Continua a Meina la mostra sulle leggi razziali italiane

Per tutto il mese di settembre è ancora possibile visitare la mostra “17 novembre 1938 – Lo Stato Italiano emana le leggi razziali”, curata da Franco Debenedetti Teglio, allestita nello spazio lavanderia del Museo Chalet di Villa Faraggiana a Meina.

Nel settembre del 1943 nell’alto novarese erano presenti almeno un centinaio di ebrei appartenenti a tre diverse categorie: ebrei italiani residenti da tempo nelle diverse località; ebrei italiani sfollati da Milano, dalla Lombardia e da Torino a seguito dei bombardamenti e alloggiati nelle seconde case di loro proprietà, in affitto o in albergo; ebrei provenienti dall’estero (sia con cittadinanza italiana che con altro passaporto) e alloggiati soprattutto negli alberghi. Il gruppo più consistente di questi ultimi proveniva da Salonicco dove, nella primavera, era iniziata la deportazione in massa della comunità ebraica, con l’eccezione degli ebrei italiani che, con l’aiuto del Consolato italiano, poterono defluire verso Atene allora occupata dagli italiani.

Poco dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, le forze tedesche occuparono il territorio della provincia di Novara, che allora comprendeva anche l’attuale provincia del VCO. Sul lago la notte dell’11 settembre arrivò il 1º battaglione della Panzer-Division Waffen SS – LSSAH (Leibstandarte Adolf Hitler – Guardia del Corpo Adolf Hitler), che aveva già operato sul fronte dell’Europa orientale. Il comando venne installato all’Hotel Beaurivage di Baveno e vennero occupati i principali centri della costa piemontese del lago e dell’Ossola. Il rastrellamento degli ebrei iniziò a Baveno tra il 13 e il 14 settembre per proseguire nei giorni successivi in altre località. Furono in tutto 9 i comuni sul cui territorio si compì la strage: Arona, Baveno, Bée, Meina, Mergozzo, Novara, Orta, Stresa, Verbania e ad oggi sono 57 le vittime accertate, un numero che gli storici ritengono destinato a salire.

A Meina avvenne l’episodio più noto, ma anche più complesso: sedici ebrei ospiti dell’Hotel Meina vennero prima identificati e trattenuti per alcuni giorni in una stanza e poi, in due notti successive (22 e 23 settembre), uccisi e gettati con zavorre nel lago, ad alcune centinaia di metri di distanza del paese. Alcuni corpi affiorarono dopo il primo giorno e vennero riconosciuti da abitanti del luogo. Il padrone dell’albergo, Alberto Behar e la sua famiglia, di nazionalità turca, anche se ebrei, dopo l’arresto iniziale poterono salvarsi per l’intervento diretto del Console della Turchia, paese allora neutrale.

Le vittime Marco Mosseri, di anni 55; Ester Botton, di anni 52; Giacomo Renato Mosseri, di anni 22; Odette Uziel, di anni 19; Dino Fernandez Diaz, di anni 76; Pierre Fernandez Diaz, di anni 46; Liliana Scialom, di anni 36; Jean Fernandez Diaz, di anni 17; Robert Fernandez Diaz, di anni 13; Blanchette Fernandez Diaz, di anni 12; Raoul Torres, di anni 48; Valerie Nahoum, di anni 49; Vittorio Haim Pompas, di anni 31; Vitale Cori, di anni 26; Lotte Froehlich Mazzucchelli, di anni 38; Daniele Modiano, di anni 51, sono ricordate in una stele posta lungo la Statale del Sempione, in corrispondenza del luogo dove avvennero le uccisioni e in una seconda stele attualmente collocata all’interno del Parco della Fratellanza. Dal 2009 le scuole cittadine sono intitolate ai fratelli Fernandez Diaz. Nel 2015, sull’area dove sorgeva l’Hotel dove i 16 furono arrestati e da cui vennero prelevati per essere uccisi, l’artista tedesco Gunter Demnig ha  completato la posa delle Stolpersteine domenica 30 agosto 2015.

La mostra sulle leggi razziali resterà aperta venerdì, sabato, domenica ore 16/19 per tutto il mese di settembre. L’Istituto Storico della Resistenza Piero Fornara e il Comitato Unico di Garanzia del CNR, come organizzatori e patrocinanti l’iniziativa, hanno programmato incontri e visite guidate sui temi dell’esclusione, del razzismo e della convivenza civile. Sarà inoltre possibile organizzare incontri-testimonianza con Franco Debenedetti Teglio.

Organizzazione Comune di Meina, Istituto Storico della resistenza Piero Fornara, Comunità Riformata Lev Chadash, con il patrocinio del Consiglio regionale del Piemonte e del Comitato resistenza e Costituzione della regione Piemonte, del Comitato Unico di Garanzia del CNR. L’iniziativa “posa delle pietre di inciampo” ha ottenuto la medaglia del Presidente della Repubblica.

 

Per maggiori informazioni: didattica@isrn.it

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