L’Unione europea tra terrorismo fondamentalista, spinte nazionalistiche e democrazia sovranazionale, lezioni magistrali ILSREC

Giovedì 3 novembre, nella Sala consiliare di Palazzo Doria Spinola, alle ore 17.00, Franco Praussello e Stefano Quirico terranno una lezione magistrale sul tema L’Unione europea tra terrorismo fondamentalista, spinte nazionalistiche e democrazia sovranazionale nell’era della globalizzazione.

L’incontro, moderato da Guido Levi, docente dell’Università degli studi di Genova e membro del comitato scientifico ILSREC, costituisce il terzo appuntamento del ciclo di conferenze La democrazia europea di fronte alle nuove sfide, organizzato dall’Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, in collaborazione con Consiglio regionale Assemblea legislativa della Liguria, Città Metropolitana di Genova e Università degli studi di Genova-Scuola di Scienze sociali, Ufficio scolastico regionale per la Liguria.

Franco Praussello ha insegnato Economia dell’integrazione europea, Elementi di economia e Politica economica alle Università di Genova e Parma, attualmente è titolare della cattedra Jean Monnet ad personam in “Eu Economic Studies”. Ha scritto saggi e sviluppato progetti di ricerca sull’economia dell’integrazione europea, sull’economia monetaria internazionale e dello sviluppo. Tra le ultime opere, da lui curate, si segnalano The Eurozone experience: monetary integration in the absence of a European government (Franco Angeli, 2012); Euro-mediterranean partnership in the aftermath of the arab spring (Franco Angeli, 2011); Cinquantanni e più di integrazione economica in Europa: la goccia e la roccia nell’economia europea (Franco Angeli, 2010).

Stefano Quirico è borsista di ricerca in Storia delle dottrine politiche presso l’Università del Piemonte Orientale-Dipartimento di Giurisprudenza e Scienze politiche, economiche e sociali. I suoi interessi riguardano il processo di integrazione europea, il pensiero liberal-democratico fra Otto e Novecento, il tema del terrorismo. È autore dei volumi L’Unione europea e il terrorismo. Storia, concetti, istituzioni (Morlacchi, 2016) e Liberalismo sociale e progresso ordinato. Biografia politico-intellettuale di Maggiorino Ferraris (Giuffrè, 2016).

 Programma lezioni magistrali ILSREC

Presentazione del libro edito dall’IFSML “La Slovenia nella seconda guerra mondiale”

ANPI e AVL della provincia di Gorizia organizzano per martedì 10 dicembre dalle 17.00 a palazzo Attems Petzenstein, in Piazza De Amicis 2, a Gorizia, la presentazione del volume “La Slovenia durante la seconda guerra mondiale” di Zdenko Cepic, Damijan Guštin, Nevenka Troha, edito dall’Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione di Udine (n.31 della Collana Studi e Documenti) con il contributo della Fondazione -Sklad Dorce Sardoc di Gorizia.

L’opera sarà sarà illustrata con alcune considerazioni introduttive dall’avvocato Nereo Battello.  Saranno presenti gli Autori.

Si tratta di un contributo storico importante che va a colmare una lacuna, offrendo per la prima volta al lettore italiano un quadro storico completo del territorio che fa oggi parte della Repubblica di Slovenia tra gli anni che vanno dal 1941 al 1945, con un’ampia presentazione delle principali problematiche relative a ciò che era l’entità slovena all’interno del regno jugoslavo tra le due guerre mondiali.

In Slovenia la seconda guerra mondiale ebbe inizio il 6 aprile 1941 con l’aggressione della Germania e dell’Italia alla Jugoslavia. Dopo la disfatta dell’esercito jugoslavo la Slovenia venne divisa e spartita tra i quattro stati occupanti: Germania, Italia, Ungheria e, per una parte minore, lo Stato indipendente Croato. Il regime di occupazione fu caratterizzato dai più diversi atti di violenza esercitati nei confronti della popolazione (uccisioni, arresti, internamenti, espulsioni) con lo scopo di annientare gli sloveni come popolo e come nazione. La risposta fu la nascita di un movimento di resistenza organizzato e condotto dal Fronte di liberazione del popolo sloveno, l’Osvobodilna Fronta. Ad esso aderirono organizzazioni che si richiamavano a tutti gli orientamenti politici e sociali, fra le quali divenne forza trainante e determinante il Partito comunista. Tra gli obiettivi e i programmi della lotta di liberazione ci fu anche la realizzazione di profondi cambiamenti nel campo sociale e nella gestione del potere statale. Oltre alle forze di occupazione e a quelle della resistenza, fu presente nella guerra in Slovenia una terza componente, quella dei domobranci, collaborazionisti delle forze occupanti contro il movimento di liberazione. Nel maggio del 1945, terminato il conflitto, il potere politico venne assunto dal Fronte di Liberazione, che dappertutto vide come forza egemone il partito comunista.

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Presentazione volume edito dall’IFSML di Udine “La Slovenia durante la seconda guerra mondiale”

Lunedì 11 marzo 2013 presso la Sala Conferenze della Fondazione CRUP di Udine (via Manin 15), con inizio alle ore 17.00, sarà presentato il volume edito dall’Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione di Udine (n.31 della Collana Studi e Documenti“La Slovenia durante la seconda guerra mondiale” di Zdenko Cepic, Damijan Guštin, Nevenka Troha. L’opera sarà presentata dalla dott.ssa Monica Rebeschini dell’università del Litorale-Capodistria. Saranno presenti gli Autori.

In Slovenia la seconda guerra mondiale ebbe inizio il 6 aprile 1941 con l’aggressione della Germania e dell’Italia alla Jugoslavia. Dopo la disfatta dell’esercito jugoslavo la Slovenia venne divisa e spartita tra i quattro stati occupanti: Germania, Italia, Ungheria e, per una parte minore, lo Stato indipendente Croato. Il regime di occupazione fu caratterizzato dai più diversi atti di violenza esercitati nei confronti della popolazione (uccisioni, arresti, internamenti, espulsioni) con lo scopo di annientare gli sloveni come popolo e come nazione. La risposta fu la nascita di un movimento di resistenza organizzato e condotto dal Fronte di liberazione del popolo sloveno, l’Osvobodilna Fronta. Ad esso aderirono organizzazioni che si richiamavano a tutti gli orientamenti politici e sociali, fra le quali divenne forza trainante e determinante il Partito comunista. Tra gli obiettivi e i programmi della lotta di liberazione ci fu anche la realizzazione di profondi cambiamenti nel campo sociale e nella gestione del potere statale. Oltre alle forze di occupazione e a quelle della resistenza, fu presente nella guerra in Slovenia una terza componente, quella dei domobranci, collaborazionisti delle forze occupanti contro il movimento di liberazione. Nel maggio del 1945, terminato il conflitto, il potere politico venne assunto dal Fronte di Liberazione, che dappertutto vide come forza egemone il partito comunista.

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