Attività Archivio. Nuovi inventari archivistici

La Fondazione Memoria della Deportazione ha appena terminato un lavoro di inventariazione di sei fondi archivistici, quasi tutti di recente acquisizione.

Grazie a questo lavoro, anche questi fondi sono ora consultabili. Gli inventari prodotti sono pubblicati, a disposizione degli utenti del nostro Archivio, sulla apposita pagina del nostro sito Web.

Il lavoro

Il lavoro è stato reso possibile grazie a un tirocinio formativo, avviato con una convenzione con l’Università degli Studi di Milano, riguardante manipolazione dei documenti, problemi di conservazione di documenti eterogenei, descrizione archivistica, utilizzo di software specifici, eccetera.

In questo contesto il tirocinante, lo studente Massimiliano Baldan, ha proceduto a un corretto lavoro di descrizione archivistica, che ha portato alla redazione di inventari analitici, con la supervisione del sottoscritto, quale tutor aziendale.

I fondi

I fondi archivistici oggetto dell’intervento sono quelli di:

Giulio Baraldini (1921-2016), partigiano, deportato nei lager di Dachau, Natzweiler, Neuengamme;

Andrea Lorenzetti (1907-1945), socialista, deportato, deceduto nel campo di concentramento di Gusen, del quale si conservano, fra l’altro, lettere inviate in buona parte clandestinamente dal carcere di San Vittore e dai campi di transito di Fossoli di Carpi e di Bolzano;

Vincenzo Spataro (1925-1945), partigiano, deportato, deceduto nel campo di concentramento di Gusen;

Francesca Sosi (1918-2003), più nota come Franca Turra, resistente, facente parte del comitato clandestino di assistenza ai prigionieri del campo di transito di Bolzano;

Gianni Montini e Giorgio Emari, entrambi internati militari italiani in Germania a Fürstenberg nel campo per prigionieri di guerra III B (“M.-Stammlager III B”).

Rocco Marzulli

Direttore

Fondazione Memoria della Deportazione

Attività Archivio. Donazione del Fondo Pirola. Secondo versamento

La Fondazione Memoria della Deportazione accresce significativamente il proprio patrimonio documentario attraverso un’ulteriore acquisizione di materiali librari e archivistici appartenuti a Felice Pirola in virtù della donazione di Renata Magini vedova Pirola. Felice Pirola (1923 – 2000) è stato un internato militare italiano. Nel dopoguerra è divenuto membro dell’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti (ANED) e dell’Associazione nazionale ex internati (ANEI), e ha costantemente raccolto documenti diversi riguardanti perlopiù la deportazione.

La Fondazione aveva già acquisito nel 2003 un primo versamento di materiale archivistico donato dalla famiglia, cui ne è seguito un secondo nel 2004. Questi documenti sono stati riordinati e inventariati nel 2014, e una parte di essi sono stati presentati in una mostra sugli internati militari italiani presso il Centro di documentazione sul lavoro forzato di Schöneweide.

Ora, grazie a quest’ultima donazione, la Fondazione dispone di nuovo materiale archivistico, librario, e museale.

I volumi dell’ampia biblioteca di Pirola riguardano le memorie degli internati militari italiani e degli oppositori politici italiani deportati nei campi di concentramento, la storia dei militari italiani all’estero che in seguito all’8 settembre del 1943 si sono opposti ai nazisti, l’apporto dei partigiani stranieri alla Resistenza in Italia, le repubbliche partigiane. Sono poi presenti diversi cataloghi filatelici riguardanti emissioni celebrative della Resistenza. Vi sono anche libri rari e difficilmente reperibili, molti dei quali riguardanti la deportazione, scritti anche in inglese, francese, tedesco, polacco, eccetera.

Il materiale archivistico di nuova acquisizione raccoglie materiali inerenti l’attività dell’ANED e dell’ANEI, la creazione di bibliografie sulla deportazione, la cernita di documenti inerenti singoli campi di concentramento. Tra questi si segnala anche la presenza di fazzoletti, gagliardetti, distintivi, fasce a bracciale delle associazioni italiane e straniere di reduci della deportazione.

Sono infine compresi alcuni cimeli come sezioni di filo spinato dotato di isolanti in ceramica.

Oggi ci è difficile fornire una stima sulla consistenza dei materiali, i quali, al momento del trasloco, erano contenuti in cinquanta scatole.

La Fondazione ringrazia la signora Renata Magini per la donazione di questa complessa compagine documentaria di valore inestimabile; questo secondo versamento infatti arricchisce notevolmente il patrimonio della Fondazione  per qualità e per quantità. La Fondazione si configura così sempre più come l’istituto nazionale di storia della deportazione.

L’archivio della Fondazione Memoria della Deportazione si accresce dell’acquisizione del Fondo Vincenzo Spataro

Sono state consegnate alla Fondazione Memoria della Deportazione, con l’atto di donazione del 28 settembre 2017, le carte di Vincenzo Spataro di Trieste, studente, partigiano morto a Gusen (Mauthausen), dalla sorella Barbara Spataro.

Vincenzo Spataro

Vincenzo Spataro, nato a Trieste il 15 novembre 1925, è uno studente universitario quando nel marzo del 1944 decide di unirsi alla lotta partigiana ed entra a far parte della Brigata “Timavo” di Trieste.

Il Comando militare Venezia Giulia (CVL) e la Commissione riconoscimento qualifica partigiani nel 1947 e nel 1948 ne attestano l’attività con documenti ufficiali, presenti in originale nel fondo.

Nel luglio 1944 viene obbligato dalle Forze Armate Tedesche, a prestare servizio presso l’Organizzazione TODT di Pola per lavori di fortificazioni. Come manovale è assegnato alla ditta Moscheni di Pola, così come documentato dalla conservata carta di obbligazione al lavoro.

Arrestato a Trieste, trascorre forse un breve periodo nel lager di Riemerfeld, un campo di lavoro in Alta Baviera, in Germania, dove riceve alcune lettere dalla madre, delle quali una è conservata. Viene poi deportato il 10 settembre 1944 dapprima nel lager di Dachau e a distanza di qualche giorno è trasferito nel campo di concentramento di Mauthausen.

Muore il 20 gennaio 1944 a Gusen, sottocampo di Mauthausen.

Vincenzo SpataroIl Fondo Spataro

Nel fondo, oltre ai documenti citati, si trovano anche alcune foto del giovane Vincenzo, alcuni ritagli di giornale sui deportati triestini morti nei lager, un dattiloscritto a firma del Comandante della Brigata “Timavo”, nel quale ne è descritta l’attività svolta in Trieste.

Vi sono anche due volumi a cura dell’Associazione Partigiani di Trieste del 1948 e uno del 1995 e alcuni documenti ricevuti dal padre di Vincenzo dai vari Comandi Militari di Trieste e del Friuli Venezia Giulia.