Il marchio dei diversi. Quattro storie per non dimenticare la lezione di Auschwitz

Mercoledì 18 dicembre, alle 16.30, l’Istituto Parri di Bologna ospita la presentazione del libro Il marchio dei diversi di Emilio Drudi. L’autore ha intervistato Ruth Mussafia Weimberg, Ruth Rothmuller Cohen, Eli Zohar e Bianca Schlesinger. Quattro persone, quattro storie, quattro ebrei di origine slava. Le loro sono testimonianze d’accusa per quanto sta accadendo oggi attorno a noi. Perché la lezione di Auschwitz sembra già dimenticata.

Ne parliamo con Emilio Drudi (autore del libro e giornalista), conduce Guido Armellini (insegnante).

Il marchio dei diversi. Quattro storie per non dimenticare la lezione di Auschwitz. Presentazione mercoledì 18 dicembre alle ore 15,30, sala proiezioni dell’Istituto Parri, via Sant’Isaia 18, Bologna

Presentazione del volume “Salvarsi” di Liliana Picciotto

In occasione del prossimo Giorno della Memoria, a Vercelli, mercoledì 10 gennaio 2018, nella sede della Comunità ebraica in via Foa, 70, alle ore 10.30, si terrà la presentazione del volume di Liliana Picciotto Salvarsi. Gli ebrei d’Italia sfuggiti alla Shoah. 1943-1945. L’iniziativa è organizzata dall’Istituto, dalla Comunità Ebraica di Vercelli, Biella, Novara e Vco e dalla Fondazione Cdec. Intervengono Liliana Picciotto e Marta Nicolo, collaboratrice dell’Istituto. L’iniziativa è a ingresso libero e rivolta a tutti, in particolar modo agli studenti degli istituti scolastici che saranno rappresentati dalla presenza di alcune classi guidate dalla prof.ssa Elisabetta Dellavalle, docente al Liceo “Lagrangia” di Vercelli.
Il libro di Liliana Picciotto presenta i risultati del progetto “Memoria della salvezza” del Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec), volto a riflettere su come gli ebrei abbiano potuto salvarsi malgrado le ricerche, gli arresti, le deportazioni, da parte delle autorità fasciste e naziste. Nessuno in precedenza si era posto, in modo sistematico e scientifico, la domanda su chi fossero i salvi e come mai si fossero salvati. Si toccano qui temi quali: che cosa sapevano gli ebrei in Italia della Shoah che infuriava già nell’Europa nazista? E che cosa ne sapeva la gente comune? Qual era il rischio per un normale cittadino che desse soccorso agli ebrei? Può questo soccorso definirsi come resistenza civile? C’era differenza tra il soccorso agli ebrei e quello ad altre parti sociali ugualmente bisognose di passare nella clandestinità: renitenti alla leva, soldati dell’esercito alleato evasi, antifascisti? Come il fatto di essere perseguitati per famiglie
intere ha influito sulla scelta delle modalità di cercare salvezza?

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