Abstract dell’Annale IRSIFAR

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I limiti dell’espansionismo fascista. Il fallimento dell’annessione alla provincia di Lubiana
Autore: Andrea De Santo
Pubblicato nel nº unico, anno 2006

Abstract: La provincia di Lubiana fu annessa al regno d’Italia nel maggio 1941, pochi giorni dopo la disgregazione della Jugoslavia, travolta dalla rapida offensiva militare dei nazifascisti. Per governare gli oltre trecentomila abitanti della nuova provincia – una popolazione compattamente slovena – Mussolini inviò il federale Emilio Grazioli, distintosi negli anni Trenta per lo zelo con cui portò avanti le politiche di italianizzazione forzata rivolte contro gli allogeni della Venezia Giulia. La debolezza dell’espansionismo fascista, chiuso ad ogni ipotesi di collaborazione con il ceto politico sloveno e incapace di articolare un intervento efficace sul campo della cultura e dell’economia, favorì la rapida crescita del movimento di liberazione, delle sue azioni armate e di boicottaggio. Le esigenze di ordine pubblico presero rapidamente il sopravvento su ogni altro aspetto: tra l’inverno del 1941 e la primavera-estate del 1942, le truppe dell’XI Corpo d’Armata attivarono un complesso sistema di azioni repressive: rastrellamenti e deportazioni, fucilazioni di ostaggi, condanne a morte e grandi operazioni militari contro le bande partigiane. La strategia repressiva non ottenne alcun risultato, fino al settembre 1943 gli italiani si limitarono a presidiare le zone nevralgiche del territorio. Il collasso dell’8 settembre sancì la fine della provincia italiana di Lubiana.

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