Ciclo “Diritti gobali”: 5° incontro “Massacri d’Algeria: dalla guerra di indipendenza alla guerra della memoria”"

Mercoledì 13 giugno 2012, alle ore 15.30, si terrà il quinto incontro del ciclo Diritti globali. Nuovi temi e problemi del diritto internazionale: Marianella Piratti ci parlerà di Massacri d’Algeria: dalla guerra di indipendenza alla guerra della memoria.

L’incontro si terrà a Venezia presso la Casa della Memoria e della Storia (per arrivare clicca qui) ed è promosso dall’Associazione Olokaustos, Iveser, Università Ca’ Foscari, con il patrocinio della Camera Penale Veneziana e dell’Ordine degli Avvocati di Venezia.
l’incontro è aperto al pubblico

agli avvocati partecipanti saranno riconosciuti crediti formativi; per le procedure di accreditamento ci si deve rivolgere all’Ordine degli Avvocati di Venezia > formazione@ordineavvocativenezia.net

La Libia nella coscienza degli Italiani. Tra storia e didattica, dal colonialismo alla caduta di Gheddafi.

Il Landis, Isrebo e l’Istituto “Parri” Emilia-Romagna, in collaborazione col Cesp (Centro Studi per la Scuola Pubblica), organizzano una giornata di studi e formazione su

La Libia nella coscienza degli Italiani. Tra storia e didattica, dal colonialismo alla caduta di Gheddafi

Bologna, 14 marzo 2012 – Aula Magna dell’IIS dell’IIS “Pier Crescenzi-Pacinotti”, via Saragozza 9

 Mattino, ore 9:30-13.00

Coordina Gianluca Gabrielli (Cesp)

Giampaolo Calchi Novati  Un secolo di rapporti tra Italia e Libia

Gabriele Bassi  Il colonialismo italiano in Libia

Arturo Varvelli  La Libia di Gheddafi

 

 Pomeriggio –  14,30 – 18

Coordina Francesco Monducci (Landis)

Maria Laura Cornelli,  Daniela Rosa e Rita Tironi  La “terra promessa”: un percorso didattico su testi dell’epoca

Marina Medi e Anna Di Sapio  Proposte per una didattica interdisciplinare e interculturale del colonialismo italiano

Mario Pinotti  Un’esperienza didattica a partire dal dibattito sul colonialismo

Luisa Cigognetti  Libia e immaginario cinematografico

 

Durante il convegno sarà allestita la mini-mostra intitolata La Libia nelle nostre scuole. Alcune immagini scolastiche della “Quarta sponda”.

 

Si ricorda che Il Landis è soggetto qualificato per l’aggiornamentoin base al DM 177/2000 e dispone dell’autorizzazione alla partecipazione in orario di servizio per il personale scolastico di ogni ordine di scuola ai sensi dell’art. 64, c. 4,5,6,7, del CC 2006/09.

 

On line il nuovo sito www.memoriecoloniali.org

È online il nuovo sito www.memoriecoloniali.org, che documenta e promuove la restituzione e condivisione della memoria storica del passato coloniale con i nostri ex colonizzati. L’Istituto storico di Modena e Istoreco sono partner delle associazioni modenesi promotrici, Moxa ed Hewo.

Il progetto è nato da un insolito incontro fra ricerca storica e volontariato: due organizzazioni no profit di Modena, operanti in Etiopia, Moxa e Hewo, hanno commissionato a un docente universitario, Paolo Bertella Farnetti, una ricerca storica sull’esperienza dei modenesi che avevano partecipato all’avventura coloniale italiana nel Corno d’Africa. Un modo non usuale di riflettere sul senso della propria missione, di ragionare sulla solidarietà odierna confrontandola con l’aggressione passata, quando gli italiani avevano portato in Africa guerra, occupazione e repressione. Con il finanziamento da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, l’iniziativa si è concretizzata in una mostra di notevole successo, articolata in due sezioni – Modena-Addis Abeba andata e ritorno – e in due pubblicazioni, nel 2007.

Grazie a un appello pubblico che ha avuto una generosa risposta, dalle soffitte e dai cassetti modenesi è emerso un notevole patrimonio di memoria storica, soprattutto visiva: fotografie organizzate in album e sciolte, qualche diario, lettere e altri memorabilia. Quantità e qualità dei materiali raccolti, scelti e passati allo scanner per essere esposti nella mostra, inducevano alcune considerazioni:

1) l’esperienza dell’effimero impero italiano creato con l’aggressione all’Etiopia, poco considerato nei manuali e nell’insegnamento della storia, riflesso di un passato considerato pubblicamente imbarazzante, era un evento che aveva intensamente segnato i partecipanti e il cui ricordo era stato accuratamente conservato dai loro discendenti, a differenza di altri avvenimenti pur importanti e drammatici. Rappresentava qualcosa di unico per il suo mix di elementi avventurosi, romantici, gloriosi, esotici;

2) è lecito pensare, sulla base dell’esperienza modenese, che ci siano molti documenti privati di questo tipo che giacciono in nascosti depositi familiari: una miniera di immagini e testi che possono arricchire la nostra conoscenza della storia, integrando gli archivi pubblici, rendendo contemporaneamente la storia più “familiare”, più avvicinabile. Un patrimonio che se non viene recuperato rischia di andare perduto per sempre;

3) uno strumento flessibile e potente come lo scanner (ma forse anche la fotografia digitale) è in grado di creare una copia conforme all’originale di questa memoria privata, sottraendo all’oblio e aprendo allo studio e alla conoscenza un nuovo tipo di fonte che crea un collegamento fra memoria pubblica e privata, ovviamente con il consenso del proprietario.
Con la possibilità di creare le condizioni per una circolazione illimitata delle copie in luoghi fisici o virtuali, come la rete.

L’iniziativa modenese non si è conclusa con il ritorno dei fondi fotografici nelle loro sedi private, dopo l’esposizione cittadina. La mostra si è trasferita in Etiopia, su invito dell’Istituto Culturale Italiano di Addis Abeba. Qui si è venuti a contatto con una realtà locale molto carente di memorie visive e non del periodo, a fronte  della ricca documentazione che proveniva da Modena, una piccola frazione di quanto può essere disponibile in Italia.
In questo quadro, dopo avere preso contatto con archivisti e storici etiopi, è nata l’idea di “restituire”, e quindi di condividere, le memorie emerse dai fondi familiari modenesi. Si è quindi chiesto ai possessori dei fondi di acconsentire alla donazione di una copia del loro materiale all’Università di Addis Abeba, da versare a loro nome in un fondo ad hoc, con la garanzia che venissero messi a disposizione di ricercatori e studenti. Grazie allo scanner, si poteva far uscire la propria vicenda dall’anonimato, arricchire la conoscenza storica generale e partecipare a un’iniziativa di solidarietà internazionale, conservando in casa gli oggetti preziosi del ricordo familiare.

Il passo successivo è stato l’avvio di una produzione pilota, che permettesse di verificare sul campo la procedura. La scelta è caduta sul ricco fondo fotografico di Pier Luigi Remaggi, ufficiale medico durante la guerra italo-etiopica, utilizzato grazie al consenso dell’erede Angela Remaggi (2 album con 681 foto, alcune centinaia di foto sciolte). È stata eseguita in questo caso una scansione di più di 400 immagini scelte dal fondo. Le fotografie, accompagnate da testi sui criteri di scelta, di catalogazione e note biografiche, sono state trasferite in un unico CD, donato all’Università di Addis Abeba e inviato anche all’Istituto Culturale Italiano, con una lettera di accompagnamento che spiegava le finalità dell’iniziativa:

1. Restituire al popolo etiope le memorie raccolte a Modena e renderle disponibili agli studenti, agli studiosi e al pubblico in generale
2. Stimolare iniziative simili non solo da parte di archivi privati ma anche di archivi pubblici e di istituzioni italiane
3. Incoraggiare uno studio congiunto del passato comune italo-etiope (1935-1941)
Per proseguire e meglio organizzare la raccolta e la digitalizzazione di documentazione e assicurare continuità all’iniziativa è stato recentemente aperto  alla Casa delle Culture lo spazio ‘Memorie Coloniali’. Per tale scopo il centro è dotato di due scanner (per i formati A3 e A4) e di una biblioteca con volumi e riviste dell’epoca coloniale.
Il materiale fatto emergere e restituito sarà a disposizione del pubblico anche in Italia.