Stato sociale anni Cinquanta: le carte dell’ENAOLI di Rispescia

Lunedì 13 aprile, alle ore 16, nella biblioteca “F.Chioccon” dell’Isgrec (Cittadella dello Studente), si terrà l’incontro “Stato sociale anni Cinquanta: le carte dell’ENAOLI di Rispescia”, al quale parteciperanno Gabriela Todros (Soprintendenza archivistica per la Toscana), Nicola Labanca (Università di Siena), Marco Simi (Ricercatore dell’ISGREC).

L’archivio della Fattoria-Scuola ENAOLI (Ente Nazionale Assistenza Orfani dei Lavoratori Italiani) di Rispescia – oltre 220 buste – è un piccolo tesoro: alla ricchezza qualitativa delle carte si accompagna una completezza quantitativa assolutamente straordinarie, che riesce a restituire il quadro particolareggiato della vasta gamma di attività della Scuola professionale di formazione agricola.

Il fondo, che rischiava seriamente il disfacimento, è stato acquisito dall’Istituto grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea, che, grazie al lavoro del ricercatore Marco Simi, vincitore di una borsa di studio della Regione Toscana nell’ambito del programma “Giovani Sì, ma consapevoli” 2014-2015, ha portato a compimento la sistemazione delle carte, una fase di mappatura preliminare della consistenza archivistica del fondo ENAOLI che offre alla ricerca e alla consultazione uno strumento prezioso e già operativo.

La Scuola professionale di formazione agricola di Rispescia, e l’Azienda di produzione agroalimentare ad essa associata, vennero costruite ed organizzate su iniziativa dell’Ente Nazionale Assistenza Orfani dei Lavoratori Italiani con lo scopo di prendersi cura dell’educazione morale, civile e professionale sino ai 18 anni degli orfani dei lavoratori; alla fine del percorso educativo era previsto l’avviamento professionale e il collocamento degli orfani assistiti. I lavori di edificazione, iniziati nel 1952, si conclusero nel 1955. La struttura poteva dirsi a pieno regime a partire dal 1958; fra il 1955 e il 1973 vi furono ospitati circa 650 ragazzi, in maggioranza provenienti dal Sud e dalle Isole, in seconda battuta dalla provincia di Grosseto e più in generale dal Centro Italia. L’attività dell’Ente proseguì fino al 1977, anno in cui ne fu decretata la soppressione nell’ambito della più generale riforma sulle autonomie locali e sul decentramento dei poteri alle Regioni.

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