Spettacolo teatrale “Al di là delle Alpi” a Borgosesia per il Giorno della Memoria

In occasione del prossimo Giorno della Memoria, lunedì 27 gennaio 2020, al Cinema Lux di Borgosesia, alle ore 21, sarà rappresentato lo spettacolo teatrale, musicale e multimediale Al di là delle Alpi. Idea, soggetto e testi di Flavia Grosso, con Mirko Cherchi e Rosalba Coppo.
L’iniziativa è organizzata da Atelier-Laboratorio delle buone idee con il patrocinio dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia, del Comune di Valdilana, della Biblioteca e centro studi sugli Ebrei in Piemonte “Davide Cavaglion” e la collaborazione di DocBi-Centro studi biellesi e Il Prisma-Associazione culturale.
Biglietto d’ingresso: euro 10.
È gradita la prenotazione all’indirizzo e-mail atelier.labdellebuoneidee@gmail.com o istituto@storia900bivc.it.
Lo spettacolo debutta al Teatro Giletti di Ponzone Biellese (Valdilana) venerdì 24 gennaio, alle ore 21.

La storia

Novembre 1942, seconda guerra mondiale. A Saint Martin Vésubie, un villaggio francese ai confi­ni col Piemonte, si concentra una comunità ebraica di circa 1.200 persone che, nonostante le persecuzioni razziali in atto in tutta l’Europa, vive normalmente, sotto il controllo dell’esercito italiano.
In questa particolare atmosfera possono nascere anche amicizie e unioni sentimentali. Federico Strobino, ufficiale dell’Esercito Regio, in servizio presso questi territori, e Rimma Dridso, profuga ebrea, si conoscono e si innamorano. Sono mesi di vita e intensa passione vissuti nella speranza che la guerra abbia termine al più presto.
Tutto precipita la sera dell’8 settembre 1943, il generale Badoglio proclama alla radio la fi­rma dell’armistizio. Un fremito percorre l’Europa intera ma non è la fi­ne del conflitto, è l’inizio di un incubo. L’esercito entra nel caos, i tedeschi da alleati diventano nemici, una sola cosa è chiara a Saint Martin Vésubie: bisogna scappare, tutti, militari e profughi, scappare verso il Piemonte dove si spera di trovare la libertà.
Federico Strobino non esita, la sera del 9 settembre 1943 si mette in contatto con il comitato ebraico e organizza la fuga di 400 ebrei attraverso le Alpi. Porta con sé anche due donne: la compagna Rimma, che attende un figlio da lui, e Vera, la giovane sorella di lei.
È una traversata drammatica, pochi hanno un abbigliamento adatto, i soldati si prodigano e aiutano donne, anziani e bambini ma, nonostante questo, qualcuno allo stremo delle forze rinuncia a proseguire il cammino e torna indietro.
Giunti a Borgo San Dalmazzo i fuggiaschi trovano appesi manifesti che li invitano a presentarsi al Comando germanico presso la caserma degli Alpini. I più stanchi, i rassegnati che non ce la fanno a sopportare altro si consegnano. La solidarietà della popolazione locale è grande, molti nascondono gli ebrei nelle proprie case, nelle stalle, nelle baite. Sacerdoti coraggiosi falsifi­cano i loro documenti per proteggerli. C’è anche chi per denaro li denuncia.
Federico, Vera e Rimma dopo giorni e giorni di estenuante cammino giungono ai Boschi di Pistolesa. Poco distante, a Mosso Santa Maria, abitano i genitori di Federico e qui fra le nostre montagne ci sarà un posto sicuro per le due donne e il bambino che fra poco nascerà. Nel frattempo questi luoghi diventano teatro della cruenta e sanguinosa lotta per la liberazione.
Vera e Rimma resteranno nella nostra valle per circa tre anni. Non racconteranno a nessuno di essere ebree e grazie a ciò nessuno scoprirà il loro segreto. La gente dei Boschi le accoglierà e aiuterà con discrezione e generosità.
La relazione fra Federico e Rimma si concluderà nell’estate del 1946, Federico si trasferirà a Genova, Rimma tornerà con il ­figlio a Saint Martin Vésubie e successivamente a Nizza. Vera andrà a Torino e diventerà un’importante redattrice della casa editrice Einaudi.

Locandina