazioni sono descritte da Bruna Bocchini Camaiani (Il Concilio, Roma, la Chiesa) che sottolinea la crisi profonda provocata dai rapporti di Roma con i lefebvriani, rivelatrice di una divaricazione tra il governo romano, con i suoi interventi autoritativi, e una consapevolezza ecclesiale legata alle aperture e alle speranze suscitate dal concilio. Giovanni Vian (Benedetto XVI e i tradizionalisti cattolici. Giudizi sul tempo presente e sulla Chiesa) analizza le differenziazioni e le convergenze tra le posizioni del pontefice e quelle dei gruppi lefebvriani attraverso una lettura dei giudizi sulla storia contemporanea, a proposito del ruolo della Chiesa nella società e del rapporto tra la Chiesa e la storia. Maria Paiano approfondisce le motivazioni della polemica contro la riforma liturgica anticonciliare, insieme alla richiesta del ritorno al Messale di Pio V (Liturgia e società nel tradizionalismo di matrice lefebvriana. Dal rapporto con Guéranger a quello con Benedetto XVI). L’autrice evidenzia come le istanze liturgiche dei tradizionalisti siano collegate a un progetto di riconquista della società per un ritorno a uno Stato confessionale.

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  • Giovanni Vian Benedetto XVI e i tradizionalisti cattolici. Giudizi sul tempo presente e sulla Chiesa (La Chiesa cattolica nella storia. La "giusta ermeneutica" del concilio Vaticano II) pubblicato sul numero 270 di Italia contemporanea, marzo 2013 Abstract: Si presentano qui alcune riflessioni e approfondimenti in occasione di un seminario sul volume di Giovanni Miccoli, La Chiesa dell’anticoncilio. I tradizionalisti alla riconquista di Roma. L’intervento di Miccoli (Tra concilio e anticoncilio: un nodo del presente non solo ecclesiale) sottolinea la radicalità del rifiuto del concilio da parte di Lefebvre e del suo movimento e analizza le scelte romane, da Paolo VI fino a Benedetto XVI, che rivelano letture diverse del concilio e del significato di svolta che molti testi conciliari proponevano. Un’interpretazione normalizzante del concilio e minimizzante dell’opposizione lefebvriana si è imposta con il pontificato di Giovanni Paolo II e si è accentuata con Benedetto XVI fino alla revoca della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani nel gennaio 2009, che ha suscitato forti reazioni. Queste reazioni sono descritte da Bruna Bocchini Camaiani (Il Concilio, Roma, la Chiesa) che sottolinea la crisi profonda provocata dai rapporti di Roma con i lefebvriani, rivelatrice di una divaricazione tra il governo romano, con i suoi interventi autoritativi, e una consapevolezza ecclesiale legata alle aperture e alle speranze suscitate dal concilio. Giovanni Vian (Benedetto XVI e i tradizionalisti cattolici. Giudizi sul tempo presente e sulla Chiesa) analizza le differenziazioni e le convergenze tra le posizioni del pontefice e quelle dei gruppi lefebvriani attraverso una lettura dei giudizi sulla storia contemporanea, a proposito del ruolo della Chiesa nella società e del rapporto tra la Chiesa e la storia. Maria Paiano approfondisce le motivazioni della polemica contro la riforma liturgica anticonciliare, insieme alla richiesta del ritorno al Messale di Pio V (Liturgia e società nel tradizionalismo di matrice lefebvriana. Dal rapporto con Guéranger a quello con Benedetto XVI). L’autrice evidenzia come le istanze liturgiche dei tradizionalisti siano collegate a un progetto di riconquista della società per un ritorno a uno Stato confessionale.

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  • Maria Paiano Liturgia e società nel tradizionalismo di matrice lefebvriana. Dal rapporto con Guéranger a quello con Benedetto XVI (La Chiesa cattolica nella storia. La "giusta ermeneutica" del concilio Vaticano II) pubblicato sul numero 270 di Italia contemporanea, marzo 2013 Abstract: Si presentano qui alcune riflessioni e approfondimenti in occasione di un seminario sul volume di Giovanni Miccoli, La Chiesa dell’anticoncilio. I tradizionalisti alla riconquista di Roma. L’intervento di Miccoli (Tra concilio e anticoncilio: un nodo del presente non solo ecclesiale) sottolinea la radicalità del rifiuto del concilio da parte di Lefebvre e del suo movimento e analizza le scelte romane, da Paolo VI fino a Benedetto XVI, che rivelano letture diverse del concilio e del significato di svolta che molti testi conciliari proponevano. Un’interpretazione normalizzante del concilio e minimizzante dell’opposizione lefebvriana si è imposta con il pontificato di Giovanni Paolo II e si è accentuata con Benedetto XVI fino alla revoca della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani nel gennaio 2009, che ha suscitato forti reazioni. Queste reazioni sono descritte da Bruna Bocchini Camaiani (Il Concilio, Roma, la Chiesa) che sottolinea la crisi profonda provocata dai rapporti di Roma con i lefebvriani, rivelatrice di una divaricazione tra il governo romano, con i suoi interventi autoritativi, e una consapevolezza ecclesiale legata alle aperture e alle speranze suscitate dal concilio. Giovanni Vian (Benedetto XVI e i tradizionalisti cattolici. Giudizi sul tempo presente e sulla Chiesa) analizza le differenziazioni e le convergenze tra le posizioni del pontefice e quelle dei gruppi lefebvriani attraverso una lettura dei giudizi sulla storia contemporanea, a proposito del ruolo della Chiesa nella società e del rapporto tra la Chiesa e la storia. Maria Paiano approfondisce le motivazioni della polemica contro la riforma liturgica anticonciliare, insieme alla richiesta del ritorno al Messale di Pio V (Liturgia e società nel tradizionalismo di matrice lefebvriana. Dal rapporto con Guéranger a quello con Benedetto XVI). L’autrice evidenzia come le istanze liturgiche dei tradizionalisti siano collegate a un progetto di riconquista della società per un ritorno a uno Stato confessionale.

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  • Susanna Spezia Stefania Bartoloni, Il fascismo e le donne nella Rassegna femminile italiana, 1925-1930 pubblicato sul numero 270 di Italia contemporanea, marzo 2013 Abstract:

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  • Luigi Ambrosi Lorenzo Bertucelli, All'alba della Repubblica. Modena, 9 gennaio 1950. L'eccidio delle Fonderie Riunite pubblicato sul numero 270 di Italia contemporanea, marzo 2013 Abstract:

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  • Andreina De Clementi Stefano Gallo, Senza attraversare le frontiere. Le migrazioni interne dall'Unità a oggi pubblicato sul numero 270 di Italia contemporanea, marzo 2013 Abstract:

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  • Gianluca della Maggiore Daniele Lorenzini, Jacques Maritain e i diritti umani. Fra totalitarismo, antisemitismo e democrazia (1936-1951) pubblicato sul numero 270 di Italia contemporanea, marzo 2013 Abstract:

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  • Lucia Ceci Elena Mazzini, L'antiebraismo cattolico dopo la Shoah. Tradizioni e culture nell'Italia del secondo dopoguerra (1945-1974) pubblicato sul numero 270 di Italia contemporanea, marzo 2013 Abstract:

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  • Maurizio Guerri Giovanni Scirocco, L'intellettuale nel labirinto. Norberto Bobbio e la "guerra giusta" pubblicato sul numero 270 di Italia contemporanea, marzo 2013 Abstract:

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