Nella fase di transizione tra la guerra e la pace, e negli anni della costituzione e del consolidamento delle istituzioni repubblicano-democratiche, la questione dei reduci rivestì un peso niente affatto trascurabile. Oltre 4,5 milioni di mobilitati, con circa 1,2 milioni di prigionieri: queste le cifre con le quali si dovettero confrontare le istituzioni. Lo Stato perseguì l’inderogabile obiettivo di reinserire nel tessuto economico, lavorativo e sociale, in un rinnovato contesto politico e di cittadinanza, questa massa enorme composta in maggioranza di giovani uomini. Filippo Masina ha fatto luce su una delle grandi questioni del dopoguerra italiano, rimasta sinora trascurata dalla storiografia, analizzando come fu affrontata questa sfida, quali strumenti legislativi vennero predisposti, quale fu il ruolo delle associazioni combattentistiche e dei principali partiti.
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