Mostra. PROGETTARE LA MEMORIA. Lo studio BBPR: i monumenti, le deportazioni.

PROGETTARE LA MEMORIA. Lo studio BBPR: i monumenti, le deportazioni.

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La mostra, dal titolo “Progettare la memoria – Lo studio BBPR, i monumenti, le deportazioni” è stata inaugurata il 18 gennaio presso la Casa della Memoria di Milano, in via Confalonieri 14. È stata realizzata da Giuliano Banfi, Gaia Carboni, Dario Venegoni e Leonardo Visco Gilardi per conto dell’ANED, in collaborazione con Alberico Barbiano di Belgiojoso, Fondazione Memoria della Deportazione e Fondazione Fossoli. Consulenza per l’Architettura di Maria Vittoria Capitanucci; fotografie di Nanni Fontana; progetto espositivo e allestimento di Navone e Associati; progetto grafico di Eva Scaini.

La mostra, visitabile alla Casa della Memoria fino 26 febbraio, raccoglie i progetti dello studio di architettura BBPR per monumenti e memoriali dedicati alle vittime dei campi nazisti. Ricordiamo che Gian Luigi Banfi e Lodovico Barbiano di Belgiojoso, due dei quattro componenti dello studio – gli altri furono Enrico Peressutti ed Ernesto Rogers, riparato in Svizzera perché ebreo – subirono in prima persona la deportazione a Mauthausen per il loro impegno nelle fila del Partito d’Azione negli anni della Resistenza. Gian Luigi Banfi purtroppo cedette alle dure condizioni del Lager e morì a Gusen nell’aprile 1945.

La mostra, fortemente voluta dall’Associazione Nazionale ex deportati nei campi nazisti, attraverso un percorso fotografico di Nanni Fontana e documenti provenienti da numerosi archivi (tra cui quello della Fondazione Memoria) presenterà, in ordine di realizzazione:
• il Monumento ai Caduti nei campi di concentramento nazisti presso il cimitero Monumentale di Milano (1945)
• il Memorial di Gusen (1964)
• il Museo-Monumento al deportato politico e razziale di Carpi (1973)
• il Memoriale in onore degli italiani caduti nei campi di sterminio di Auschwitz (1980)
• la cella italiana nel campo di Ravensbrück (1997)
• il Monumento al deportato al Parco Nord Milano (1998)
È la prima volta che vengono riunite in un’unica mostra queste realizzazioni di uno del più internazionali e conosciuti studi di architettura italiani, talora in collaborazione con altri importanti esponenti della cultura italiana, in una logica di collaborazione e di multidisciplinarietà che univa progettazione e testimonianza.