Nuoro, L’albero del riccio

L’ALBERO DEL RICCIO

 In occasione dell’80esimo anniversario della morte di Antonio Gramsci, l’ISTASAC organizza la rappresentazione della pièce teatrale L’albero del riccio. Antonio Gramsci dal bambino all’adulto, di e con Giovanni Carroni, che ricostruisce il percorso di vita e militanza del grande antifascista sardo. Lo spettacolo si terrà giovedì 27, alle ore 20.30 presso il Nuovo Teatro Bocheteatro (via Trieste 48, Nuoro). L’ingresso è ad offerta.

La pièce prende le mosse dalla memoria personale dell’autore. “Tempo fa, scrive Carroni, sotto richiesta dei miei due figli, mi sono messo a rovistare tra le foto di famiglia, per trovarne alcune che mi ritraggono da ragazzo con tutti i capelli in testa. Era questa la loro grande curiosità. A quel punto siamo andati avanti  a vedere tante altre foto, di tutto il parentado. E’ stato allora che mi è capitato tra le mani un vecchio raccoglitore verde con i fogli plastificati, dove avevo riposto in ordine cronologico tutte le tessere del P.C. , non del computer, del Partito Comunista:  di mia nonna, mio nonno, mio padre, mia madre e mio zio Francesco, il barbiere, noto Cucuiedda . Ed è allora che ho ripensato al vecchio P.C.,  al Partito dei miei nonni, di mio padre, a quella militanza passionale, quasi romantica, a quella fede che richiamava il grande ingenuo sogno di Proletari di tutti paesi, virgola, unitevi!!!“.

L’autore si chiede se, al di là delle crisi della sinistra novecentesca culminate nella caduta del Muro di Berlino, sia rimasto qualcosa di quello spirito di giustizia ed uguaglianza che aveva ispirato la scelta militante dei suoi parenti e di tanti altri nuoresi ed italiani. Ripercorrere la vicenda biografica di Gramsci rappresenta così un modo per rendere omaggio non solo ad una grande figura dell’antifascismo e del pensiero politico italiano, ma soprattutto ai “grandi valori” che “nonostante le delusioni, le mortificazioni, le offese, la vergogna di una parte della sinistra attuale, di quella sinistra del potere, dell’arroganza, dell’affarismo, non sono scomparsi, sono ancora dentro tanti di noi: parole come uguaglianza, fraternità, tolleranza, solidarietà , possono essere ancora manifesto per una militanza dell’onestà, della giustizia sociale, dell’educazione, della civiltà, dell’intelligenza”. Senza dimenticare che, secondo le parole di un conservatore intelligente come Benedetto Croce, : “L’opera di Gramsci appartiene anche a chi è di altro od opposto partito politico”.

Blackout-Giorno della Memoria 2017

Domenica 29 gennaio, nella sala del Munizionere di Palazzo Ducale alle ore 21.00, si terrà BLACKOUT, spettacolo itinerante con parole, musica, luci e ombre. L’evento è promosso da Approdo Ostilia Mulas-Comitato territoriale Arcigay Genova e da Arcigay Associazione LGBTI italiana, ideato, organizzato e coordinato da Domenico Lazzaro e Claudio Tosi, patrocinato da Comune e Città Metropolitana di Genova, Regione Liguria, Municipio I Centro est, Centro culturale Primo Levi, Comunità Ebraica di Genova, Aned e Anpi-sezioni provinciali, ILSREC, in collaborazione con Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, Accademia ligustica di Belle arti, Teatro della Tosse, Officina Letteraria, Goethe-Institut Genua, Festival e Compagnia  Suq, Stanza della Poesia, Teatro dell’Ortica, Comunità di San Benedetto al Porto, Associazione Princesa, Arci Liguria e Genova, Radio 100 passi Community Genova, Associazione culturale Cogoleto OTTO, Tessere Le Identità, Coordinamento UIL Diritti, Left Lab e Federazione dei Giovani democratici di Genova.

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La persecuzione degli omosessuali nella Germania nazista è stata una delle prime persecuzioni  ad essere messa in atto; a pochi mesi dalla salita del nazismo al potere,  la vita gay tedesca, fervente soprattutto a Berlino, fu drasticamente interrotta e con questa  la crescita del primo movimento omosessuale della storia. Subito iniziarono la deportazione e gli esperimenti medici. Questi ultimi furono particolarmente violenti,  perché perpetrati allo scopo di comprendere le ragioni della “deviazione sessuale” e di trovarne una “cura”.

L’Omocausto, cioè lo sterminio degli omosessuali, è stato studiato molto tardi e molto meno di  altre tipologie di deportazione. Le cause sono da cercare non solo nelle difficoltà personali di chi avrebbe dovuto rivelare il proprio orientamento sessuale, ma anche nel riconoscimento  dell’omosessualità come un crimine. Va ricordato che chi veniva internato in un campo di concentramento per omosessualità, ne usciva per essere incarcerato per il crimine di sodomia.  Il titolo dello spettacolo nasce dalla riflessione su e come,  in quegli anni, l’umanità  sia stata spenta  e su come, successivamente, sia stata spenta e allontanata la memoria della deportazione degli omosessuali.

Il percorso artistico costruito con BLACKOUT  intende riportare luce in quei luoghi della storia che sono rimasti in ombra fino ai nostri anni.  Attraverso una sequenza di episodi, saranno ricordati alcuni aspetti importanti, con una particolare attenzione alla deportazione degli omosessuali e alle altrettanto dimenticate deportazioni di zingari, disabili e donne lesbiche.
Ampio spazio sarà dedicato agli ebrei genovesi che hanno raccontato negli anni la loro storia: Liana Millu, Pupa Dello Strologo e Gilberto Salmoni

Ingresso libero fino esaurimento posti