Figure e interpreti del Sessantotto

Ciclo di incontri, cinquant’anni dopo

PROGRAMMA 2017 / 2018

Fondazione Luigi Micheletti – Via Cairoli 9 – Brescia
Tel. +39 030 48578 – micheletti@fondazionemicheletti.it

CORSO DI FORMAZIONE PER GLI INSEGNANTI

Il ciclo di seminari, che si svolge in collaborazione con Isrec – Istituto di storia contemporanea di Piacenza per quanto riguarda l’attività formativa, prevede anche uno sviluppo didattico a Piacenza e la fruizione online degli estratti delle conferenze, ed è valido come attività di formazione per il personale docente di ogni ordine e grado secondo le direttive ministeriali.

Il ciclo si compone di 26 seminari per un totale di 78 ore (20 incontri nel corso dell’a.s. 2017/’18, regolarmente certificati)
Quota di iscrizione al singolo seminario: 5,00 euro
Quota di iscrizione per l’intero ciclo di seminari: 60,00 euro
Max 30 posti disponibili previa iscrizione al corso presso la sede dello stesso

L’Istituto ISREC di Piacenza, partner del progetto, è parte della Rete degli istituti associati all’Istituto Nazionale Ferruccio Parri (ex Insmli) riconosciuto agenzia di formazione accreditata presso il Miur (l’Istituto Nazionale Ferruccio Parri con la rete degli Istituti associati ha ottenuto il riconoscimento di agenzia formativa, con DM 25.05.2001, prot. n. 802 del 19.06.2001, rinnovato con decreto prot. 10962 del 08.06.2005, accreditamento portato a conformità della Direttiva 170/2016 con approvazione del 01.12.2016 della richiesta n. 872 ed è incluso nell’elenco degli Enti accreditati).

Si ricorda che gli insegnanti possono usufruire del bonus di 500 euro della carta del docente (collegarsi a https://cartadeldocente.istruzione.it/ per generare il buono relativo e il codice alfa-numerico che verrà comunicato a didattica@fondazioneluigimicheletti.eu per l’accreditamento).

Per maggiori informazioni sul corso: didattica@fondazioneluigimicheletti.eu

Per dettagli sulle caratteristiche formative del corso: www.istitutostoricopiacenza.it

Lo spirito della Resistenza

 QUADERNI_2.2014                                                                                                                                          “Questo numero dei “Quaderni” è nato durante la proiezione di una serie di filmati di manifestazioni per il 25 aprile, giorno simbolico che celebra la Liberazione. Effettuati in città e in anni diversi, durante i decenni che ci separano dal 25 aprile 1945. A colpire il pubblico della sala dove si svolgeva la proiezione erano, oltre l’età e il genere dei protagonisti, i loro abiti, gli slogan, il carattere della manifestazione, il linguaggio e la provenienza politica degli oratori e, nel caso ci fossero, i coevi commenti dei presentatori. Le immagini delle manifestazioni – di cui alcuni degli spettatori erano stati a volte parte attiva – sollevavano più di un interrogativo. Ci si chiedeva ad esempio come apparissero di evidenza immediata aspetti che invece avevano richiesto tempo e fatica per prenderne atto. Era il “senno di poi” che permetteva di cogliere facilmente particolari sfuggiti o censurati dai contemporanei e arricchiva “storiograficamente” le immagini. Appariva evidente lo scarto tra le manifestazioni del Nord rispetto al Centro e al Sud, tra Nord industriale e Centro agricolo, tra l’Ovest del Triangolo e l’Est bianco e lacerato. Saltava agli occhi il mutare della partecipazione del movimento partigiano; non solo i volti che invecchiavano con gli anni ma il rapporto con l’esperienza di guerra. Un “prima” dove i partigiani comparivano ostentatamente inquadrati nelle formazioni storiche (1955) – un richiamo militare inquietante – che si scioglieva in una partecipazione più casuale arricchita da facce giovani (1960-1965) che dopo il 1968 prendevano decisamente il sopravvento con nuovi contenuti e nuove liturgie. Solo pochi anni prima sarebbe stato difficile vedere sfilare nel corteo del 25 aprile 1975 a Milano, decine di giovani militari in divisa col volto coperto da un fazzoletto rosso preceduti da striscioni dei corpi e caserme di provenienza che cantavano “Bella ciao” e scandivano slogan come “fascisti, golpisti, per voi non c’è domani, siamo soldati, saremo partigiani”.Sullo schermo della sala di proiezione dove eravamo riuniti, le manifestazioni del 25 aprile, a dispetto della ritualità del riferimento, si rinnovavano assumendo i segni del tempo e della cronaca. E’ stato allora che c’è venuta l’idea di proporlo come tema alla conferenza annuale dell’AAIS. Quante resistenze c’erano o c’erano state nei quasi 70 anni che ci separavano dalla fine della guerra di Liberazione? E specialmente a quale Resistenza facevano riferimento i giovani studiosi che annualmente si interessavano ai meeting della associazione? (dall’Introduzione dei curatori del fascicolo Manlio Calegari e Marco Codebò)”.

 

“Quaderni di Storia e memoria” (n.2/2014), la pubblicazione ILSREC diretta da Antonio Gibelli, è in corso di stampa.

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