Andrea Villa, ricercatore ISRAL, alla Conferenza Internazionale HERITAGE DOT

Il 3 e 4 giugno 2019 l’Università di Lincoln ospita “Heritage Dot”, la conferenza internazionale promossa dall’Imperial War Museum di Londra che esplora gli orizzonti digitali in relazione al patrimonio culturale, con particolare attenzione alla documentazione conservata in archivi, biblioteche e musei.

Heritage Dot intende approfondire i contatti esistenti tra il mondo degli strumenti digitali, le nuove tecnologie e la tutela e valorizzazione del patrimonio culturale. Questa fusione sta creando nuove relazioni tra passato e futuro, tradizione e innovazione e permette agli storici e al pubblico di appassionati di Storia e di Storia dell’Arte di reinterpretare il passato impiegando le tecnologie più avanzate.

L’intento di base dei promotori della conferenza internazionale “Heritage Dot” è quello di “Unire i punti”, cioè di proporre che le partnership e “il fare rete” diventino sempre più cruciali per il successo e la sopravvivenza di organizzazioni e progetti coinvolti nella conservazione e nell’accesso al patrimonio culturale nell’era digitale. In particolare questa prima edizione della conferenza intende sottolineare come le collaborazioni e l’uso di strumenti e tecnologie ICT possano essere efficacemente impiegati per incrementare l’accesso e la partecipazione al patrimonio culturale.

La conferenza riconosce che coloro che lavorano nel settore si sentono spesso isolati o privi di risorse e competenze nei loro tentativi di soddisfare segmenti di pubblico sempre più esigenti, diversificati e difficili da raggiungere. Heritage Dot riunirà persone che si occupano di istruzione superiore e che operano in istituzioni legate al patrimonio culturale per condividere idee, pratiche ed esperienze e appunto per “unire i punti” in modo tale da fornire spunti pratici e per contribuire al dibattito sul ruolo del digitale nel patrimonio culturale.

La conferenza mira quindi a:

Esplorare i modi in cui professionisti e ricercatori possono lavorare in partnership su tematiche riguardanti il patrimonio culturale digitale: più che mai, il lavoro di squadra sembra fondamentale per il successo;

Condividere esperienze e identificare opportunità per sviluppare la fiducia e le competenze che portano a una maggiore partecipazione e risultati positivi per coloro che sono coinvolti nella conservazione, nella cura e nella valorizzazione del patrimonio culturale digitale;

Identificare le principali sfide e le lezioni apprese nel fornire soluzioni, quali piattaforme digitali innovative ed efficaci che facilitino l’accesso al patrimonio culturale.

Heritage Dot avrà una visione ampia del patrimonio culturale, dai paesaggi e l’ambiente costruito ai singoli siti e collezioni attraverso diversi media, comprese le rappresentazioni virtuali. Comprende il patrimonio culturale intangibile e tangibile che si tratti di gallerie, biblioteche, archivi, musei o altrove.

La cerimonia inaugurale sarà presieduta da Diane Less, direttore dell’Imperial War Museum di Londra, dalla prof.ssa Melissa Terras dell’Università di Edimburgo, e dalla prof.ssa Mary Stuart, vice-rettore dell’Università di Lincoln.

Alla conferenza parteciperanno quattro studiosi italiani in rappresentanza della rete di istituti storici che fanno capo all’INSMLI.

Tra loro vi sarà il dr. Andrea Villa, in rappresentanza dell’ISRAL che terrà una relazione intitolata:Arte e Guerra in Italia. Il contributo dei Monuments Men britannici alla tutela dei monumenti e delle opere d’arte italiane, tra il 1943 e il 1945”.

Grazie a Hollywood (il film “The Monuments Men” del 2014) la storia dei Monuments Men è ben nota: erano un gruppo di circa 400 persone, tra militari e civili, uomini e donne, provenienti da quattordici nazioni, la maggior parte delle quali volontarie nella sottocommissione MFAA, creata nel 1943 per la tutela dei monumenti e degli archivi. Molti avevano esperienza come direttori di musei, curatori, storici dell’arte e archivisti.

Fino a oggi l’importante ruolo svolto dai Monuments Men britannici in Italia è rimasto quasi sconosciuto: si trattava di una ventina di esperti (archeologi, professori di università e archivisti) il cui compito era quello di seguire l’avanzata degli eserciti alleati durante la campagna italiana cercando di proteggere i tesori culturali, le biblioteche e gli archivi dalla distruzione causata dai bombardamenti aerei e dai danni provocati dall’occupazione di edifici dalle truppe alleate. Subito dopo la liberazione di molte città d’arte del Bel Paese, i Monuments Men hanno iniziato a indagare per rintracciare e localizzare gli oggetti artistici e culturali rubati dai nazifascisti.

Un altro importante compito dei Monuments Men britannici è stato quello di creare una lista di città italiane, di grande valore storico e artistico, che le forze aeree alleate non avrebbero dovuto bombardare: per questo obiettivo hanno dovuto affrontare una difficile trattativa con i comandi di RAF e USAAF.

Dopo la conclusione del conflitto i Monuments Men britannici sono rimasti in Italia per sovrintendere alla complicata restituzione ai legittimi proprietari delle opere d’arte rubate: tra il 1945 e il 1952 gli Alleati restituirono all’Italia circa 250.000 oggetti artistici.

La ricerca di Andrea Villa ricostruisce l’attività e le biografie dei Monuments Men britannici che hanno operato in Italia, sulla base di documenti storici conservati in vari archivi privati ​​e pubblici del Regno Unito e italiani. Andrea Villa, esperto di euro-progettazione, collabora con la Pan European University di Banja Luka e con l’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria (ISRAL).  Ha pubblicato quattro monografie: Ebrei in fuga. Chiesa e leggi razziali nel Basso Piemonte (1930-1945), Brescia 2004; I deportati dalla provincia di Alessandria. Le interviste a diciotto alessandrini reduci dai Lager nazisti, Genova 2004; Dai Lager alla Terra Promessa. La difficile reintegrazione nella «nuova Italia» e l’immigrazione verso il Medio Oriente (1945-1948), Milano 2005; Guerra aerea sull’Italia (1943-1945), Milano 2010; Nelle isole del sole. Gli italiani nel Dodecaneso dall’occupazione al rimpatrio (1912-1947), Torino, 2016.

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