Corso di formazione: MIGRAZIONI: LA CHANCE DELLA DIVERSITÀ, LE OPPORTUNITÀ DELL’INCONTRO

Mobilità, pluralità, meticciato. E, ancora, accoglienza, corridoi umanitari, rimesse, cooperazione, odi latenti e nuovi scenari. Quando si parla di migranti, ci si schiera sempre ideologicamente e pochissimo o niente si cerca di comprendere. Intanto, si deve iniziare dalle domande più importanti, e a ben vedere le più semplici: cosa spinge i migranti a partire? Quali effetti producono le migrazioni su chi resta? Quali sono le ricadute sulle popolazioni autoctone dei paesi ospitanti, che poi è il tema che, egoisticamente, forse paradossalmente, ci interessa di più. C’è la storia del colonialismo e non solo da considerare, le conseguenze economiche e politiche da valutare, le strategie da attuare: insomma è in gioco il futuro del mondo nostro e dei nostri figli, e non si devono lasciare le leve del potere ai “dilettanti”. Dovremmo informarci meglio tutti. Sarebbe necessaria una “disponibilità dei ceti più abbienti a finanziare il trasferimento di risorse verso quelli più bisognosi”, come dice Paul Collier, autore del testo Exodus (Oxford University Press, 2015): stato sociale e fiducia in un sistema fiscale efficiente, insomma. E quindi, al di là delle problematiche che “ci passano sopra la testa”, che dipendono dalle politiche internazionali, dall’economia mondiale, sarebbe bene farsi un esame di coscienza. Quali soluzioni allora? Alcune ipotesi, da affrontare nel corso delle giornate di incontro previste: l’apertura di canali legali di ingresso anche ai migranti economici, in modo da disincentivare gli sbarchi; la gestione del fenomeno a livello europeo; l’accelerazione delle pratiche di riconoscimento di asilo; l’investimento in politiche accelerate e mirate di integrazione linguistica e culturale, e di formazione professionale e orientamento al lavoro a uso anche degli autoctoni.
Insomma, sarebbe necessario parlare più di integrazione e meno di semplice accoglienza, spendere produttivamente, costruendo il futuro. Contro la storia dell’umanità – una storia fatta di mobilità, di pluralità di culture, di ibridazione continua – non si può andare. Dobbiamo imparare in fretta, che il mondo del futuro è alle porte, e combattere battaglie di retroguardia – come proclami di chiusure e di respingimenti senza alcuna possibilità di riuscita – è, oltre che inutile, controproducente. Ecco perché sarebbero necessari discorsi di “addetti ai lavori”, per avviare di conseguenza una progettualità costruttiva, virtuosa, positiva. Perché, piaccia o no, i migranti sono oggi un problema e potrebbero, anzi devono, diventare “risorse”.
Il futuro di tutti noi, volenti o nolenti, sarà meticcio.
Questo è l’obiettivo di questo corso di formazione, che sarà tenuto dai più importanti specialisti italiani che si sono occupati dei vari aspetti della questione migrazioni: un’occasione unica per i docenti, ma anche per gli studenti, di affrontare il tema utilizzando le risorse più approfondite e aggiornate.

Il corso si terrà presso l’Isral, via Guasco, 49 – Alessandria, dalle 15.00 alle ore 18.00 secondo il seguente calendario:

20 febbraio Marco Aime
L’invenzione delle razze

26 febbraio Simohamed Kaabour
La scuola e le strategie di valorizzazione della pluralità

5 marzo Alessandra Ballerini
Migrazioni: gli aspetti giuridici

20 marzo Maurizio Bergamaschi
L’Italia e le migrazioni internazionali: fasi e cicli in una prospettiva globale

27 marzo Francesco Surdich
Stereotipi dell’alterità nella letteratura di viaggio

2 aprile Maurizio Ambrosini
Migrazioni, confini, libertà: un rapporto selettivo

11 aprile Bruno Barba
Il nostro futuro? Meticcio, come sempre

16 aprile Francesco Remotti
Somiglianze: presupposti e politiche della convivenza

 

La scheda di iscrizione allegata dovrà essere inviata all’indirizzo: didattica@isral.it a partire dal 12 febbraio 2019 e sino al 10 marzo 2019. Nel corso del primo incontro verranno precisate le modalità d’iscrizione online sulla piattaforma S.O.F.I.A utilizzando le proprie credenziali di accesso. Sarà rilasciato un attestato di frequenza a fronte della partecipazione al 75% degli incontri

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