“Luciana Nissim Momigliano. Una vita”. Presentazione al centro documentazione donna

Martedì 25 gennaio 2011 ore 18
Centro documentazione donna
Via Canaletto 88, Modena

Presentazione del libro
Luciana Nissim Momigliano. Una vita
di Alessandra Chiappano (Editrice La Giuntina)

L’autrice dialoga con Marika Losi, Istituto storico di Modena

La vita di Luciana Nissim Momigliano attraversa tutto il Novecento, e del secolo breve la Nissim conosce una della pagine più oscure: quella della persecuzione e della deportazione nel campo di sterminio di Auschwitz- Birkenau, vissuta insieme ad alcuni amici carissimi: Vanda Maestro, che non fece ritorno, e Primo Levi, a cui Luciana sarà legata da un sentimento di amicizia per tutta la vita. Sono estremamente fecondi gli anni della formazione, a Torino, mentre frequenta la facoltà di medicina. Con l’avvento delle leggi razziali Luciana Nissim si incontra con i “ragazzi della biblioteca ebraica”; è una frequentazione intensa da un punto di vista affettivo ed intellettuale: insieme a Vanda Maestro, Ennio ed Emanuele Artom, Giorgio Segre, Lino Jona, Franco Momigliano, Primo ed Annamaria Levi, Luciana si interessa di ebraismo, di filosofia, di letteratura. Sono tutti giovani, intellettuali e appassionati di montagna. Lentamente Luciana si forma una coscienza civile che la condurrà, dopo l’8 settembre 1943, insieme a Primo e a Vanda a formare una piccola banda legata a Giustizia e Libertà, in Valle d’Aosta, nei pressi di Brusson. L’esperienza partigiana dura pochissimo, poi la cattura e la deportazione. Al suo ritorno nel luglio 1945 Luciana si getta nel lavoro e nella scrittura: testimonia anche per Vanda che non è tornata. Poi la vita riprende il sopravvento: Luciana si sposa con Franco Momigliano, a cui era legata fin dal 1942, e dirige fino al 1956 l’Asilo Olivetti ad Ivrea. Poi Luciana e Franco Momigliano si trasferiscono a Milano e Luciana intraprende la carriera di psicoanalista, diventando una delle psicoanaliste più affermate, autrice di importanti saggi. Nel 1960 nasce il figlio Alberto. Auschwitz sembra lontano. E Luciana non ne parla mai. Ma dopo la morte di Primo Levi, nel 1987, riprende a testimoniare e continuerà a farlo fino alla morte, avvenuta nel 1998. Un’esistenza, dunque, che si apre e si chiude con il Lager, ma anche l’esistenza di una donna appassionata, non convenzionale, libera pensatrice e amante della vita.

Iniziativa promossa dal Centro documentazione donna di Modena, col patrocinio del Comune di Modena e in collaborazione con Istituto storico di Modena e Fondazione ex campo di Fossoli