A proposito delle dichiarazioni di Roberto Fiore al cimitero Maggiore di Lodi. Ristabilire la verità storica

Il «Cittadino» di lunedì 1° maggio scorso, alla p. 3, riporta (tra virgolette, dunque si presuppone testuali) le parole del leader di Forza Nuova, Roberto Fiore, in occasione della commemorazione di Sergio Ramelli al cimitero Maggiore di Lodi. Leggiamo dunque che, quando nel 1975 Ramelli fu ucciso, «le strade e le scuole di Milano erano dominate militarmente dall’ultrasinistra. Abbiamo avuto scontri feroci, ma la guerra civile strisciante di quegli anni fu provocata da settori torbidi dello Stato». Queste dichiarazioni non possono essere accettate acriticamente.

Fermo restando il ripudio di ogni forma di violenza, per ristabilire la verità storica è necessario ricordare che negli anni Settanta – per la precisione dal 1969, anno della strage di piazza Fontana, al 1980, anno della strage della stazione di Bologna – il numero di militanti di sinistra morti per mano di militanti di destra in scontri e pestaggi fu circa tre volte il numero di militanti di destra morti per mano di militanti di sinistra. Non può dirsi, allora, che «le strade e le scuole di Milano erano dominate militarmente dall’ultrasinistra».

Per quanto riguarda «i settori torbidi dello Stato» e le stragi di matrice fascista (oltre duecento morti nello stesso arco temporale) è sufficiente fare riferimento alle motivazioni della sentenza della Corte d’Assise di Bologna che ha condannato Paolo Bellini all’ergastolo, motivazioni rese note il 5 aprile scorso. Sono stati riconosciuti come mandanti, organizzatori e finanziatori della strage di Bologna (2 agosto 1980, 85 morti e oltre 200 feriti) quattro uomini: i vertici della loggia P2 Licio Gelli e Umberto Ortolani, l’ex capo dell’Ufficio Affari riservati del ministero dell’Interno Federico Umberto D’Amato e l’ex senatore del MSI-DN (Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale) Mario Tedeschi, morti da anni; come esecutori materiali, gli appartenenti all’organizzazione della destra eversiva NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari) Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini (condannati in via definitiva), Gilberto Cavallini (primo grado) e il “quinto uomo” Paolo Bellini, allora militante di Avanguardia Nazionale, altra organizzazione della destra eversiva. È dunque con la destra estrema che si allearono i «settori torbidi dello Stato».

Ilsreco – Istituto lodigiano per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea

Presentazione del Quaderno Ilsreco n. 36 Atlante delle violenze politiche nel Lodigiano (1919-1922)

Presentazione del Quaderno Ilsreco n. 36 Atlante delle violenze politiche nel Lodigiano (1919-1922) di Alice Vergnaghi

Venerdì 21 ottobre 2022, alle ore 21.00, nell’aula magna del liceo classico “Verri” di Lodi, sarà presentato il Quaderno Ilsreco n. 36, Atlante delle violenze politiche nel Lodigiano (1919-1922), redatto con competenza e rigore dalla giovane storica Alice Vergnaghi.

L’iniziativa è promossa da Città di Lodi, Ilsreco – Istituto lodigiano per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, CGIL Lodi, Aned – Associazione nazionale ex deportati nei campi di sterminio. Parteciperanno Ercole Ongaro, direttore scientifico Ilsreco; Ferruccio Pallavera, direttore dell’«Archivio Storico Lodigiano»; Guido Scarpino, segretario organizzativo di CGIL Lodi; Laura Tagliaferri, vicesindaco; Alice Vergnaghi, autrice del Quaderno e referente Ilsreco per la didattica.

Nel centenario della presa del potere da parte del fascismo, Ilsreco presenta uno strumento per comprendere il portato della violenza politica che, negli anni del biennio rosso e dello squadrismo fascista, travolge il nostro territorio e l’Italia intera, aprendo alla dittatura.

Attraverso l’analisi di fonti giornalistiche e bibliografiche lodigiane, nonché di documentazione d’archivio, l’autrice ricostruisce ben 191 episodi di violenza politica (di cui 110 di matrice esclusivamente fascista), con un bilancio di venti morti (di cui quattordici per mano fascista).

La violenza assume un ritmo in crescendo che non si ferma neppure dopo la marcia su Roma, il 28 ottobre 1922: dall’eccidio al Teatro Gaffurio di Lodi (che vanta il triste primato di prima strage con modalità squadriste sul territorio nazionale), il 13 novembre 1919; agli scontri tra socialisti e popolari a Gradella (Pandino), il 19 e 20 settembre 1920; alla devastazione della Camera del Lavoro di Casalpusterlengo, da parte di un gruppo di fascisti, il 9 maggio 1921; all’uccisione del ventitreenne Ardito del popolo Alfredo Ghezzi a Lodi, per mano di un carabiniere, il 4 giugno 1922. E tanti altri, a svelare la forza intimidatoria, ma anche attrattiva, della violenza fascista, funzionale all’instaurarsi di una dittatura che dopo un decennio di guerre sanguinose lascerà l’Italia in macerie.

Una Liberazione a colori

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In occasione della Festa della Liberazione, Ilsreco, in collaborazione con Aned e Anpi, propone un evento dal titolo Una Liberazione a colori. Riflessioni sulla Resistenza, che si terrà giovedì 28 aprile 2022 alle ore 21.00 presso l’aula magna del liceo classico “Pietro Verri” di Lodi, via S. Francesco 11.

Sarà possibile seguire l’evento anche in diretta Facebook sulla pagina Ilsreco Lodi.

Si alterneranno gli interventi di Ercole Ongaro, direttore scientifico Ilsreco; di Alice Vergnaghi, referente per la didattica Ilsreco e le letture a cura di Laura Coci, presidente Ilsreco, e Roberto Del Piano.

Ercole Ongaro parlerà delle diverse forme di resistenza che si sono sviluppate nel periodo compreso tra l’armistizio dell’8 settembre 1943 e la Liberazione avvenuta il 25 aprile 1945, soffermandosi in particolare sulla realtà lodigiana che ha analizzato nei suoi volumi sul tema.

Alice Vergnaghi, referente didattica Ilsreco, illustrerà un progetto di ricerca che l’Istituto ha iniziato e che si pone come obiettivo la realizzazione di un atlante delle e dei resistenti lodigiani caduti.

Laura Coci e Roberto Del Piano presenteranno invece un’antologia di testi tratti dalla produzione dello scrittore Beppe Fenoglio di cui quest’anno ricorrono i cento anni della nascita.

Giovanna Boccalini: storia di una lodigiana. Mostra fotografica con approfondimenti di storia locale e nazionale

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Continuano gli eventi per celebrare i 120 anni della nascita di Giovanna Boccalini, emerita nostra concittadina: in occasione della Giornata Internazionale della Donna, CGIL di Lodi in collaborazione con Ilsreco, Toponomastica femminile, Snoq Lodi, Consigliera di Parità di Lodi, UDI Nazionale, SISS, Società Generale Operaia di Mutuo Soccorso di Lodi e Lo Sguardo di Giulia propone una mostra fotografica su Giovanna Boccalini con approfondimenti di storia locale e nazionale.

La mostra si propone di raccontare attraverso fotografie, documenti e testimonianze orali, che si possono ascoltare inquadrando i QR code presenti sui pannelli, la vicenda biografica di Giovanna Boccalini a partire dalle sue origini lodigiane fino al suo impegno di carattere politico, sociale e a favore dell’emancipazione femminile. La mostra si arricchisce poi di pannelli di approfondimento a cura delle associazioni ed enti promotori sull’Unione Donne Italiane, sulle figure di lodigiane illustri, sul rapporto donna e sport durante il fascismo, sulle donne lodigiane nella Resistenza, sulla Società Generale Operaia di Mutuo Soccorso di Lodi e sulla Colonia Caccialanza.

La mostra sarà inaugurata il 4 marzo 2022 alle ore 11,00 con interventi di Francesca Di Bella componente della Segreteria CGIL;

Alice Vergnaghi docente, delegata Ilsreco e Soc. Gen. Op. M. S. Lodi e curatrice della mostra; Rosangela Pesenti delegata UDI Nazionale; Danila Baldo vicepresidente di Toponomastica Femminile e delegata Snoq Lodi.

La mostra sarà visitabile nel cortile della Camera del Lavoro Territoriale di Lodi (via Lodivecchio 31) nelle giornate del 4, 5, 6 marzo 2022 e del 2 e 3 aprile 2022 dalle ore 9.00 alle 12.30 (9.45-12.15 di domenica).

L’esposizione sarà invece visitabile all’interno della sede della Camera del Lavoro con esibizione del Green Pass nei restanti giorni, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 12.30 e dalle 14.00 alle 17.30 e fino al 4 aprile 2022.

Sarà data la possibilità alle scuole di visitare la mostra nelle giornate del 4, 5 marzo 2022 e del 2, 4 aprile 2022, dalle ore 9. alle ore 12.30 nel cortile della Camera del Lavoro su prenotazione tramite mail a alice.vergnaghi@gmail.com.

Il 2 aprile 2022 dalle 10,00 alle 12,30 saranno presenti Alice Vergnaghi e lo storico Marco Giani per guidare le visitatrici e i visitatori nel percorso della mostra.

La mostra rimarrà a disposizione di enti, associazioni e scuole che volessero esporla facendo richiesta alla Camera del Lavoro alla seguente mail a francesca.dibella@cgil.lombardia.it

Ilsreco, Giorno del Ricordo 2022: il confine orientale tra storia e memoria

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Per celebrare il Giorno del Ricordo, Ilsreco (Istituto lodigiano per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea) e Aned (Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti) promuovono venerdì 11 febbraio, alle 21.00, un evento in diretta streaming sul tema Il confine orientale tra storia e memoria; sarà possibile seguire l’evento sulla pagina Facebook Ilsreco-Lodi oppure vederlo, e rivederlo, anche in giorni e tempi successivi.

Come noto, la legge istitutiva del Giorno del Ricordo − n. 92 del 30 marzo 2004 − assegna a questa ricorrenza del calendario civile nazionale il compito di «conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale». Nello spirito del dettato legislativo, Laura Coci (presidente Ilsreco) e Ivano Mariconti (vicepresidente Ilsreco e delegato Aned) proporranno una riflessione sulla storia del confine orientale italiano, ripercorrendone le vicende a partire dall’aggressività del fascismo di frontiera, dall’incendio del Narodni Dom (la Casa della cultura slovena di Trieste), dalla feroce occupazione italiana dei territori jugoslavi e dall’internamento della popolazione civile autoctona; per giungere, poi, alla tragedia delle foibe istriane (autunno 1943) e giuliane (primavera 1945) che colpisce la comunità italiana, all’abbandono da parte di questa delle città di Zara, Fiume, Pola e dell’Istria che i trattati di pace assegnano alla Jugoslavia, all’arrivo e all’accoglienza in Italia dei profughi in centri di raccolta, spesso in condizioni di estremo disagio.

Concluderà l’evento la testimonianza di Luigi Bologna, secondogenito di Mario e Giuseppina Lugnani, esuli da Isola d’Istria e giunti a Lodi con il primo figlio, Silvio, nel dicembre 1953.

«Le stragi, le violenze, le sofferenze patite dagli esuli giuliani, istriani, fiumani e dalmati non possono essere dimenticate, sminuite o rimosse. − ammoniva il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del Giorno del Ricordo 2018 − Esse fanno parte, a pieno titolo, della storia nazionale e ne rappresentano un capitolo incancellabile, che ci ammonisce sui gravissimi rischi del nazionalismo estremo, dell’odio etnico, della violenza ideologica eretta a sistema».

 

Pippo non lo sa

ILSRECO – ANPI – ANED – Giorno della Memoria 2018

PIPPO NON LO SA – Canzoni e jazz come forma di resistenza al fascismo

«Lo Swing è veramente un caso patologico. Come arrestare l’epidemia? Il rimedio c’è. Il suo nome è: Manganello». L’affermazione è tratta da un pezzo pubblicato dal «Corriere della sera» il 9 gennaio 1942, di  sorprendente ferocia nei confronti di swing, jazz (anzi: ‘gez’, poiché il fascismo bandisce i  forestierismi) e ‘canzonette cretine’ (il riferimento è a Gorni Kramer, Natalino Otto e Trio Lescano): generi musicali amati (testualmente) da negri, ebrei, massoni e rammolliti. E non si tratta di un caso isolato, né marginale: il regime fascista tenta, per altro senza successo, il controllo ossessivo della vita musicale con un atteggiamento dichiaratamente persecutorio nei confronti di musicisti e autori invisi e ritenuti ‘degenerati’, devianti rispetto alla consolidata, cosiddetta tradizione italiana. D’altra parte, però, il duce e il suo regime utilizzano, a fini propagandistici, canzoni e mezzi di diffusione della musica di recente invenzione: i dischi e la radio.

Dopo l’approfondimento dedicato nel 2017 a musica e politica nella Germania nazista, Ilsreco – Istituto lodigiano per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, in collaborazione con Anpi e Aned, dedica anche quest’anno al tema della musica l’iniziativa del Giorno della Memoria, che si celebra il 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa, affinché la memoria possa essere da antidoto al ripetersi della tragedia.

L’evento – che ha il titolo di una celebre canzonetta derisoria nei confronti di uno dei gerarchi più in vista del regime – si terrà lunedì 29 gennaio, alle 21.00, nella sala Granata presso la Biblioteca Comunale Laudense. A nome di Ilsreco, parleranno Laura Coci, Roberto Del Piano (bassista jazz e d’avanguardia, protagonista di una storia musicale variegata con un’ampia discografia all’attivo) e Ivano Mariconti: il percorso toccherà Mussolini musicista e il controllo dei media nel regime fascista, attraverso l’istituzione del Ministero della Cultura Popolare; la musica coloniale e la canzone di guerra; il jazz e le canzoni di opposizione al regime: valga per tutti il caso di Natalino Otto, citato nel Partigiano Johnny di Beppe Fenoglio come musicista resistente. Nel corso della serata saranno proposti ascolti musicali e letture di testi effettuate da ragazze e ragazzi della 4A LES (liceo economico sociale) del Maffeo Vegio di Lodi.

Alle e agli studenti sarà invece dedicata la mattinata di giovedì 25 gennaio: nell’aula magna del Liceo Gandini, alle 11.00, la scrittrice Edgarda Ferri, autrice del libro Un gomitolo aggrovigliato è il mio cuore. Vita di Etty Hillesum, parlerà della grande filosofa olandese di origine ebraica, morta ventinovenne ad Auschwitz nel 1943.

 

a cura di Laura Coci, Ilsreco