“Arte per la vita”

Concerto della violinista Cecilia Fabbro. L’arte, in tutte le sue sfumature, fu fondamentale per sopravvivere alla quotidianità disumanizzante del campo di concentramento.

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Concerto per la memoria

Concerto dell’ensemble MISHKALE’, Klezmer e Gipsy Music. Lo shtetl, il villaggio ebraico dell’Est Europa, rivive in questo concerto attraverso la musica klezmer, le canzoni in yiddish e i racconti di quelle comunità spezzate dalla shoah.

“Guido suonava il violino”

Spettacolo teatrale con Elena Formantici, regia di Patrizia Camatel, liberamente tratto da un racconto di Nicoletta Fasano. Un monologo teatrale tutto al femminile racconta di un vecchio violino che entra prepotentemente nella quotidianità di una donna, ricercatrice di professione, costringendola ad abbandonare il suo rassicurante, scientifico metodo di indagine e chiedendole di dedicarsi, anima e cuore, alla ricostruzione di una storia da salvare dall’oblio (https://www.archivioteatralita.it/azioni/spettacoli/guido-suonava-il-violino.html)

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“E’ bello vivere liberi”

Ritorna nell’Astigiano lo spettacolo di Marta Cuscunà sulla vita di Ondina Peteano al teatro Balbo di Canelli (At). Per approfondimenti: https://www.martacuscuna.it/e-bello-vivere-liberi/

canelli

Al via la terza edizione di “Memoria Visibile”

La Fondazione Istituto spezzino per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea, con la collaborazione del Comune della Spezia che ha messo a disposizione la sala della Mediateca regionale ligure “Sergio Fregoso” per le proiezioni, promuove anche quest’anno Memoria Visibile, rassegna cinematografica dedicata ai momenti storici fondamentali della nostra contemporaneità.

Il progetto, rivolto agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, si pone l’obiettivo, tramite l’immediatezza del linguaggio cinematografico, di trasmettere alle nuove generazioni il valore della memoria storica.

Un nutrito pubblico di studenti e docenti dell’Istituto Capellini Sauro e del liceo classico Costa ha partecipato martedì 24 gennaio al primo appuntamento della rassegna cinematografica in occasione della ricorrenza del Giorno della Memoria, del film Jacob il bugiardo.

Hanno partecipato all’incontro: per la Fondazione ISR Patrizia Gallotti, M.Cristina Mirabello, Marcella D’Imporzano e Giusy Marino; per l’ANED Doriana Ferrato.

Presente anche il critico cinematografico Giordano Giannini che, al termine della proiezione, ha discusso con gli studenti la tematica e la tecnica del film.

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La proiezione di Jacob Il bugiardo presso la Mediateca ligure

La rassegna prevede una proiezione al mese, da gennaio ad aprile 2023, presso la Mediateca Regionale Ligure “Sergio Fregoso” (via Firenze, 37, La Spezia).
Ogni proiezione sarà seguita da una relazione da parte di un critico cinematografico.

Le prossime proiezioni saranno:

Martedì 14 febbraio, Il sorriso della patria: l’esodo giuliano-dalmata nei cinegiornali del tempo, in occasione della ricorrenza del Giorno del Ricordo;

Martedì 28 marzo, Achtung! Banditi! nel ricordo dei Grandi Scioperi del ‘44;

Martedì 18 aprile, Roma città aperta, per commemorare la Liberazione.

L’ingresso è gratuito.
Per info e prenotazioni: info@isrlaspezia.it – isr@comune.sp.it

Il programma della rassegna

Il programma della rassegna

“Essere altrove”

Emilio Jona presenta, on line, il suo ultimo libro: “Essere altrove. Scritti sull’ebraismo” edito da Neri Pozza. E’ una raccolta di scritti, pensieri, riflessioni sull’ebraismo e sull’antisemitismo da parte di “un ebreo laico, religiosamente agnostico” che ha dedicato la sua vita alla riflessione e allo studio della cultura delle sue origini e dell’odio che ha circondato e circonda l’ebraismo.

Per iscrizioni: www.scuolealmuseo.it/blodidattica

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Guido suonava il violino

Un vecchio violino entra prepotentemente nella quotidianità di una ricercatrice, costringendola ad abbandonare il suo rassicurante, scientifico metodo di indagine, chiedendole di dedicarsi, anima e cuore, alla ricostruzione di una storia da salvare dall’oblio. Quel violino uscito dalla polvere di una cantina pare dotato di volontà propria: stride, geme, chiama con veemenza e ottiene ascolto. E racconta la vicenda di una famiglia ebrea sfollata al tempo delle leggi razziali e della guerra, con gli immancabili risvolti di sradicamento, discriminazione, deportazione. Attraverso un sofferto percorso di ricerca, specialmente dentro se stessa, la ricercatrice comprenderà che restituire il nome al proprietario del violino è affermare la sua esistenza: un atto di resistenza contro il sistema concentrazionario nazifascista, progettato per annientare, spersonalizzare, cancellare. Chi sono i “sommersi”, chi i “salvati”, allora come oggi? Chi i complici? Quali i giusti? Dove si colloca la protagonista stessa, nel suo mettersi in gioco – donna ed essere umano prima ancora che investigatrice – per svelare la verità intorno a questa vicenda? Il nodo centrale del lavoro teatrale non è tanto la Shoah, ma ciò che l’ha preceduto: la vita delle singole persone, con le loro gioie, miserie, speranze, scelte, legami.locandina-annone

Guido suonava il violino

Un vecchio violino entra prepotentemente nella quotidianità di una ricercatrice, costringendola ad abbandonare il suo rassicurante, scientifico metodo di indagine, chiedendole di dedicarsi, anima e cuore, alla ricostruzione di una storia da salvare dall’oblio. Quel violino uscito dalla polvere di una cantina pare dotato di volontà propria: stride, geme, chiama con veemenza e ottiene ascolto. E racconta la vicenda di una famiglia ebrea sfollata al tempo delle leggi razziali e della guerra, con gli immancabili risvolti di sradicamento, discriminazione, deportazione. Attraverso un sofferto percorso di ricerca, specialmente dentro se stessa, la ricercatrice comprenderà che restituire il nome al proprietario del violino è affermare la sua esistenza: un atto di resistenza contro il sistema concentrazionario nazifascista, progettato per annientare, spersonalizzare, cancellare. Chi sono i “sommersi”, chi i “salvati”, allora come oggi? Chi i complici? Quali i giusti? Dove si colloca la protagonista stessa, nel suo mettersi in gioco – donna ed essere umano prima ancora che investigatrice – per svelare la verità intorno a questa vicenda? Il nodo centrale del lavoro teatrale non è tanto la Shoah, ma ciò che l’ha preceduto: la vita delle singole persone, con le loro gioie, miserie, speranze, scelte, legami.

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Dopo il 16 ottobre. Gli ebrei a Roma tra occupazione, resistenza, accoglienza e delazioni (1943-1944)

Silvia Haia Antonucci (responsabile Archivio storico della Comunità ebraica di Roma) e Claudio Procaccia (direttore del Dipartimento per i Beni e le Attività Culturali della Comunità ebraica di Roma) presenteranno il libro curato per la casa editrice Viella, risultato di una ricerca coordinata dal Museo della Shoah di Roma (https://www.viella.it/libro/9788867284870)

Per iscrizioni: http://www.scuolealmuseo.it/blogdidattica/

Didattica. A Soncino: ricordo del generale Guglielmo Barbò.

Soncino (CR), 29 gennaio 2022, ore 10.00. Il prof. Massimo Castoldi della Fondazione Memoria della Deportazione incontrerà con Silvia Maria Rivetti e Giuseppe Cavalli gli studenti dell’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII” di Soncino presso la Sala Convegni ex Filanda Meroni . Sarà anche presente alle ore 12.00 all’inaugurazione della mostra La storia del Generale Guglielmo Barbò.

Guglielmo Barbò

(Dal sito https://it.gariwo.net/giusti/shoah-e-nazismo) Il Generale Guglielmo Barbò di Casalmorano, nato a Milano l’11 agosto 1888, allievo dell’ Accademia Militare di Modena, durante la Prima Guerra Mondiale ottiene la qualifica di Tenente e riceve, in tale veste, una decorazione al valore nel maggio 1916 per il suo comportamento nei combattimenti di Monfalcone. Il 16 settembre 1917 è nominato Comandante di uno squadrone del Reggimento “Savoia Cavalleria”, nel cui ambito guadagna, nel novembre 1918, una seconda decorazione al valore per i combattimenti di Udine.

Profondamente legato a casa Savoia più che al regime mussoliniano, che tollerava dato il suo ruolo nell’esercito, dopo la Grande Guerra ottiene diversi importanti incarichi fino alla nomina a Generale di Brigata nel 1942, quando partecipa alla Campagna di Russia. Assiste così ad episodi atroci che contribuiscono a far crescere la sua profonda avversione per le atrocità perpetrate dai nazifascisti.

Dopo l’8 settembre 1943 si rifiuta di aderire alla Repubblica Sociale ed entra nella Resistenza. Sfuggito più volte all’arresto viene infine catturato e rinchiuso nel carcere San Vittore a Milano, da dove viene deportato in Germania, passando per il campo di Bolzano. Trasferito nel lager di Flossembürg, insieme al suo gruppo della Caserma di Pinerolo, con il quale aveva tentato di sottrarre al comando tedesco le munizioni dopo l’Armistizio, continua nonostante le terribili condizioni di vita nel campo a sostenere i propri compagni fino alla tragica fine, datata 14 dicembre 1944.