Storia anconitana del tempo di guerra

ZizodePalumbelaZizò de Palumbèla
Storia anconitana del tempo di guerra
Spettacolo teatrale in occasione del 70° anniversario del bombardamento aereo su Ancona del 1 novembre 1943
Ancona – Teatro Sperimentale
venerdì 1 novembre 2013 – ore 21
sabato 2 novembre 2013 – ore 17.30 e ore 21

Iniziativa in collaborazione con Teatro del Sorriso e Comune di Ancona e con il patrocinio di Istituto Storia Marche e ANPI-Ancona

La trama
Ancona, estate 1944.
La città, occupata dai tedeschi, è ridotta ad un cumulo di macerie, stremata da mesi di incessanti incursioni aeree con le quali gli Alleati tentano di piegare l’ostinata resistenza nemica, prima dell’assalto finale. Chi ha potuto si è rifugiato in campagna, cercando di sopravvivere alla furia tragica di una guerra che non risparmia nessuno, e che miete vittime sempre più numerose tra la popolazione civile. Tra le tante famiglie sfollate c’è anche quella di Peppe, detto “Rechiafina” per la sua evidente sordità, postino in pensione, comunista, ricercato dai fascisti per le sue idee politiche, sparito misteriosamente dopo aver portato al sicuro i suoi cari da alcuni conoscenti in contrada Pappagallo, l’attuale via del Castellano. Ci sono sua moglie Matilde, energica e coraggiosa, prezioso sostegno per tutta la famiglia, la figlia Anita, distrutta dalle privazioni e dalla mancanza di notizie del marito, disperso in Russia, con i suoi due bambini piccoli, Dùciu e Mariulì, e infine Righétu, fratello di Peppe, vecchio vetturale pensionato, brontolone e scansafatiche. Per tutti, alle prese con i bollini del razionamento, il pericolo dei bombardamenti, la fame, il mercato nero, la speranza è una sola: una rapida vittoria delle truppe Alleate, che ponga fine a mesi di lutti e sofferenze inaudite. Molti anconetani, per affrettare la liberazione della loro città, collaborano con i partigiani della Resistenza, nonostante il pericolo di essere scoperti e consegnati ai tedeschi. Tra questi, Peppe: dal suo rifugio della Grancetta trasmette informazioni agli Alleati con dei piccioni viaggiatori, ma tradito da una soffiata, e braccato dalla Gestapo, è costretto nuovamente a fuggire, cambiando identità. Coperto da documenti falsi e da un travestimento si presenta a Forte Scrima per arruolarsi nell’ U.M.P.A., un corpo volontario di pronto intervento che ha il compito di spegnere gli incendi e di estrarre dalle macerie le persone rimaste intrappolate dopo le incursioni aeree. Compiti rischiosi, nei quali molti volontari persero la vita, ma che contribuirono non poco ad alleviare le sofferenze della popolazione civile in quei terribili mesi di guerra. A Forte Scrima Peppe ritrova alcuni vecchi amici e compagni di bevute: Cianca, detto così per la sua andatura claudicante, il balbuziente Scùfia, e infine Zizó, responsabile della squadra con il grado di caporale, che ha perduto la moglie e il figlio sotto le bombe. I quattro uomini, finiti a Forte Scrima per motivi diversi, si ritrovano gomito a gomito a contatto con la sofferenza e con la morte, maturando una consapevolezza che farà riflettere ognuno di loro sulla propria vita e sul proprio destino, facendo riaffiorare in ciascuno una profonda e sofferta umanità. In particolare Zizó, a cui Peppe ha raccontato tutto, è turbato dal confronto tra la propria vita, fino a quel momento ritenuta vuota ed inutile, e il coraggio dimostrato dal suo vecchio amico, pronto a sacrificarsi per i propri ideali. Il 16 luglio 1944, quando le SS irrompono a Forte Scrima per arrestare Peppe, oramai scoperto, Zizó, in un supremo slancio di generoso eroismo, scambia i suoi documenti con quelli dell’amico, facendosi deportare in Germania al suo posto. Dopo due giorni Ancona venne liberata