La parabola del neorealismo nelle “Cronache di poveri amanti” di Carlo Lizzani

Mercoledì 18 febbraio la Biblioteca Universitaria di Genova e l’Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, con il patrocinio di Banca Carige, presenteranno il volume di Eligio Imarisio La parabola del neorealismo nelle “Cronache di poveri amanti” di Carlo Lizzani, una coedizione Centro Sperimentale di Cinematografia-Carocci Editore. Con l’autore, interverranno Donatella Alfonso (la Repubblica), Claudio Bertieri (Fondazione Novaro), Guido Levi (Segretario Generale ILSREC), Raimondo Sirotti (già Presidente Accademia Ligustica di Belle Arti). Coordinerà l’incontro Carla Artelli (Biblioteca Universitaria).

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La parabola del neorealismo è il resoconto d’un viaggio a ritroso lungo un periodo sociale e culturale del Novecento che oscilla dal secondo dopoguerra alla metà degli anni Cinquanta, Un viaggio, dal realismo al neorealismo (di cui Cronache assurge a modello), compiuto da Eligio Imarisio in compagnia di Carlo Lizzani, il quale ha appositamente lavorato ad un breve, opportuno saggio, anche riconsiderando ed affinando alcuni suoi vecchi scritti. Il saggio, rimasto purtroppo inedito, è parte dell’opera.

Una linea-guida, invero centrale, di tale percorso si inscrive nella vicenda della Cooperativa Spettatori Produttori Cinematografici s.r.l. (carente di denaro, copiosa di fervore). Nata nel marzo del 1950 per particolare impulso di Giuseppe Dagnino (operaio metalmeccanico) e di Gaetano De Negri (promotore culturale), si costituisce formalmente il 30 ottobre 1950, instaurando la sede legale presso lo studio del suo primo Presidente, Annibale Ghibellini. La Cooperativa resta una delle imprese italiane più singolari non solo nella realtà del cinema, ma della cultura novecentesca; consta nella creazione di un organismo produttivo, intenzionato a fare cinema di qualità sottraendosi alle leggi di mercato e di censura. Essa sfiora la fama al Festival International du Film de Cannes del 1954 con la pellicola Cronache di poveri amanti; ma con il rientro a Roma precipita e coercitivamente. E’ il tempo della «guerra fredda» e la «difesa della democrazia», anche in ambito cinematografico, è una fra le decisioni assunta dal Consiglio dei Ministri in data 18 marzo 1954.

L’opera si configura come un’analisi di Cronache di poveri amanti e, in particolar modo, come un omaggio a Carlo Lizzani, al regista di un altro e importante film, Achtung! Banditi!, girato in Valpolcevera e nel centro storico di Genova e dedicato alla Resistenza e alla città Medaglia d’oro della Resistenza. Per questa ragione, La parabola del neorealismo comprende anche la cronaca, delicata e rispettosa, del funerale di Lizzani in Campidoglio – celebrato il 10 ottobre 2013 – e un’affettuosa testimonianza resa da Giuliano Montaldo, attore in Achtung! Banditi! e poi aiuto-regista di Lizzani stesso.

Per ricordare ufficialmente il grande regista ad un anno dalla sua scomparsa, l’opera è stata presentata il 15 ottobre 2014 a Roma, nella sala «Trevi-Alberto Sordi» del Centro Sperimentale di Cinematografia, alla presenza di Francesco Lizzani (figlio di Carlo), Alberto Crespi, Marco Giusti e Giuliano Montaldo.

Eligio Imarisio, Accademico di Merito dell’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova, è giornalista e scrittore. Nei primi anni Novanta, si è occupato di critica cinematografica anche in relazione all’amicizia con Carlo Lizzani e Giuliano Montaldo.

scarica l’invito Imarisio_18 febbraio 2015

http://www.carocci.it/index.php?option=com_carocci&task=schedalibro&Itemid=72&isbn=9788843074501

http://www.snc.it/events_detail.jsp?IDAREA=87&ID_EVENT=1222&GTEMPLATE=newsletter_mailing_ctTrevi.jsp

 

MILLENOVECENTO66, rassegna su un anno di cinema italiano, con un un omaggio a Carlo Lizzani

Al cinema Massimo di Torino dal 2 al 6 dicembre

la trentaquattresima edizione

della rassegna cinematografica dedicata al cinema italiano anno per anno

organizzata dall’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza,                 

con un omaggio fuori programma a Carlo Lizzani

Il 1966 è in Italia un anno in qualche modo di passaggio, fra l’acme del ‘boom’, ormai decisamente alle spalle, e il Sessantotto. Con il terzo governo Moro (febbraio), che durerà fino al giugno 1968, si mantiene una prudente apertura a sinistra; è l’anno delle prime timide manifestazioni studentesche (si manifesta contro la guerra in Vietnam e al liceo Parini di Milano scoppia il caso della “Zanzara”…), ma è soprattutto l’anno della grande alluvione di Firenze. Sul piano internazionale  prosegue, sotto la presidenza Johnson, l’escalation dell’intervento statunitense in Vietnam e in Cina Mao dà inizio alla rivoluzione culturale.

Il cinema italiano continua a mietere successi economici, ma sembra aver perso una direzione tematica precisa e questo ben si vede nella variegata multidirezionalità dei film della rassegna.

Troviamo infatti la satira feroce di Signori e Signore di Germi (Grand Prix al 19° Festival di Cannes), accostato al primo lungometraggio (per la TV) di Liliana Cavani Francesco d’Assisi, non privo di accenti presessantottini nel tratteggiare la figura del santo.

Pasolini approda con Uccellacci e Uccellini a una dimensione favolistica ma surreale e con esplicite metafore sulla crisi del marxismo e dei valori della Resistenza. Ben diverso il registro picaresco dello sgangherato viaggio in L’Armata Brancaleone, il capolavoro di Monicelli, che con questo film inventa un genere e anche uno straordinario pastiche linguistico.

Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia, la Battaglia d’Algeri di Gillo Pontecorvo riesce a raccontare la fine del colonialismo francese (la guerra d’Algeria, conclusa nel 1962) con accenti epici pur nella sua forma documentaria.

Completano il quadro della rassegna oltre a Quien Sabe? di Damiano Damiani, che si cimenta nel genere spaghetti western, Un uomo a metà di Vittorio De Seta, un film che con rigore introduce nel cinema la psicoanalisi e Incompreso di Comencini che con grazia e misura traduce la storia strappalacrime del romanzo.

La rassegna si conclude, nel segno di un omaggio al 70° della Resistenza, con Andremo in città di Nelo Risi e Le stagioni del nostro amore di Vancini, completati da Achtung! Banditi! di Carlo Lizzani, certamente fuori data (è del 1951) ma che ci aiuta a ricordare un grande regista del nostro cinema recentemente scomparso.

 

PROGRAMMA

2 dicembre

  • ore 16: Francesco d’Assisi
  • ore 18,30: Un uomo a metà
  • ore 20,30: Uccellacci e uccellini
  • ore 22,15: L’armata Brancaleone

3 dicembre

  • ore 16: L’armata Brancaleone
  • ore 18,15: Incompreso
  • ore 20,15: La battaglia di Algeri
  • ore 22,30: Signore e signori

4 dicembre

  • ore 16: La battaglia di Algeri
  • ore 18,15: Quien sabe?

6 dicembre

  • ore 16,30: Andremo in città
  • ore 18,30: Le stagioni del nostro amore
  • ore 20,30: omaggio a Carlo Lizzani. Introduce Gianni Rondolino; seguono un frammento di intervista a Lizzani e la proiezione del film Achtung! Banditi!

 

A cura dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza,

del Museo Nazionale del Cinema di Torino e del Centro Sperimentale di Cinematografia,

con il contributo della Direzione Generale Cinema Ministero per i Beni e le Attività Culturali