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copertina del volumeCasignana. Una strage impunita
Gaetano Errigo
Cittanova, Istituto Arcuri, 2022. Pagine: 128

In breve: Le squadre fasciste avevano scelto accuratamente il terreno dell’imboscata, “i Cruci”, nel punto in cui la mulattiera, dopo la discesa da Renella, formava una strettoia sovrastata dalla costa della Nefrara.
I cespugli di nafra (alloro) offrivano mimetizzazione ai fascisti. I “killers”, tiratori scelti che dovevano far saltare la testa dei capi socialisti si tenevano nascosti dietro le siepi di fichi d’India che fiancheggiavano la strada o dietro le armacere. Una carneficina che fermò con il piombo l’amministrazione socialista di Casignana e sgombrò le terre del principe di Roccella concesse in base al decreto Visocchi alla Cooperativa Garibaldi.
Gaetano Errigo, riporta alla luce, nel centenario dell’avvento del fascismo, la strage di Casignana del 21 settembre del 1922 e la colloca all’interno di una cornice dentro la quale le lotte per la terra e le agitazioni contadine incontrarono l’attacco unitario della borghesia agraria e latifondista, dello squadrismo fascista e degli apparati dello Stato.
Ucciso il vicesindaco, ferito gravemente il sindaco, rimossa con le armi l’amministrazione socialista, arrestati gli antifascisti più determinati, mentre lo stato abdica, in un clima di violenza, qui come altrove, i suoi poteri di difesa e di conservazione, il fascismo è in “marcia”.
Errigo nel ricostruire gli avvenimenti indugia sul “carattere” della piccola laboriosa comunità di Casignana, la cui storia affonda nelle viscere della Magna Grecia, sulle debolezze dello Stato e delle istituzioni, sulla determinazione con la quale è stata ideata, progettata e costruita la strage, rendendoci un quadro inedito che la colloca come prima grande strage di Stato perpetrata a danno dei lavoratori italiani.

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