26 aprile ore 17.30
Forum Guido Monzani – Via Aristotele 33, Modena
La memoria rende liberi? La Resistenza settant’anni dopo
Gianni Oliva, autore di “Il tesoro dei vinti” (Mondadori)
Giovanni De Luna, autore di “La Resistenza perfetta” (Feltrinelli)
dialogano con Giuliano Albarani, presidente Istituto storico di Modena
Cosa ricordiamo? Come lo ricordiamo? Perché lo ricordiamo? Sono domande semplici che richiedono risposte meditate e competenti. Per questo a conclusione di una settimana di celebrazioni, feste ed eventi culturali l’Istituto storico di Modena propone un’occasione di riflessione sulla memoria storica della Seconda guerra mondiale e della lotta di Liberazione.
Sottolinea De Luna: “Ho scelto di raccontare una storia, un luogo, alcuni personaggi: un castello in Piemonte, una famiglia nobile che decide di aiutare i partigiani, la figlia più giovane, Leletta d’Isola, che annota sul suo diario quei mesi terribili ma anche meravigliosi in cui comunisti e monarchici, aristocratici e contadini, ragazzi alle prime armi e ufficiali dell’ex esercito regio lottarono, morirono, uccisero per salvare la loro patria, la loro libertà, il futuro di una nazione intera”.
Sottolinea De Luna: “Ho scelto di raccontare una storia, un luogo, alcuni personaggi: un castello in Piemonte, una famiglia nobile che decide di aiutare i partigiani, la figlia più giovane, Leletta d’Isola, che annota sul suo diario quei mesi terribili ma anche meravigliosi in cui comunisti e monarchici, aristocratici e contadini, ragazzi alle prime armi e ufficiali dell’ex esercito regio lottarono, morirono, uccisero per salvare la loro patria, la loro libertà, il futuro di una nazione intera”.
Gli autori, nel corso dell’incontro, cercheranno di rispondere a domande scomode: che significato ha, oggi, a settant’anni di distanza, promuovere la conoscenza e il ricordo dei giorni della Liberazione? L’attenzione delle istituzioni, del mondo della scuola, degli ambienti culturali per quelle vicende, quel periodo e quell’Italia risponde a un interesse reale o è frutto di una tendenza alla ritualità e alla stanca ripetizione di schemi celebrativi? Parlare di Resistenza e antifascismo significa ancora oggi schierarsi politicamente o la memoria della lotta di Liberazione è divenuta, come si dice in gergo, “memoria condivisa”, punto di riferimento univoco per tutti gli italiani? E ancora: ha un posto, nella nostra coscienza nazionale – e se sì, quale – l’esperienza di chi ha militato nella Repubblica sociale italiana e ha abbracciato i valori del Fascismo?