Presentazione del Quaderno Ilsreco n. 36 Atlante delle violenze politiche nel Lodigiano (1919-1922)

Presentazione del Quaderno Ilsreco n. 36 Atlante delle violenze politiche nel Lodigiano (1919-1922) di Alice Vergnaghi

Venerdì 21 ottobre 2022, alle ore 21.00, nell’aula magna del liceo classico “Verri” di Lodi, sarà presentato il Quaderno Ilsreco n. 36, Atlante delle violenze politiche nel Lodigiano (1919-1922), redatto con competenza e rigore dalla giovane storica Alice Vergnaghi.

L’iniziativa è promossa da Città di Lodi, Ilsreco – Istituto lodigiano per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, CGIL Lodi, Aned – Associazione nazionale ex deportati nei campi di sterminio. Parteciperanno Ercole Ongaro, direttore scientifico Ilsreco; Ferruccio Pallavera, direttore dell’«Archivio Storico Lodigiano»; Guido Scarpino, segretario organizzativo di CGIL Lodi; Laura Tagliaferri, vicesindaco; Alice Vergnaghi, autrice del Quaderno e referente Ilsreco per la didattica.

Nel centenario della presa del potere da parte del fascismo, Ilsreco presenta uno strumento per comprendere il portato della violenza politica che, negli anni del biennio rosso e dello squadrismo fascista, travolge il nostro territorio e l’Italia intera, aprendo alla dittatura.

Attraverso l’analisi di fonti giornalistiche e bibliografiche lodigiane, nonché di documentazione d’archivio, l’autrice ricostruisce ben 191 episodi di violenza politica (di cui 110 di matrice esclusivamente fascista), con un bilancio di venti morti (di cui quattordici per mano fascista).

La violenza assume un ritmo in crescendo che non si ferma neppure dopo la marcia su Roma, il 28 ottobre 1922: dall’eccidio al Teatro Gaffurio di Lodi (che vanta il triste primato di prima strage con modalità squadriste sul territorio nazionale), il 13 novembre 1919; agli scontri tra socialisti e popolari a Gradella (Pandino), il 19 e 20 settembre 1920; alla devastazione della Camera del Lavoro di Casalpusterlengo, da parte di un gruppo di fascisti, il 9 maggio 1921; all’uccisione del ventitreenne Ardito del popolo Alfredo Ghezzi a Lodi, per mano di un carabiniere, il 4 giugno 1922. E tanti altri, a svelare la forza intimidatoria, ma anche attrattiva, della violenza fascista, funzionale all’instaurarsi di una dittatura che dopo un decennio di guerre sanguinose lascerà l’Italia in macerie.