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I FASCICOLI DELLE CASE EDITRICI CONSERVATI NEL FONDO GABINETTO PREFETTURA DELL’ARCHIVIO DI STATO DI MILANO, di Anna Ferrando

L’elenco sotto riportato è il risultato di un lavoro di censimento di tutti i fascicoli intestati ad attività editoriali conservati nel Fondo Gabinetto Prefettura dell’Archivio di Stato di Milano, in un arco di tempo considerato che va dagli anni Venti al 1945. Il punto di partenza coincide con il varo delle cosiddette leggi fascistissime del 1926, con cui si volle colpire, tra l’altro, la libertà di espressione. Benito Mussolini aveva individuato nella manipolazione dell’opinione pubblica una questione nodale, comprendendo che in una società industrializzata e in via di massificazione la costruzione del consenso passava attraverso il controllo sulla produzione culturale. Se è vero che i giornali furono sin da subito individuati  come i mezzi di comunicazione più influenti e più efficaci allo scopo, anche il mondo editoriale non tardò ad entrare nel mirino e, assurto ad affare di governo, fu uno dei settori su cui si concentrò la sorveglianza delle prefetture del Regno. Durante il fascismo i prefetti ricoprirono un ruolo di primo piano nelle dinamiche della censura libraria perché, in quanto responsabili del governo locale, diventarono la principale cinghia di trasmissione fra le attività romane e le piazze editoriali della penisola. La presenza stessa di questi dossier nel Fondo delle Prefettura è una significativa testimonianza della pervasiva ingerenza del potere politico sul mercato culturale milanese. Per un altro versante il censimento conferma la vivacità e la ricchezza del panorama editoriale del capoluogo lombardo in quegli anni (sono stati identificati 436 editori, alcuni dei quali noti come Baldini & Castoldi, Bompiani, Corbaccio, Hoepli, Mondadori, Rizzoli, Sonzogno; altri meno tra i quali, per esempio, Delta, Domus, l’Italgrafica, Olimpia, Novecentesca). Se si guarda al biennio 1944-1945 si resta stupiti dalla quantità di richieste di autorizzazione a fondare una nuova impresa editoriale inoltrate da singoli individui al Prefetto di Milano. Questi documenti, in molti casi redatti nel pieno della guerra civile e mondiale, comprovano la volontà di rinascere di tutta la città, la quale, anche in quegli anni tormentati, dava prova di meritarsi l’appellativo di “Lipsia d’Italia”. 

Per consultare l’elenco dei fascicoli apri  Case Editrici Gabinetto Prefettura ASMI 

 

 

 

 

 

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