I MILITARI ITALIANI NELLA LOTTA DI LIBERAZIONE IN ALBANIA: 1943-1944

locandina_convegno_albania_page-0001Giornata di studio su iniziativa della Fondazione Gramsci di Puglia, dedicata alla partecipazione dei militari italiani alla guerra di liberazione dall’occupazione nazifascista in Albania, lunedì 20 maggio a partire dalle ore 9.00 presso il Dipartimento di Scienze politiche, aula V. Starace.

Il seminario, inserito nell’ambito del progetto di ricerca “Tracce di Resistenza: la Brigata Gramsci in Albania 1943-1945”, finanziato dalla Regione Puglia (Assessorato all’industria turistica e culturale – Piano straordinario 2018 in materia di Cultura e Spettacolo) – è realizzato dalla Fondazione Gramsci di Puglia insieme al Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” (DISUM), all’Istituto per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia contemporanea (IPSAIC), al Museo Storico Nazionale di Tirana. Un progetto che vede impegnati giovani ricercatori universitari nel ricostruire le vicende della partecipazione dei militari italiani alla resistenza in Albania dopo l’8 settembre e che si articolerà in una serie di giornate di studio tra le Università di Bari, di Lecce e presso il Museo storico nazionale di Tirana e in attività seminariali rivolte agli studenti e ai docenti delle scuole superiori della regione.

La storia del Battaglione, divenuto poi Brigata e Divisione, “Antonio Gramsci” in Albania è particolarmente significativa per le relazioni tra il popolo italiano e quello albanese. All’indomani dell’8 settembre 1943 parte dei militari italiani, partiti dai porti pugliesi nel 1939 come occupatori, decisero di unirsi alle forze di liberazione partigiane albanesi partecipando alla liberazione del paese e in particolare della capitale Tirana, pagando un alto tributo di sangue. Il contributo dato soprattutto dagli artiglieri fu fondamentale per l’Esercito di Liberazione Nazionale Albanese e per le sorti della guerra mentre i medici e le infermiere italiane svolsero un ruolo fondamentale nell’assicurare l’assistenza sanitaria ai feriti. Dopo la liberazione di Tirana dai nazifascisti, i militari italiani ripartirono dall’Albania come liberatori, celebrati come tali dalla popolazione e dalle nuove autorità che consentirono in rientro in patria della formazione in armi e con le bandiere di guerra unico caso in tutto il conflitto mondiale.

Il convegno, grazie alla partecipazione di esperti e studiosi italiani e albanesi, offre un’occasione di riflettere sui diversi aspetti che hanno caratterizzato la storia della resistenza dei militari italiani in Albania, partendo, nella prima sessione, da quelli politici e diplomatici con i professori Federico Imperato (Università degli Studi di Bari) e Settimio Stallone (Università degli studi di Napoli), per giungere agli aspetti più strettamente militari con gli interventi del generale Massimo Coltrinari (Istituto del Nastro Azzurro – CESVAM) e della dottoressa Antonella Fiorio (Fondazione Gramsci di Puglia) cui seguirà un approfondimento del professor Vito Antonio Leuzzi (direttore IPSAIC) sulle relazioni tra Puglia e Albania nell’immediato secondo dopoguerra e una proposta di allestimento espositivo a cura della dottoressa Annabella De Robertis (IPSAIC – Fondazione Gramsci di Puglia). Nella seconda sessione verranno presentate riflessioni di carattere sociale e letterario grazie agli interventi della professoressa Sheyla Moroni (Università degli Studi di Firenze), del dottor Vito Saracino (Università di Roma Tre – Foggia) e del professor Edon Qesari (Università Mediterranea di Tirana) cui seguiranno le letture tratte dal romanzo dello scrittore albanese Ismail Kadarè “Il generale dell’armata morta” a cura della professoressa Lea Durante (Università degli Studi di Bari), con la partecipazione degli studenti del corso di Critica Teatrale Daniele Colacicco (voce) e Francesco Esposito (chitarra). Porgeranno i loro saluti: il direttore del Dipartimento di Studi Umanistici, professor Paolo Ponzio, il direttore del Dipartimento di Scienze Politiche, professor Giuseppe Moro, il direttore della Fondazione Gramsci di Puglia, professor Luigi Masella e il console generale Adrian Haskaj dell’Ambasciata d’Albania a Bari. Introducono e coordinano il professor Enzo Orlanducci, presidente dell’ANRP (Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento, dalla guerra di liberazione e loro familiari) e il professor Rosario Milano dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”.