POLITICA SOCIETÀ E CULTURA IN ITALIA TRA RISORGIMENTO ED ETÀ LIBERALE

POLITICA SOCIETÀ E CULTURA IN ITALIA TRA RISORGIMENTO ED ETÀ LIBERALE

POLITICA SOCIETÀ E CULTURA IN ITALIA
TRA RISORGIMENTO ED ETÀ LIBERALE
STUDI IN ONORE DI MARIA LUISA BETRI

Presiede
Grado Giovanni Merlo
Intervengono
Alberto De Bernardi
Rinaldo Comba

Lunedì 3 dicembre 2018, ore 17.30 Palazzo Moriggia | Museo del Risorgimento
Sala Conferenze Via Borgonuovo 23, Milano

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Immagini politica terrore

Attività didattica del Dipartimento di Filosofia dell’università degli Studi di Milano in collaborazione con l’Istituto nazionale F. Parri

Il titolo del laboratorio pone in relazione tre parole: «immagini», «politica», «terrore». Questa relazione si dà oggi in molteplici sensi. Certo, le immagini possono essere intese genericamente come raffigurazioni che portano traccia di qualsiasi aspetto della vita. Tuttavia a partire dall’inizio del XX secolo la politica e il terrore intrattengono con le immagini un rapporto molto più stretto e profondo rispetto al passato. La storia del Novecento fino alle guerre asimmetriche e al terrorismo diffuso ci permettono di guardare alla dimensione della politica e del terrore come a un tratto distintivo della contemporaneità. Nel corso del XX secolo con l’affermarsi e il diffondersi dei dispositivi di produzione di immagini di massa si sviluppa una relazione sempre più stretta tra immagini, politica e terrore che si trasforma a livello quantitativo, fino a mutare di intensità e di senso: non è possibile pensare alle immagini come mere raffigurazioni del terrore. Ma non è nemmeno possibile pensare a una politica indipendentemente dalle immagini. Almeno dalla Prima guerra mondiale le immagini non sono solo meri supporti che rappresentano il terrore come uno degli infiniti aspetti della vita che possono essere messi in immagine; piuttosto le immagini individuano dispositivi che entrano sempre più nella carne della storia (o di ciò che la storia è stata), operandovi attivamente, modificandola in modo molto più radicale rispetto al passato, fino a mutare l’idea stessa di politica e a sollevare l’interrogativo se nella società globale delle immagini l’idea stessa di politica stessa sia giunta alla fine.
Docente: Maurizio Guerri
Numero totale di ore: 20
Sede Carcere di Bollate

Il laboratorio si svolgerà dalle 10 alle 12, con il seguente calendario:
1) 11 ottobre
2) 18 ottobre
3) 25 ottobre
4) 1° novembre
5) 8 novembre
6) 15 novembre
7) 22 novembre
8) 29 novembre
9) 6 dicembre
10) 13 dicembre

InteIlettuali e potere. Il rapporto (difficile?) tra professionisti e politica

Progetto2:Layout 1Incontro pubblico nella sala conferenze di Palazzo Moriggia, mercoledì 25 giugno alle 17.30, intervengono Filippo Del Corno, Roberto Balzani, Ilaria Borletti Buitoni, Salvatore Carrubba, Michele Salvati.

Invito Intellettuali e potere

Nilde Iotti e le parole della politica

Presentazione del volume Istituzioni, diritti e passioni. Nilde Iotti e le parole della politica. Interviste 1979-1993,  a cura di Roberta Cairoli e Debora Migliucci, Palazzo Moriggia – Museo del Risorgimento, giovedì 22 maggio, ore 17.30.

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La mafia come metodo. Presentazione del libro di Nicola Tranfaglia

Lunedì 20 maggio, alle 17, presso la sala Refettorio dell’ex Convento di San Mattia (accesso da via Sant’Isaia 20) verrà presentato il libro di Nicola Tranfaglia “La mafia come metodo” (Mondadori, 2012). Ne discutono con l’autore Stefania Pellegrini ed Ettore Borghesan. Modera Andrea Marchi, presidente dell’Isrebo.

Ingresso libero.

Nel 1991, un anno prima delle stragi di Capaci e di
via d’Amelio, era già chiaro, per chi avesse la lucidità necessaria, che la
mafia, o, meglio, le mafie italiane, avevano un metodo di comportamento che si
stava espandendo nelle istituzioni politiche e nella società civile dell’Italia
contemporanea e che la reazione dello Stato si era dimostrata, fino a quel
momento, debole e inefficace. Quello che sta accadendo ora appare come la
conseguenza di una lunga coabitazione tra mafia e politica che è destinata a
durare ancora fino a quando lo Stato non debellerà il fenomeno mafioso. Ma
questo tentativo è davvero in corso? L’autore ha molti dubbi al riguardo e
sente il bisogno di rievocare quello che è successo nei primi
centocinquant’anni dell’Italia unita, riandando sommariamente al periodo che
precede l’unificazione nazionale, indicando le conquiste e le contraddizioni
delle numerose commissioni parlamentari di inchiesta, le battaglie e le
sconfitte dei magistrati, le stragi terribili degli anni ottanta e novanta. È
una storia che ha segnato la nostra Italia, e ancora continua a segnarla, in
maniera indelebile.