Azionismo e sindacato. Vita di Antonio Armino

Stefano Musso, docente di storia contemporanea presso la facoltà di scienze politiche dell’Università di Torino, e Rocco Lentini presidente dell’Istituto “Ugo Arcuri” cureranno la presentazione del libro di Pino Ippolito “Azionismo e sindacato. Vita di Antonio Armino”. L’iniziativa organizzata dal Circolo Armino e dall’Istituto “Ugo Arcuri” si svolgerà presso la sede della Società operaia di Mutuo Soccorso.
Antonio Armino (Palmi, 5 novembre 1901 – Napoli, 23 ottobre 1956) è stato un politico italiano, uno dei protagonisti dell’antifascismo meridionale, tra i fondatori del Partito d’Azione e direttore del giornale «L’Azione», leader della corrente azionista della Camera Generale del Lavoro, Consultore di Stato. La sua attività politica ebbe inizio fin da giovanissimo.
Trasferitosi a Napoli, per il prosieguo degli studi e il conseguimento della laurea in Legge, entrò ben presto in contatto con gli ambienti antifascisti locali, svolgendo attività clandestina con i movimenti di «Libera Italia» e di «Giustizia e Libertà» e partecipando alla fondazione del Partito d’Azione; attività per le quali patì l’arresto e la prigionia nelle galere fasciste. Armino fece parte del primo Comitato Direttivo del Partito d’Azione e fu tra i più stretti collaboratori di Pasquale Schiano. Fu nel comitato direttivo della sezione partenopea del Centro Meridionale, creata per decentrare parte dell’attività politica. Nell’agosto del 1943 indusse Francesco De Martino, massimo rappresentante della posizione socialista all’interno del Pd’A e poi più volte segretario nazionale del PSI, ad aderire al Partito.
Negli anni 1943-45 Antonio Armino, insieme a Pasquale Schiano e Francesco De Martino, promosse numerose iniziative e manifestazioni in tutto il Mezzogiorno, con le quali si accusava in particolare la monarchia di aver impedito la formazione di una classe politica meridionale. Pasquale Schiano gli delegò l’opera di organizzazione del Pd’A in Calabria.
Protagonista della prima esperienza di fare sindacato in Italia dopo il Ventennio fascista, é tra gli artefici della rinascita del sindacato nel novembre 1943 pochi mesi dopo la liberazione di Napoli, partecipando altresì alla rifondazione della Camera del lavoro e del Segretariato meridionale della Cgil. Ad Armino va ascritto il merito di aver riorganizzato, nell’Italia liberata e in condizioni di estrema difficoltà, le organizzazioni operaie anticipando molte delle acquisizioni del sindacalismo moderno.
Infaticabile organizzatore, operò per il rilancio della organizzazione sindacale in tutto il Mezzogiorno, con un’azione sindacale che gli consentì di collaborare attivamente con il gruppo dei comunisti rivoluzionari che faceva capo a Enrico Russo. Nel 1950, Antonio Armino, fu tra i fondatori della Federazione Italiana del lavoro, oggi Uil. Di seguito, divenne segretario della Camera sindacale di Napoli e Ispettore regionale per la Campania.
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