Mostra “È passata la svastica. La seconda guerra mondiale nei disegni di Nino Baratti”

A Varallo, in occasione del prossimo Giorno della Memoria, sarà esposta, nella sede dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia, in via D’Adda, 6, dal 26 gennaio all’8 febbraio 2018, la mostra È passata la svastica. La seconda guerra mondiale nei disegni di Nino Baratti, curata da Elisa Malvestito e realizzata dall’Istituto con la compartecipazione del Comitato della Regione Piemonte per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana. L’inaugurazione si terrà venerdì 26 gennaio, alle ore 17.30. Orari di apertura: da lunedì a venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18; sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 18.30.
La mostra propone una selezione dei disegni del pittore ligure Nino Baratti, che combatté nella Resistenza operando nelle formazioni Sap della II brigata mobile “R. Della Vecchia” e collaborò con “La Stella Alpina”.
L’esperienza della guerra lo segnò profondamente, tanto da spingerlo a realizzare, tra il 1940 e il 1945, un centinaio di disegni dedicati al racconto e alla rappresentazione di questo tragico capitolo della storia contemporanea. Il ricordo di Baratti è soprattutto legato ai suoi dipinti, oggi presenti in collezioni pubbliche e private in Italia (Vignola, La Spezia, Milano, Livorno) e all’estero (Lugano, Londra, Bruxelles, Madrid). I disegni giovanili, dedicati alla terribile esperienza del secondo conflitto mondiale, sono invece meno celebri. Eseguiti in diverse località tra il 1940 e il 1945, i bozzetti di guerra vennero datati e firmati solo nell’immediato dopoguerra, quando l’artista ebbe l’occasione di esporli a Novara. Alcuni di essi vennero pubblicati sul giornale partigiano “La Stella Alpina/La Squilla Alpina”, altri utilizzati come manifesti durante alcune campagne contro la guerra negli anni cinquanta e come corredo iconografico nella rivista “l’impegno”, edita dall’Istituto. Dedicati all’amico antifascista Michele Castagnaro, arrestato nel 1943 e deportato a Mauthausen, dove morì nei forni crematori, “i disegni non sono reportage o fotografie degli avvenimenti”, scrive l’artista, “ma sintetizzano dal punto di vista artistico i miei pensieri, una protesta, una ribellione disegnata, frutto di una forte sensazione e di una profonda sofferenza, in opposizione alla dittatura allora imperante risalente al 1938-1939 quando divenne sempre più netto nella mia coscienza e nel pensiero il desiderio di libertà”.

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