Concorsi

“Il calendario della Costituzione”

Concorso per le scuole primarie e secondarie di primo grado

di Roma e provincia – a.s. 2017-2018

L’Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza, in occasione del Settantesimo anniversario della entrata in vigore della Costituzione, indice un concorso finalizzato a premiare la creazione di un calendario dedicato ai Principi Fondamentali, ovvero ai primi dodici articoli della nostra Carta costituzionale, e nel quale siano evidenziate le date del calendario civile.

Il calendario dovrà essere dell’anno 2018 e dovrà essere consegnato nella sua forma materiale, non online. Ogni mese dovrà necessariamente essere dedicato a un principio fondamentale secondo questo ordine: gennaio-articolo 1, febbraio-articolo 2 e così via fino a dicembre-articolo 12.

È possibile partecipare al concorso con diverse tipologie di calendario – calendario da tavolo, da muro a più pagine, poster o altro –; non ci sono limitazioni in quanto a dimensioni,realizzazione grafica, materiale utilizzato nella creazione.

Prima di confezionare il calendario la classe partecipante dovrà compiere un percorso di conoscenza e riflessione sulla Costituzione, sui Principi Fondamentali e sulle date del calendario civile. Il materiale prodotto durante questo percorso (disegni, pensieri degli studenti, immagini d’epoca, altro…) dovrà confluire nel calendario.

Per date del calendario civile si intendono quelle che la Repubblicagià festeggia (25 aprile, 1 maggio, 2 giugno) o che ricorda (3 ottobre, 27 gennaio, 10 febbraio…). Potranno altresì essere evidenziate altre date ritenute importanti dalla classe, perché significative per la cittadinanza del territorio in cui la scuola è inserita, relativamente a eventi della guerra di Liberazione nazionale o a personaggi vissuti nel quartiere, che hanno dedicato la loro vita al servizio della Repubblica dalla sua nascita ai giorni nostri.Ogni classe è libera di evidenziare le date e dare spiegazione della scelta, secondo le modalità dettate dalla propria fantasia.

L’obiettivo didattico è quello di avvicinare gli studenti al testo della Costituzione, affinché possano riscoprire la valenza dei principi in essa enunciati, farla propria sotto la guida degli insegnanti, renderla viva con i loro testi e i loro disegni. Con la ricerca delle date del calendario civile, inoltre, si intende sviluppare negli studenti la consapevolezza del rapporto tra storia e memoria e tra storia locale e nazionale.

L’Irsifar si propone di fornire un supporto ai percorsi di riflessione sulla Costituzione con indicazioni bibliografiche e con materiale multimediale, ed è disponibile per incontri di consulenza con i docenti.

Per partecipare al concorso inviare una e-mail a irsifar@libero.it entro il 31 gennaio 2018 specificando: nome della scuola, classe, sezione e docente.

I calendari dovranno pervenire all’Irsifar – a mano o per posta – entro il 30 marzo 2018. Essi saranno esaminati e selezionati da una Commissione di valutazione. Le classi finaliste verranno convocate per la premiazione presso la Casa della Memoria e della Storia il 10 maggio 2018.

Il concorso “Il calendario della Costituzione” ha ottenuto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il logo ufficiale per le celebrazioni del 70° anniversario della Costituzione italiana.

           

Premio “Nicola Gallerano”

tesi di dottorato in storia contemporanea

XVIII edizione – 2015

L’Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza, con i fondi messi a disposizione dalla famiglia Gallerano, bandisce il concorso al premio annuale intitolato alla memoria di Nicola Gallerano (1940-1996), docente di Storia contemporanea all’Università di Siena, presidente dell’Istituto negli anni 1977-1979 e 1989-1996.

Il premio è destinato al riconoscimento di una tesi di dottorato di ricerca inedita, discussa presso una università italiana nell’anno accademico in corso o nei tre anni accademici precedenti la data del presente bando (2011-2014). Le tesi dovranno vertere preferibilmente su uno dei seguenti temi che furono al centro della ricerca e della riflessione storiografica di Nicola Gallerano:

- Popolazioni civili e comportamenti collettivi durante le guerre del Novecento

- Pci, sinistra e democrazia nella storia d’Italia

- Memoria e uso pubblico della storia

- L’Italia tra le due guerre

- Roma e il Sud nell’Italia repubblicana

Il premio di Euro 1.500 (millecinquecento) sarà assegnato entro il mese di febbraio 2016 a giudizio insindacabile di una commissione nominata dal Comitato direttivo dell’Istituto.

Le tesi dovranno pervenire entro il 24 novembre 2015 a: Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza – Casa della Memoria e della Storia – via S. Francesco di Sales, 5 -00165 Roma, tel. e fax 06/6861317

Le tesi non saranno restituite, ma saranno conservate in uno specifico fondo della biblioteca.

Unitamente a una copia della tesi i concorrenti dovranno allegare la seguente documentazione:

1) domanda di partecipazione con l’indicazione del nome, cognome, data e luogo di nascita, domicilio, recapito telefonico ed eventuale permesso per la consultazione della tesi da parte di studiosi utenti della biblioteca;

2) attestato di conseguimento del titolo di dottorato di ricerca con l’indicazione della data di discussione della tesi;

3) sintesi della tesi di non più di duemila parole.

4) curriculum degli studi e dell’attività di ricerca.

Roma, giugno 2015

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Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza

Casa della Memoria e della Storia, via S. Francesco di Sales, 5

00165 Roma, tel. e fax 06/6861317, e-mail: irsifar @libero.it

Premio “Nicola Gallerano”
                                       tesi di dottorato in storia contemporanea
                                                         XVII edizione – 2014

Sulla base del lavoro svolto dalla Commissione esaminatrice per l’assegnazione del premio “Nicola Gallerano”- XVII, composta da Francesco Piva, Patrizia Salvetti, Francesca Socrate, il Comitato direttivo dell’Irsifar ha proclamato vincitore

Federico Goddi per la tesi di Dottorato di ricerca in Storia moderna e contemporanea, Occupazione italiana e giustizia militare in Montenegro (1941-1943), Università degli Studi di Genova, tutor: Ferdinando Fasce, Nicola Labanca

La commissione esaminatrice ha inoltre considerato degna di segnalazione la tesi di

Marianna Scarfone, La psichiatria coloniale italiana. Teorie, pratiche, protagonisti, istituzioni 1906-1952, (Università Ca’ Foscari Venezia – Dottorato in storia sociale dell’Europa dal medioevo all’età contemporanea).

 

GIUDIZI

Federico Goddi, Occupazione italiana e giustizia militare in Montenegro (1941-1943), Università degli Studi di Genova – Dottorato in Storia moderna e contemporanea, tutor: Ferdinando Fasce, Nicola Labanca

 

 

La commissione, unanime, ha attribuito il premio “Gallerano” 2014-15 alla ricerca di Federico Goddi in considerazione del fatto che l’indagine si distingue per la spiccata originalità del tema trattato, per la peculiare ricchezza  delle fonti (di non facile reperimento e organizzazione), per il rigore dell’analisi sviluppata e per l’interesse dei risultati ottenuti.

Il tema del ruolo delle forze armate italiane durante la guerra fascista 1940-1943 come forze di occupazione è stato approfondito seriamente dalla storiografia  solo negli ultimi anni. Per quanto esistano ormai alcuni studi sulle occupazioni italiane nei Balcani, il caso del Montenegro era rimasto e rischiava di rimanere sconosciuto: manca infatti un fondo archivistico specifico di base, come per gli altri casi (Slovenia, Croazia, Dalmazia, Albania, Grecia). Eppure il caso montenegrino  è importante, perché costituì la prima e la più lunga occupazione dell’Italia nell’area dei Balcani e rappresentò quindi fondamentale riferimento per le successive occupazioni; inoltre, in Montenegro si sviluppò una delle resistenze locali più forti.

L’indagine è fondata su un ampio  confronto con la più recente storiografia italiana e internazionale sulle forme di dominio instaurate nelle occupazioni naziste e fasciste, e su una pazientissima opera di ricerca e collazione di informazioni in un grande numero di fondi archivistici diversi: politici, diplomatici, militari, economici (Banca d’Italia ad esempio) ecc. Un ampio uso è fatto inoltre della memorialistica italiana. Goddi fa persino ricorso ad alcune fonti in lingua locale e ha tratto vantaggio da una consultazione di carte italiane non ritornate (da dopo la seconda guerra mondiale) nella Penisola ma rimaste fra Belgrado e il Montenegro.

Il cuore dell’analisi è rappresentato da una prospettiva originale: la fonte primaria del lavoro è infatti costituita dalla documentazione inedita del Tribunale militare di Cettigne che operò in Montenegro tra il 1941 e il 1943. I fascicoli processuali hanno permesso di ricostruire: a) le diverse fasi dell’occupazione e delle sue finalità, con particolare riferimento alla dimensione economica, sinora trascurata dalla storiografia;  b) la rete a spirale del dominio che dal Tribunale si estendeva alle carceri e ai campi di concentramento;  c) l’andamento delle politiche repressive in rapporto sia alle personalità militari insediate al Governatorato  sia alle azioni dei “ribelli” montenegrini; d) le contraddizioni dell’alleanza finale con il movimento nazionalista cetnico.

In conclusione, grazie alla solida e critica impostazione storiografica e all’ampia conoscenza delle fonti, Goddi ricostruisce i principali avvenimenti e i più importanti tratti dell’occupazione italiana del Montenegro, non solo aggiungendo un altro importante tassello al mosaico che in questi ultimi anni comincia ad esserci meglio noto, ma spingendo a ripensare tutto il quadro della presenza fascista e italiana nei Balcani durante la guerra

Se  si tiene conto che i Balcani rappresentarono per Mussolini ed il regime uno dei maggior obiettivi della guerra fascista e del progetto di ‘Nuovo ordine mediterraneo’ che con essa si voleva realizzare, si capirà facilmente l’interesse, l’importanza e la novità di una ricerca come quella di Federico Goddi.

 

Marianna Scarfone, La psichiatria coloniale italiana. Teorie, pratiche, protagonisti, istituzioni 1906-1952, Università Ca’ Foscari, Venezia- Dottorato “Storia sociale dell’Europa dal medioevo all’età contemporanea.

La tesi affronta un tema nuovo per la storiografia italiana: la costruzione della psichiatria coloniale italiana come disciplina autonoma nel periodo che va dal 1906 al 1952.

Attraverso un’analisi competente e attenta di una ricchissima base documentaria (dalle cartelle cliniche alla letteratura psichiatrica coeva, alle relazioni sanitarie, alla documentazione privata degli psichiatri che operarono nelle colonie, agli atti di convegni dell’epoca, ecc) Marianna Scarfone ricostruisce la declinazione “coloniale” della teoria, della pratica e delle istituzioni psichiatriche, e il suo inestricabile intreccio con il paradigma razziale presente nelle teorie antropologiche dell’epoca.

 

        

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1943-1944 – Roma e il Lazio tra guerra, occupazione e Resistenza”

Concorso per le scuole di Roma e provincia –  a.s. 2013-2014

L’Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza – in occasione del settantesimo anniversario della guerra di Liberazione – indice un concorso finalizzato a premiare ricerche  prodotte dagli studenti e incentrate sugli eventi, i luoghi e i protagonisti che segnarono la storia della capitale e del paese durante il  periodo dell’occupazione tedesca, della Resistenza e della Liberazione, tra l’8 settembre 1943 e il 4 giugno 1944.

È possibile partecipare al concorso con  diverse tipologie di ricerca – testi, prodotti multimediali, itinerari sui luoghi della memoria, opere grafiche – imperniate sul periodo in esame, anche partendo dalla storia dell’istituto scolastico (es. intestazione della scuola, lapidi commemorative e toponomastica del quartiere, figure di studenti e docenti protagonisti della Resistenza o colpiti dalla persecuzione razziale e dalla deportazione).

L’obiettivo didattico è quello di avvicinare gli studenti alla metodologia della ricerca storica attraverso lo studio del territorio e i documenti d’archivio; con la pratica del laboratorio di storia si intende sviluppare nei giovani la consapevolezza  del rapporto fra storia e memoria e quello fra storia locale e storia nazionale.

L’Irsifar intende fornire supporto alle ricerche con indicazioni bibliografiche, archivistiche e con materiale multimediale, ed è disponibile per incontri di consulenza con docenti e studenti presso la Casa della memoria e della storia.

Il concorso è rivolto alle classi e agli studenti della scuola primaria e secondaria di I e II grado di Roma e provincia. Per partecipare inviare una mail a irsifar@libero.it entro e non oltre il 31 ottobre 2013 specificando: nome della scuola, classe, sezione, docente, titolo e tipologia della ricerca.

Le ricerche dovranno pervenire all’Irsifar  - a mano, per posta o via mail – entro il 31 marzo 2014. Esse saranno esaminate e selezionate da una Commissione di valutazione.   Le ricerche vincitrici per ciascuno dei tre ordini di scuola verranno premiate con buoni per l’acquisto di libri e DVD nel corso di un incontro presso la Casa della memoria e della storia entro il mese di maggio 2014.

Per informazioni: Irma Staderini, Irsifar
Casa della memoria e della storia- Via S. Francesco di Sales 5- 00165 ROMA
Tel. e fax: 066861317     e-mail: irsifar@libero.it
Sito web: www.italia-liberazione.it/roma-
Orario: dal lunedì al giovedì  10-18; venerdì 10-14
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  Premio “Nicola Gallerano”
                                       tesi di dottorato in storia contemporanea
                                                         XVI edizione – 2013

Vincitori ex-aequo:

Matteo Caponi, Una Chiesa in guerra. La diocesi di Firenze (1911-1926), Scuola Normale Superiore Pisa – Université de Paris Ouest (Nanterre – La Défense), Direttori di tesi Daniele Menozzi e Annette Becker

Concentrata sul caso specifico della Chiesa cattolica fiorentina durante la Grande Guerra, la ricerca mette a fuoco una questione di respiro italiano ed europeo: il rapporto tra religione, mobilitazione bellica e nazionalismo. L’esplorazione puntuale di una porzione geografica circoscritta, svolta attraverso uno scavo sistematico delle fonti, si traduce non solo nella ricostruzione analitica delle narrazioni, delle simbologie, dei rituali che saldarono fede cristiana e ideologia nazionale, ma in una convincente ed ampia indagine sulle interazioni tra culture religiose, messaggio nazional-patriottico, istituzioni, tessuto sociale. L’efficacia della ricostruzione è rafforzata dalla scelta della periodizzazione. Focalizzato sugli anni compresi tra il 1914 e il 1918, il lavoro prende l’avvio dalla guerra di Libia, attraversa analiticamente il conflitto, ricostruisce le elaborazioni delle liturgie funebri organizzate all’indomani della vittoria, fornisce interessanti spunti sugli effetti dell’acquiescenza alla violenza bellica prodotta dalla mobilitazione dei cattolici a favore della guerra per giungere sino all’instaurazione della dittatura.

Il lavoro si distingue, in conclusione, per originalità, completezza, ricchezza di articolazione, maturità di trattazione: la ricostruzione del microcosmo diocesano si rivela un laboratorio significativo di ben più ampie tendenze.

 

Elisa Guida, La strada di casa. Il ritorno in Italia dei sopravvissuti alla Shoah, Università degli Studi della Tuscia, Dottorato di ricerca in Storia d’Europa: società, politica, istituzioni (XIX-XX secolo), ciclo XXV. Direttore di ricerca: prof. Leonardo Rapone.

La tesi di Elisa Guida si segnala per la maturità della riflessione, per la chiarezza metodologica e per l’ampiezza della documentazione. Il risultato più concreto e immediatamente fruibile è la preziosa Appendice, che apporta un contributoimportanteai dati raccolti neIl libro della Memoria di Liliana Picciotto: vi sono elencate infatti leschede individuali relative al rimpatrio degli ebrei italiani sopravvissuti alla Shoah deportati dall’Italia (263 su un totale di 502 sopravvissuti) e dal Dodecanneso (114 su 177 per le quali l’A. ha potuto integrare glielementi anagrafici con la data del ritorno a casa o del rientro in Italia e con gli estremi archivistici dei documenti che ne hanno consentito l’individuazione.

L’Appendice è il punto di approdo di un percorso di ricerca e di riflessione che si snoda nel testo con l’obiettivo – in sintonia con gli indirizzi recenti della storiografia sulla Shoah – di inserire il periodo “persecutorio” (Auschwitz) in una dimensione cronologica e spaziale più ampia e comparata. Vari sono gli aspetti che si apprezzano in questo lavoro: la molteplicità, la varietà e la ricchezza delle fonti, ma anche la capacità di leggerle e incrociarle, la maturità metodologica (visibile nella capacità di‘tenuta’ del rapporto tra spazio dell’azione e tempo del racconto), la completezza dei riferimenti storiografici e,last but not least, una scrittura chiara, in cui il ricorso a concetti e categorie si stempera nella varietà dei registri linguistici, accompagnando il lettore nella strada dell’approfondimento di un pezzo centrale della storia del nostro Paese.

 

 

 

 

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PREMIO NICOLA GALLERANO
TESI DI DOTTORATO IN STORIA CONTEMPORANEA
XV edizione – 2012

 

 

PREMIO GALLERANO- XIV Edizione 2011

Il Comitato direttivo dell’Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza, su proposta della Commissione esaminatrice, formata da Anna Rossi-Doria, Patrizia Salvetti, Andrea Sangiovanni, ha dichiarato vincitrice del premio “Nicola Gallerano” – 2011 (XIV edizione) la tesi di dottorato di:

Matteo Stefanori, “Ordinaria amministrazione”: i campi di concentramento per ebrei nella Rsi (1943-1945). Università della Tuscia di Viterbo e Université de Paris X Nanterre (tutor proff. Gabriella Ciampi, Maria Ferretti)

MOTIVAZIONE- Il lavoro rappresenta un importante contributo alla storia della persecuzione antiebraica da parte della Repubblica Sociale Italiana per quanto riguarda sia l’aspetto specifico dei campi di concentramento per ebrei, sia temi generali quali il nesso fra le normative e la loro concreta attuazione, i rapporti fra autorità italiane e comandi tedeschi e le continuità, più profonde delle rotture, tra l’antisemitismo del regime e quello di Salò.
Dopo un maturo bilancio storiografico, a partire dagli studi sulle leggi del 1938, l’autore sviluppa una ricerca analitica sui campi basata soprattutto su ricche fonti archivistiche provenienti da vari fondi dell’Archivio Centrale dello Stato e da numerosi Archivi di Stato rimasti finora inesplorati (Bologna, Ferrara, Mantova, Padova, Parma, Piacenza, Val d’Aosta, Verona), oltre che dal Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano e dal Centre de Documentation Juive Contemporaine di Parigi.
Ne risulta un quadro complesso e in gran parte nuovo dei diversi procedimenti con cui le autorità italiane, a partire dai prefetti (che allora si chiamavano capi della provincia), ottemperarono alle misure adottate contro gli ebrei e dei modi, variegati a seconda delle situazioni locali, con cui vennero organizzati e gestiti i campi di concentramento. Di questi vengono ricostruite, oltre a una mappa, le diverse modalità di organizzazione, le scansioni della vita quotidiana, le cifre e le caratteristiche degli internati in ciascun campo.
Uno scavo particolarmente approfondito, relativo anche alle implicazioni della popolazione circostante e basato sia su documenti dell’Archivio di Stato di Padova che su testimonianze, viene condotto sul campo di Vo’ Vecchio, l’ultimo ad essere chiuso nel luglio 1944 dopo la deportazione dei suoi prigionieri nei campi di sterminio attuata dai nazisti.
La ricostruzione della « ordinaria amministrazione » mostra funzionari italiani ligi all’esecuzione dei propri compiti e in genere indifferenti ai loro risultati, salvo alcune eccezioni nella direzione dell’ostilità verso gli ebrei o invece dei tentativi di non consegnarli ai tedeschi.
Nel suo insieme il lavoro, se da un lato conferma e arricchisce alcuni punti già acquisiti dalla storiografia, quali l’autonomia rispetto al nazismo e i nessi con il razzismo coloniale dell’antisemitismo fascista, dall’altro lato apre nuove prospettive di ricerca sui caratteri e la diffusione di quest’ultimo e sulle reazioni della società italiana nei riguardi della persecuzione antiebraica.

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Premio “Nicola Gallerano”
tesi di dottorato in storia contemporanea
XIII edizione- 2010

La Commissione esaminatrice, composta da Agostino Bistarelli e Alessandra Staderini, ha dichiarato vincitrice del premio “Nicola Gallerano” – 2010 (XIII edizione) la tesi di dottorato di Nicola Adduci dal titolo “Il fascismo repubblicano a Torino (1943-1945)”, Università degli Studi di Torino, Dottorato di ricerca in Storia contemporanea, tutor: proff. Bruno Maida e Gianni Perona.

Il lavoro si distingue per originalità di argomento e approfondimento di tematiche relative non solo alla città di Torino ma, più in generale, alla Repubblica di Salò e agli anni della guerra civile. In particolare, il dottor Adduci ha dimostrato una notevole maturità storiografica nel trattare temi complessi e poco noti quali, ad esempio, le differenziazioni nella forza armata repubblicana e il passaggio dalla Polizia federale alla militarizzazione totale della Guardia repubblicana.
Il confronto fra partito e Stato è condotto attraverso una analisi delle relazioni del fascismo – oltre che con l’alleato tedesco – con tutti i soggetti della società torinese, Chiesa, industriali e “comunità cittadina”.
Il lavoro offre inoltre un notevole contributo all’analisi dell’intera Repubblica sociale, evidenziando come il caso torinese dimostri la possibilità di utilizzare la categoria di “totalitarismo relativo”, mostrando e indagando come le differenti forme di adesione alla politica fascista non si esauriscano nell’iscrizione al Partito fascista repubblicano.
E’ da evidenziare infine la ricchezza della bibliografia utilizzata e delle fonti primarie: oltre ai documenti consultati all’ACS e all’Archivio di Stato di Torino, soprattutto di carattere giudiziario, il dottor Adduci ha lavorato in numerosi altri archivi, sia locali che privati, che gli sono stati di grande aiuto per arricchire il quadro generale.
Il lavoro si conclude con una intelligente appendice biografica, che include settantadue protagonisti della vita politica del periodo.

Presso la Casa della memoria e della storia a Roma, il giorno 11 aprile 2011, nel corso della presentazione di “Fascismi periferici. Nuove ricerche. Annale IRSIFAR”, il Premio è stato consegnato da Maria Rosaria Gallerano a nicola Adduci.

Roma, aprile 2011

Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza
Casa della Memoria e della Storia, via S. Francesco di Sales, 5
00165 Roma, tel. e fax 06/6861317, e-mail: irsifar @libero.it

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>PREMIO GALLERANO 2009- XII edizione

Il Comitato direttivo dell’Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza, su proposta della Commissione esaminatrice, formata da Anna Balzarro, Lidia Piccioni, Francesco Piva, ha dichiarato vincitrice del premio “Nicola Gallerano” – 2009 (XII edizione) la tesi di dottorato di:

Dott.ssa Camilla Poesio, La repressione politica nell’Italia fascista e nella Germania nazionalsocialista. Dallo scardinamento dello Stato di diritto alla nascita di sistemi concentrazionari.
Discussa presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Tutor: Prof. Rolf Petri e Prof, Olivers Janz

Il lavoro della dott.ssa Poesio traccia la storia del confino di polizia nell’Italia fascista e della custodia preventiva (Schutzhaft) nella Germania nazista in quanto misure di repressione politica espressive di sistemi statali concentrazionari. Si tratta di una ricerca originale perché fondata su una comparazione transnazionale che non si limita a indicare somiglianze e differenze, ma cerca di approfondire intrecci culturali, politici e tecnici, sintetizzati dall’autrice nello “sguardo” che dapprima la Germania volge all’Italia e in quello che poi l’Italia volge alla Germania. Per rendere coerente e rigorosa la comparazione, l’analisi del confino si estende dal 1926 allo scoppio della Seconda guerra mondiale, mentre l’analisi della custodia preventiva è limitata al periodo 1933-1936, quando gli obiettivi perseguiti con l’internamento nei “primi” campi di concentramento (quelli non ancora strutturati sul lavoro coatto) e nei luoghi di detenzione rimasero gli stessi del confino politico, vale a dire colpire, isolare e criminalizzare attraverso misure puramente “amministrative” il “nemico interno”, l’oppositore politico.
L’ampia documentazione – raccolta in archivi italiani e tedeschi – ha permesso di tratteggiare un quadro piuttosto articolato delle due strumentazioni preventive. Una prima parte affronta gli aspetti istituzionali: le radici nell’Italia liberale e nella Germania guglielmina, il successivo perfezionamento filosofico-giuridico nella distruzione dello Stato di diritto, il ruolo, oltremodo flessibile e manipolabile, negli apparati repressivi delle due dittature, il funzionamento tecnico e le procedure, l’intreccio fra le misure di polizia e il sistema giudiziario. Una seconda parte si sofferma sulla vita quotidiana dei confinati e dei detenuti: dalle condizioni abitativo-alimentari alle violenze subìte, ai rapporti interni fra “i politici” e fra “i politici” e i criminali. Spunti interessanti sono forniti anche sui diversi e contrastanti atteggiamenti della popolazione civile che viveva nelle immediate vicinanze dei luoghi dove le due misure furono applicate.
In conclusione, la ricerca si distingue per la padronanza del dibattito storiografico, la capacità analitica delle fonti, la precisione nell’individuare aspetti nuovi o ancora poco conosciuti delle due istituzioni repressive messe a confronto. Merito precipuo è quello di mostrare la fondatezza dell’accostamento tra fascismo e nazionalsocialismo, sovente rifiutato dalla storiografia con la giustificazione che il regime mussoliniano non arrivò agli stermini perpetrati dai nazisti.

La Commissione esaminatrice ha inoltre segnalato le seguenti tesi per la ricchezza e la qualità dei risultati conseguiti:

Liviana Gazzetta, Le donne e l’ordine sociale cattolico. L’azione cattolica femminile nelle Venezie durante il ventennio, discussa presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, Dottorato di ricerca in Storia sociale europea. Tutor: proff. Mario Isnenghi, Giulio Battelli.
Con rigorosa documentazione e spiccate capacità analitiche, la dott.ssa Gazzetta ha ricostruito l’insediamento e gli sviluppi dell’associazionismo femminile cattolico nelle Venezie delle periodo interbellico, illustrandone l’attivismo nel “sociale”, volto alla restaurazione dell’“ordine cristiano” e alla difesa della “patria cattolica”. Questa prospettiva – ha sostenuto la studiosa – portò non solo a posizioni filofasciste ma innescò, soprattutto negli anni delle “sanzioni”, una osmosi tra il movimento femminile cattolico e il Pnf (e lo Stato) nel campo delle opere assistenziali.

Valentine Lomellini, Le relazioni tra la sinistra occidentale e l’opposizione in seno al blocco sovietico, 1968-1981. discussa presso la Scuola d’eccellenza Institute for advanced studies di Lucca, Dottorato di ricerca in Political systems and institutional changes. Tutor prof. Antonio Varsori.
Segnalata per l’impianto comparativo dell’analisi che si sviluppa con ampiezza di documentazione.
Entrando in consapevole discussione con le diverse interpretazioni storiografiche, la tesi ripercorre il rapporto tra i partiti comunisti occidentali (in particolare italiano e francese) e il dissenso espresso “oltre cortina”, evidenziandone le diverse e, spesso, contraddittorie fasi, strettamente legate alle dinamiche interne dei partiti stessi e dei rispettivi contesti nazionali.

Annacarla Valeriano, L’Abruzzo tra storia, memoria e immaginari. I film di famiglia come fonte. discussa presso l’Università di Teramo, Dottorato di ricerca in Culture, linguaggi e politica della comunicazione. Tutor prof. Guido Crainz.
Segnalata per la messa in evidenza, con padronanza metodologica, di una fonte inconsueta e innovativa per lo studio dell’età contemporanea.
La tesi, partendo da un’analisi dell’uso delle fonti iconografiche in storiografia, esamina in particolare i “film di famiglia” conservati presso l’Archivio audiovisivo della memoria abruzzese dell’Università di Teramo, leggendone la valenza documentaria attraverso la storia della società abruzzese del secondo dopoguerra e del suo incontro con il “miracolo economico”. Di particolare interesse gli spunti interpretativi suggeriti dai filmati legati ai percorsi dell’emigrazione.

Maurizio Zinni, Immagini del potere. Il fascismo nel cinema italiano da “Roma città aperta” ai giorni nostri, discussa presso l’Università di RomaTre, Dottorato di ricerca in Teoria e storia della formazione delle classi politiche. Tutor prof. Emilio Gentile.
La ricca e approfondita tesi analizza i film sul fascismo realizzati nell’arco dell’intero periodo che va dall’immediato dopoguerra alla fine del Novecento, prestando attenzione soprattutto a come veniva rappresentata la classe dirigente del Ventennio. Le pellicole spaziano a tutto campo dal genere comico a quello drammatico, dalla seria critica politica all’approccio spiccatamente satirico. La lettura della fonte filmica è intrecciata a quella delle recensioni e delle critiche cinematografiche che possono aver influenzato le scelte degli spettatori, con un’attenzione al dibattito storiografico sul fascismo. L’insieme del materiale raccolto consente dunque di documentare l’evoluzione del rapporto tra società italiana e passato fascista tenendo conto oltre che del contesto politico, anche dei gusti del pubblico e del riscontro economico ottenuto dagli incassi. Ad un’imponente filmografia si unisce una significativa bibliografia ragionata.

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