PREMIO GALLERANO- XV Edizione 2012

Il Comitato direttivo dell’Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza, su proposta della Commissione esaminatrice, formata da Agostino Bistarelli, Umberto Gentiloni, Andrea Sangiovanni, ha dichiarato vincitrice del premio “Nicola Gallerano” – 2012 (XV edizione) la tesi di dottorato di:

Marco Albeltaro, Per una biografia di Pietro Secchia (1903-1973).

Università degli studi di Torino (Tutor prof. Aldo Agosti, Giovanni De Luna, Gianni Perona)

MOTIVAZIONE- Il lavoro ricostruisce il percorso biografico di un protagonista del Novecento italiano, Pietro Secchia, anche nella convinzione che sia stato più citato che effettivamente studiato. La domanda storiografica a cui risponde la tesi è come questa biografia si possa inserire tra quelle dei rivoluzionari professionali, cercando di metterne in luce le specificità all’interno delle caratteristiche della categoria. Sottesa alla ricerca c’è dunque la domanda su chi era Pietro Secchia e non tanto quella su cosa faceva, dando corpo ad un ricco intreccio tra dimensione esistenziale e avvenimenti della storia politica italiana, partendo naturalmente dal ruolo ricoperto dal militante biellese nel movimento comunista. Il comunismo anche come stile di vita fa maturare, secondo Albeltaro, una identità nella quale determinazione e sacrificio segnano le tappe tipiche del militante rivoluzionario: la fabbrica, gli arresti, l’emigrazione, la clandestinità, la guerra. L’autore così accosta la sua analisi dei lavori storiografici a quella della auto rappresentazione di Secchia, svelando le mitologie costruite e intrecciando costantemente il dibattito sul rapporto dialettico che il protagonista ebbe con il movimento comunista con la sua sfera esistenziale.

L’ampiezza delle fonti archivistiche utilizzate e la padronanza della storiografia sul tema, arricchiscono queste chiavi metodologiche e interpretative che aiutano ad illustrare meglio sia le fasi interne alla biografia di Secchia (il periodo di formazione dell’identità fino al 1924, quella centrale del continuo impegno del dirigente politico fino al 1954, l’ultima, quella definita da Albeltaro, del risentimento e dello sconforto dell’ultimo ventennio di vita) che le periodizzazioni della storia politica, ma non solo, del movimento operaio italiano. Ne discende una convincente descrizione di come l’esperienze biografica di Secchia si estenda alla sua concezione della storia del PCI, in cui predomina la continuità come elemento di rassicurazione delle proprie scelte, di riunificazione di una dimensione dimezzata: i dubbi e il rovello del semplice militante e la certezza del dirigente. A volte Secchia lotta e opera nonostante se stesso, talvolta nonostante la realtà, secondo una acuta osservazione dell’autore.

 

La Commissione esaminatrice ritiene anche di segnalare la tesi di Milena Rombi intitolata La conoscenza della storia del Novecento in uscita dalla scuola secondaria di II grado (Univ. Roma La Sapienza, tutor Giorgio Asquini, Maria Lucia Giovannini, Lucio Pagnoncelli), per il rilevante spessore metodologico e per il contenuto di indubbio interesse.

Lascia un Commento