Parole di carta: archivi e storia orale nell’itinerario scientifico di Duccio Bigazzi

Il completamento dell’inventariazione dell’archivio di Duccio Bigazzi, storico del lavoro, dell’impresa e della fotografia, e la pubblicazione del volume di Sara Zanisi, Il Portello. Voci dalla fabbrica. Le interviste di Duccio Bigazzi in Alfa Romeo (FrancoAngeli, 2017) sono l’occasione per far dialogare fonti e ricerca storica ricordando il magistero scientifico di Bigazzi e la sua capacità di interrogare una pluralità di supporti per ricavarne narrazioni polifoniche.

Introducono:
• Vittore Armanni, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
• Carolina Lussana, Fondazione Dalmine
• Germano Maifreda, Università degli studi di Milano

Intervengono:
• Stefano Musso, Università degli studi di Torino,
• Luisa Passerini, European University Institute,
• Sara Zanisi, Associazione Duccio Bigazzi.

Promosso da Fondazione Giangiacomo Feltrinelli in collaborazione con Associazione Duccio Bigazzi.

Mercoledì 29 maggio 2019, ore 17.30
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Viale Pasubio 5, Milano
Iscrizione obbligatoria su www.fondazionefeltrinelli.it
Info: comunicazione@fondazioneisec.itduccio-bigazzi-img493

 Presentazione del volume di Bruno Settis, “Fordismi. Storia politica della produzione di massa” (il Mulino, 2016)

Interverranno

  • Giuseppe Berta, Università Bocconi di Milano
  • Stefano Musso, Università degli studi di Torino
  • Valentina Fava, Technische Universität Berlin

Fondazione Isec, Villa Mylius, Largo La Marmora 17, Sesto San Giovanni (MM1 Sesto Rondò)
Info e prenotazioni: comunicazione@fondazioneisec.it
Leggi info sul volume

#BCM15: Torna Bookcity Milano in Fondazione Isec

logo BCM15Fondazione Isec si riconferma presente anche alla quarta edizione di Bookcity Milano, evento condiviso tra tutti i protagonisti del sistema editoriale, con l’obiettivo di mettere il libro, la lettura e i lettori al centro di una serie di eventi diffusi sul territorio metropolitano.
A Sesto San Giovanni, in Villa Mylius, due giorni densi di appuntamenti su lavoro e fabbrica: giovedì per Bookcity Scuole avremo un’intera mattinata dedicata agli studenti e alle studentesse con “BCM Under20” per incontrare l’archivio storico di Isec e gli autori (incontri inseriti nel progetto “Spazio Mil-Carroponte. Dalla cultura dell’industria all’industria della cultura” con il contributo di Fondazione Cariplo); venerdì due appuntamenti dedicati al tema della storia del lavoro e della fabbrica attraverso l’intreccio fra la dimensione dell’indagine storico-sociale e la rappresentazione fotografica.

Programma:

• GIOVEDÌ 22 OTTOBRE 2015: BCM UNDER20
Ore 10.00: GLI STUDENTI ENTRANO IN ARCHIVIO: incontro e visita guidata alla scoperta delle fonti storiche sui temi del lavoro e dell’industria conservate presso la Fondazione Isec, con Alberto De Cristofaro e Primo Ferrari (Fondazione Isec)
Ore 11.00: GLI STUDENTI INCONTRANO GLI AUTORI: dialogo con Giuseppe Lupo (Università Cattolica di Milano) curatore del volume Fabbrica di carta. I libri che raccontano l’Italia industriale(Laterza, 2014).
Prenotazione obbligatoria all’indirizzo: didattica@fondazioneisec.it

• VENERDÌ 23 OTTOBRE ORE 17: IL LAVORO E LE SUE TRASFORMAZIONI NEL NOVECENTO
Presentazione della Storia del lavoro in Italia, Il Novecento 1945-2000, (Castelvecchi editore, 2015), a cura di Stefano Musso.
Intervengono insieme all’autore:
- Cristina Tajani (assessore al lavoro del Comune di Milano),
- Germano Maifreda (Università degli studi di Milano)
- Debora Migliucci (Archivio del lavoro di Milano)
- Gilda Zazzara (Università Ca’ Foscari di Venezia)

• VENERDÌ 23 OTTOBRE ORE 18.30: MOSTRA “PAUSA PRANZO. CIBO E LAVORO NELL’ITALIA DELLE FABBRICHE”
Inaugurazione della mostra fotografica sul rapporto tra i lavoratori e l’alimentazione: a cura di Giorgio Bigatti e Sara Zanisi in collaborazione con Uliano Lucas e Fayçal Zaouali, è promossa da Fondazione Isec con il patrocinio del Comune di Sesto San Giovanni, Le università per Expo2015 e con il contributo di Fondazione Cariplo.
Intervengono:
Monica Chittò (sindaco di Sesto San Giovanni),
Rita Innocenti (assessora alla cultura del comune di Sesto San Giovanni),
Andrea Rebaglio (vice direttore area arte e cultura Fondazione Cariplo),
Uliano Lucas (fotografo)
Giorgio Bigatti e Sara Zanisi (Fondazione Isec)
Ingresso libero.
Orari di apertura: Da lunedì a venerdì, 15.00 – 18.00; Sabato e domenica 16.00 – 19.00
Mattinate dedicate alle scuole su prenotazione: didattica@fondazioneisec.it

Tutti gli incontri si svolgono in Fondazione Isec Villa Mylius | Largo La Marmora 17 | Sesto San Giovanni (Metropolitana M1 fermata Sesto Rondò).

Consulta il programma dettagliato degli appuntamenti in Isec.

La Storia in Piazza_edizione 2015_Le età del Capitalismo

 

StoriainpiazzasitoLa Storia in Piazza

Le età del Capitalismo

 

La sesta edizione di  la Storia in Piazza, dal 16 al 19 aprile, ha proposto un lungo viaggio nella storia del capitalismo, dalla sua preistoria per ripercorrere i luoghi dei suoi primi trionfi, la rivoluzione industriale e poi seguirne i percorsi, le crisi e i mutamenti fino al presente. Non un festival dedicato alla storia economica, ma una rassegna che ha considerato il capitalismo nel suo complesso: i suoi sostenitori, i suoi nemici, il suo rapporto con le religioni, le idee ad esso connesse, le ansie alle quali ha dato luogo, il suo rapporto con il concetto di “modernità”, le cause e gli effetti delle “grandi crisi”.

La manifestazione, organizzata da Genova Palazzo Ducale Fondazione per la cultura, con il patrocinio del Comune di Genova, della Regione Liguria, del Centro Primo Levi, della Camera di Commercio, dell’Università degli studi di Genova e dell’Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, è stata curata dallo storico Donald Sassoon, con Luca Borzani, presidente di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, dal sociologo Alessandro Cavalli  e da Antonio Gibelli, già professore ordinario di Storia contemporanea all’Università di Genova.

La globalizzazione, la progressiva crescita dell’integrazione economica, sociale e culturale tra le diverse aree del mondo, è sostenuta da un’ideologia altrettanto globale: il capitalismo di mercato. Nelle società tardo capitalistiche, che costituiscono il cuore del sistema, nessuna forza si oppone alla sua universale accettazione.
Nelle economie emergenti di Cina, Brasile e India il dibattito si incentra su quale tipo di capitalismo debba prevalere.
Ma qual è il livello di coesione nelle società tardo capitalistiche?
In Occidente non siamo mai stati così ricchi, eppure le disuguaglianze sono aumentate. Il vecchio sogno dell’égalité è stato di fatto abbandonato. Tutti sembriamo accettare l’attuale ordine economico come l’unico possibile Negli ultimi decenni del XIX secolo, tale trionfo non era affatto prevedibile. L’avanzata del capitalismo industriale era invece la causa di un diffuso sentimento di preoccupazione e la sua diffusione determinava uno sconvolgimento senza precedenti a partire dall’urbanizzazione tumultuosa e al mutato rapporto tra città e campagna. Entro il 1880, almeno in Europa, il dibattito all’interno delle élite politiche si snodava tra l’assunto dell’inevitabilità dell’industrializzazione e il timore (per i socialisti, la speranza) che tale processo avrebbe destabilizzato il sistema politico stesso. L’élite liberal aveva abbracciato con entusiasmo il capitalismo in quanto portatore di progresso e crescita economica. I socialisti, pur accettando l’inevitabilità del capitalismo ed apprezzandone l’attitudine a fare terra bruciata delle tradizioni, avevano come meta una società senza classi e privilegi. Infine c’erano i “reazionari”, nostalgici di un passato idealizzato che, pur non avendo alcuna chance di vittoria, raccoglievano consensi tra coloro che si sentivano minacciati dalla modernità.
D’altronde se il mutamento può essere considerato un elemento costante della storia, un certo scetticismo verso il nuovo non è un atteggiamento necessariamente sbagliato dato che ogni cambiamento, anche graduale, va raramente a effettivo vantaggio di tutti. Così, alla fine del XIX secolo, si diffuse il desiderio comune di migliorare il destino di coloro che, pur avendo accettato l’inesorabilità del capitalismo, soffrivano per le modalità di produzione e di distribuzione della ricchezza. Questo è il motivo per cui, fino a non molto tempo fa, in Europa, davvero pochi partiti politici di massa erano sostenitori disinibiti del mercato. Addirittura, nel periodo tra le due guerre, crebbe la riluttanza ad abbracciare l’ideologia filo-capitalista. A rendere il capitalismo sempre meno popolare contribuirono la diffusa e massiccia inflazione nell’Europa centrale all’inizio degli anni Venti, il crollo del ’29 e la conseguente Grande Depressione e un ritorno al protezionismo. Dopo il 1945 la maggior parte delle economie capitaliste si orientarono verso ciò che fu chiamato il Welfare State “keynesiano”. La crescita dei salari fornì al capitalismo una legittimazione formidabile.
È stata la cosiddetta “età dell’oro del capitalismo” (1945-75). La democratizzazione dei consumi e le libertà politiche hanno sancito la vittoria del capitalismo di mercato. Alcune delle economie comuniste riuscirono a porre le fondamenta di una società industriale, ma non riuscirono a sviluppare né una società dei consumi né la libertà politica.
Oggi l’ideologia dominante è il neoliberismo che deve affrontare un problema fondamentale, quello dei limiti ecologici della crescita. Infatti, oggi, i principali ostacoli alla continua espansione e alla stabilità del capitalismo non sono la lotta di classe o le aspirazioni rivoluzionarie dei “dannati della terra” o i fondamentalisti islamici, ma l’ecologia del pianeta. La crescita capitalistica potrebbe essa stessa destabilizzare il capitalismo.

Donald Sassoon

http://www.lastoriainpiazza.it/

ILSREC è tra gli enti organizzatori della manifestazione