1943-1945 «Dimenticati di Stato». I militari italiani sepolti in Germania

Casina
Sala dei Principi

sede Croce Rossa
via Matteotti

OTTO casinesi trai i 16.000 caduti in prigionia sepolti in Germania

Incontro con Roberto Zamboni

 

 

 

Il sito di Istoreco ha pubblicato i risultati di una ricerca capillare che ha permesso di compilare un elenco di 182 militari reggiani internati (IMI) in Germania e negli stati limitrofi, dopo l’8 settembre 1943, deceduti durante la prigionia. È un elenco che comprende, nella maggior parte dei casi, le indicazioni dei cimiteri e dei riferimenti tombali.

Autore è un ricercatore veronese, Roberto Zamboni, che ha voluto aiutare le famiglie nel ritrovare i loro cari scomparsi. Infatti, molte famiglie italiane non hanno mai ricevuto comunicazione per le sepolture effettuate dalle autorità italiane nei cimiteri appositamente realizzati all’estero per i caduti di guerra, compresi i deportati militari e civili.
Da non dimenticare, inoltre, che gli scomparsi reggiani durante la deportazione sono oltre 400 e che per molti di essi le sepolture non potranno mai più essere ritrovate, perché sepolti in fosse comuni o cremati.

A Reggio hanno arricchito l’Albo d’Onore di Istoreco, sono stati pubblicati da quotidiani locali, 8 hanno raggiunto anche il comune di Casina: Luigi Baroni, Corso Dallari, Ultimio Ferri, Battista Gatti, Cesarino Giovanardi, Pasquino Pellicciari

CASINA

Baroni Luigi, nato il 4 giugno 1895 a Casina – deceduto il 3 giugno 1940 – attualmente sepolto ad Amburgo (Germania) – cimitero militare italiano d’onore – posizione tombale: riquadro 1 – fila m – tomba 6.

Dallari Corso Ubaldo di Giuseppe e di Melone Giuseppina, nato il 23 novembre 1910 a Casina (Reggio Emilia) – soldato del 12° reggimento cavalleggeri di Saluzzo – deceduto a Zgorzelec/Görlitz (Voivodato della Bassa Slesia) il 12 aprile 1944 – attualmente sepolto a Bielany/Varsavia (Polonia) – cimitero militare italiano d’onore – posizione tombale da richiedere al ministero della difesa.

Ferri Ultimio di Giuseppe, nato il 12 giugno 1906 a Casina (Reggio Emilia) – Camicia Nera della 79a compagnia camicie nere / milizia volontaria sicurezza nazionale – deceduto il 25 aprile 1944 – attualmente sepolto ad Amburgo (Germania) – cimitero militare italiano d’onore – posizione tombale: riquadro 5 – fila p – tomba 8.

Gatti Battista di Dante, nato il 1° ottobre 1914 a Casina (Reggio Emilia) – soldato del 3° reggimento d’artiglieria d’armata – deceduto a Toruń (Voivodato di Cuiavia-Pomerania) il 30 luglio 1945 – attualmente sepolto a Bielany/Varsavia (polonia) – cimitero militare italiano d’onore – posizione tombale da richiedere al ministero della difesa.

Giovanardi Cesarino di Battista, nato l’11 dicembre 1924 a Casina (Reggio Emilia) – soldato dell’11° reggimento d’artiglieria di divisione di fanteria – deceduto il 2 gennaio 1945 – attualmente sepolto a Francoforte sul Meno (Germania) – cimitero militare italiano d’onore – posizione tombale: riquadro b – fila 8 – tomba 11.

Pellicciani Pasquino di Adelmo, nato l’8 aprile 1919 a Casina (Reggio Emilia) – soldato dell’8° settore e sottosettore / guardia alla frontiera – deceduto a Dorsten (Nord Reno-Westfalia) il 25 giugno 1944 – attualmente sepolto ad Amburgo (Germania) – cimitero militare italiano d’onore – posizione tombale: riquadro 5 – fila v – tomba 11.

 

“A Casina ne abbiamo avuto notizia attraverso un foglietto di 8 nomi portato da un amico alpino, Amedeo, pregato da Istoreco di rintracciare i parenti.  – dichiara Giovanna Caroli, che a lungo si è dedicata a rintracciare caduti e deportati della nostra montagna prima di assumere l’incarico di assessore a Casina – Mi è parsa subito una cosa notevole: so cosa vuol dire fare ricerca e soprattutto so cosa vuol dire avere un papà che non è tornato: ben me lo hanno insegnato Marta, Anna, Carla, Giuliano e tanti altri figli di caduti di cui ho pubblicato le lettere. Naturale desiderare di conoscere dal vero, dal suo stesso autore questo lavoro e i suoi risultati, quello che è stato fatto e quello che resta da fare, dare a chi ancora sta cercando la possibilità di saperne di più. Abbiamo invitato Roberto Zamboni a un incontro con la popolazione della montagna nell’ambito delle iniziative per la celebrazione del 25 aprile: ci raggiungerà a Casina domenica 29 aprile, alle 17, nella sala dei Princìpi del Comitato locale di Casina della CRI insieme ad Amos Conti di Istoreco e Massimo Storchi direttore dell’archivio del Tempo Presente. Un’occasione importante per chi non ha dimenticato e per chi vuole saperne di più andando alla fonte dell’informazione, attraverso il contatto diretto”

 

Sul suo sito www.robertozamboni.com spiega: “Non sono un ricercatore di professione, non ho titoli accademici, e lo studio che porto avanti non ha mai avuto la pretesa di avere un valore scientifico. Faccio tutto ciò solo per dovere di cronaca e per pietà nei confronti di chi ha perso un congiunto in prigionia o per motivi di guerra e non ha mai ricevuto le adeguate informazioni sul luogo di sepoltura del proprio caro”. E ancora: “Lo studio, partito inizialmente come ricerca familiare, si è con il tempo sviluppato e dilatato in una vera e propria ricerca (tuttora in corso) su un aspetto poco conosciuto a ricercatori e storici e, come avrei potuto appurare col tempo, quasi totalmente sconosciuto ai parenti dei Caduti. Dov’erano state sepolte le centinaia di deportati civili morti dopo le liberazioni dei campi di concentramento? E le migliaia di Internati Militari Italiani deceduti per le violenze subite nei campi di prigionia? Erano realmente tutti dei “dispersi” o avevano trovato degna sepoltura?”.

Iniziata nel 1995 la ricerca, “dalla fine della Seconda Guerra mondiale, questo è il primo elenco (oltre 16.000 nominativi di base) che sia mai stato reso pubblico in forma integrale, riguardante i nostri connazionali deceduti in prigionia o per cause di guerra e sepolti nei sei principali cimiteri militari italiani in Austria, Germania e Polonia.

Un lavoro immane, come si può immaginare, 22 pagine di nomi e dati per la sola Reggio Emilia, provincia per la quale è stata preziosa la collaborazione di Istoreco e in particolare di Amos Conti. Difficile la fase della raccolta dati in Germania, ma non facile anche quello di ricerca delle famiglie. Dapprima un grosso aiuto è venuto dai Carabinieri, poi l’intervento del Commissariato generale Onoranze Caduti in Guerra ha impedito questa collaborazione e Roberto Zamboni si è rivolto direttamente a giornali e comuni.