Inaugurazione della mostra “L’ideologia della razza e le sue vittime. Nella Germania di Hitler e nell’Italia di Mussolini”

In occasione del Giorno della Memoria 2014 l’A.N.P.I. di Imola, in collaborazione con il C.I.D.R.A. ha realizzato una mostra formata da 21 pannelli dal titolo L’ideologia della razza e le sue vittime. Nella Germania di Hitler e nell’Italia di Mussolini”, curata da Marco Orazi e Giulia Dall’Olio. Essa sarà esposta nell’Androne del Palazzo Comunale dal 25 gannaio al 8 febbraio.

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Si tratta di un approfondimento del drammatico e progressivo percorso che portò il Terzo Reich ad una politica aggressiva in Europa fino a provocare lo scoppio della II Guerra Mondiale e le teorie, le politiche, le azioni che portarono allo sterminio delle cosiddette razze inferiori e degli antagonisti politici, in nome della purezza della razza ariana che, secondo Hitler, “è l’unica a cui spetta il diritto di dominare il mondo”.

Avendo come obiettivo l’eugenetica della popolazione germanica, i primi passi in questo senso furono l’eliminazione dei disabili psichici e fisici, in un progetto denominato Aktion T4 che ne prevedeva l’uccisione in cliniche specifiche per mezzo dei gas di scarico. Quest’opera di eliminazione di tutti coloro che venivano considerati un fattore di contaminazione della razza e rallentamento dello sviluppo sociale ed economico della società venne applicata cospicuamente nei campi di concentramento. Nel 1941 Himmler ordinò che i prigionieri affetti da malattie mentali dei campi di concentramento fossero sottoposti a controlli medici. Lo scopo era eliminare tutti coloro che non erano in grado di lavorare. Questo progetto si intrecciò con l’eliminazione di massa degli ebrei dal 1939 in poi nei campi di sterminio polacchi e tedeschi.

Alcuni pannelli fanno riferimento anche agli agghiaccianti esperimenti pseudo-scientifici che avvenivano all’interno di quei luoghi. In diversi campi di concentramento si sviluppò infatti una metodologia di morte basata su sperimentazioni mediche sugli internati. Le ricerche su cavie umane erano mirate per lo più a gettar luce su alcuni fenomeni che potevano risultare utili nel corso della conduzione della guerra, ma spesso sfociavano in una violenza sadica e senza scopo.

 Un capitolo della mostra si sofferma su un episodio di ineguagliabile efferatezza con protagonista un bambino italiano, Sergio De Simone di sette anni. Il 20 aprile 1945 furono uccisi venti bambini nella scuola amburghese di Bullenhuser Damm. Questi bambini (10 maschi e 10 femmine, provenienti da Francia, Olanda, Jugoslavia, Italia, Polonia) , erano giunti il 29 novembre 1944 nel lager di Neuengamme, vicino ad Amburgo, dal campo di sterminio di Auschwitz Birkenau. Erano stati scelti direttamente dal dottor Joseph Mengele come cavie umane per esperimenti sulla tubercolosi, che avrebbe condotto il medico nazista Kurt Heissmeyer. La parte finale dell’esposizione dedica un focus al regime fascista, in particolare alle pratiche razziste derivate dall’aggressione dell’Etiopia nel 1935-36 fino alle Leggi Razziali del 1938 che discriminavano pesantemente gli ebrei. Nell’ultimo pannello un accenno ai campi di concentramento italiani: Bolzano, Fossoli, Borgo San Dalmazzo e Trieste.