Sócrates: una stagione di Democrazia Corinthiana in Italia

Sabato 25 febbraio alle 17 il secondo appuntamento di Mo’ Better Football

Proseguono gli incontri organizzati da Mo’ Better Football in collaborazione con l’Istituto storico e patrocinati dal Comune di Modena e dalla Società Italiana di Storia dello Sport in cui calcio e storia si intrecciano e si raccontano. Dopo aver rivissuto i mondiali del 1982, sabato 25 febbraio, presso la Sala Ulivi, si parlerà di Sócrates: una stagione di Democrazia Corinthiana in Italia.

L’anno trascorso in Italia dal calciatore brasiliano ha connotato una stagione che probabilmente ha deluso le aspettative sul campo da calcio, ma che in riva all’Arno ha lasciato storie e ricordi indelebili di un personaggio che anche in quel periodo si è espresso come uomo fuori dal comune.

Interventi:

Il tacco, il dottore e la democrazia, a cura di Bruno Barba, professore di Antropologia all’Università di Genova

Tutto il genio di un giocatore, anzi di un uomo unico: un intellettuale sudamericano a tutto tondo, aperto, colto, poliedrico, carismatico. Nessun altro atleta, in Brasile, ha avuto un ruolo tanto importante nella società civile del proprio paese. Laureato in medicina, politico marxista militante, fu il fautore di una proposta sovversiva per l’ambiente conservatore del calcio: una sorta di autogestione, chiamata Democrazia Corinthiana (dal nome della sua squadra, il Corinthians), attraverso la quale i calciatori assumevano il potere all’interno della società.

 

I campi di calcio non sono in salita, a cura di Massimo Cervelli, responsabile della commissione storia del Museo Fiorentina

Sócrates arrivò in Italia con grandi aspettative sportive e sociali, convinto di completare la propria formazione politico-culturale e la sua carriera di calciatore. Anche la Fiorentina nutriva molte ambizioni, certa che con l’acquisto del fuoriclasse brasiliano avrebbe potuto conquistare il suo terzo scudetto. La tifoseria, al settimo cielo, aveva un sogno ancora più complesso: vincere, così come era già successo con Julinho e Amarildo, incantando. Nessuna di queste speranze si realizzò, ma imparammo tutti qualcosa.

 

4 liceali e un campione, a cura di Paolo Bruschi, collaboratore de “Il Manifesto”, “Alias”, glistatigenerali.com e thevision.com

Nell’estate del 1984, Sócrates arrivò alla Fiorentina per onorare un contratto di due anni. Nella primavera successiva, corpo estraneo in una squadra che aveva deluso le attese, aveva ormai maturato la decisione di tornare in Brasile. Isolato nella sua villa sulle colline di Firenze, accettò di farsi intervistare per il giornalino di un liceo di Sesto Fiorentino. I fortunati che lo incontrarono mantennero fede a una promessa e non gli chiesero niente della mitica partita Italia-Brasile del Mondiale di Spagna. E non scattarono neanche una fotografia…

 

Coordina Marco Ferrero (Mo’ Better Football)