Costituzione e populismo. 1. Dal popolare al populismo

Venerdì 28 novembre 2014 alle ore 16,30 a Mantova presso il Centro Culturale Baratta (corso Garibaldi 88) si tiene la prima lezione del quinto corso sulla Costituzione: Fabio Dei (Università di Pisa) tratta dell’argomento «Dal popolare al populismo».

Per il quinto anno l’Istituto Mantovano di Storia Contemporanea organizza un corso di educazione alla cittadinanza rivolto agli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado e aperto a studenti e cittadini. Quest’anno l’attenzione è focalizzata su un tema di grande attualità che affiora ogni giorno dalla cronaca e dal dibattito politico di tutti gli schieramenti, sintetizzato nel termine populismo. Tutti ne sentiamo spesso parlare e anche durante il corso dell’anno passato, dedicato al tema «Costituzione, democrazia, rappresentanza», è ripetutamente emerso: è sembrato pertanto opportuno proporre alcuni momenti di informazione e di riflessione sul problema storico del populismo con il corso «Costituzione e populismo: un approfondimento». Il punto di partenza è, come sempre, la Costituzione italiana che delinea il profilo di una repubblica parlamentare in cui è conferito un rilevante potere alle assemblee rappresentative, in cui il governo non può sussistere senza la fiducia del Parlamento e in cui il rapporto tra il capo del governo e i cittadini elettori è mediato dai partiti politici. Data l’attualità e la rilevanza teorica e pratica del problema, si è pensato all’opportunità di un esame dell’argomento attraverso tre lezioni intese a proporre diversi angoli visuali da cui esaminarlo.

Fabio Dei è laureato in Filosofia ed ha conseguito il dottorato di ricerca in “Metodologie della ricerca etnoantropologica”. È attualmente docente di Antropologia Culturale presso l’Università degli Studi di Pisa e si occupa prevalentemente di epistemologia delle scienze sociali e di temi della cultura popolare e di massa nell’Italia e nell’Europa contemporanee. Tra i suoi principali interessi, la ricerca di relazioni tra la tradizione di studi folklorici e le più recenti discipline che si occupano di aspetti dell’industria culturale e della cultura di massa, come i cultural studies nell’ambito anglosassone o l’ethnologie du présent in quello francese; l’antropologia medica; l’antropologia della violenza con il possibile contributo dell’antropologia culturale alla comprensione della violenza di massa e dei genocidi nel XX secolo. È membro del comitato direttivo della Società Italiana di Antropologia Medica e della direzione delle riviste «Antropologia medica», «Religioni e società», «Lares» e «Studi culturali». È co-direttore della rivista «Studi culturali» (ed. Il Mulino) e membro del consiglio di redazione di «Testimonianze». Numerose le monografie e gli articoli per riviste specializzate e opere collettanee. Fra le pubblicazioni più recenti si ricordano: a cura di F. Dei, Antropologia della violenza, Roma, Meltemi, 2005; Poetiche e politiche del ricordo: la memoria sociale delle stragi nazifasciste in Toscana, curato con P.Clemente, Roma, Carocci, 2005; La materia del quotidiano. Per un’antropologia degli oggetti ordinari, curato con S. Bernardoi e P. Meloni, Pisa, Pacini, 2011; la sintesi Antropologia culturale, Bologna, Il Mulino, 2012 e, con C. Di Pasquale, Grammatiche della violenza. Esplorazioni etnografiche tra guerra e pace, Pisa, Pacini, 2014; Pop-politica. Le basi culturali del berlusconismo, Studi culturali, VIII, 2011, pp. 471-90 Dal popolare al populismo. Ascesa e declino degli studi demologici in Italia, Meridiana, 77, 2013, pp. 83-100.