GIUSEPPE VALARIOTI, L’UTOPIA DI UN INTELLETTUALE.

Erano gli anni ’70 e Giuseppe Valarioti, giovane intellettuale militante del Pci, voleva cambiare la Calabria. In una società impostata sulla difesa esasperata del culto dei diritti lui parlava anche di doveri, Ma parlare di doveri ma parlare di doveri era talmente rivoluzionario da suscitare la reazione di quanti in quel sistema speculavano. Aveva trent’anni quando la ‘ndrangheta spense per sempre la sua voce. “Sta infilando le chiavi nella serratura della portiera, è girato di spalle ad un albero coperto da una siepe di rampicanti che delimita l’area dove sorge “La Pergola”, da lì una lupara scarica due lampi di fuoco. Si accascia in un mare di sangue, non fa in tempo ad aprire la portiera.

soveratoGli altri sentono i colpi e tornano indietro, qualcuno riferisce del rombo di un’auto, la vede: una 127 color celestino, ricorda anche i primi numeri della targa RC 2266**. Sanguina, sospira, si lamenta. Aiutatemi, “cumpagni, mi ‘mmazzaru”. È passata la mezzanotte, è l’11 giugno del 1980”. Rocco Lentini presenterà il suo libro e ne parlerà, oggi alle ore 11:00, con gli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore “Guarasci-Calabretta” di Soverato (CZ) insieme al dirigente scolastico Vincenzo Gallelli e alla docente Ausilia Siciliano nella Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. locandina