I soldati che dissero No. Storie di deportazione a Reggio Emilia dopo l’8 settembre 1943

Storie di militari, di soldati che dopo l’armistizio dissero No al nazismo e a Mussolini, pagando il rifiuto con la deportazione in Germania. Con la prigionia e, spesso, con la morte.
Sono quelle raccontate in “I soldati che dissero No. Storie di deportazione a Reggio Emilia dopo l’8 settembre 1943”, la nuova mostra organizzata da Istoreco assieme al Centro di documentazione per il lavoro forzato nazista di Berlino – Schoneweide.

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L’esposizione sarà ospitata dalla Sinagoga di Reggio Emilia, in via dell’Aquila, dal 14 gennaio al 5 febbraio 2017. Vi saranno giorni di apertura al pubblico e vi sarà inoltre la possibilità, per tutte le scuole interessate, di organizzare visite didattiche curate dalle consulenti storiche di Istoreco. Le visite per le scuole potranno essere fissate anche fuori dagli orari di apertura al pubblico e sono aperte a istituti di ogni ordine e grado.

L’inaugurazione è fissata per le 18 di sabato 14 gennaio alla presenza di Kay Kufeke, storico e ricercatore alla Topografia del Terrore di Berlino e al Centro di documentazione per il lavoro forzato nazista di Berlino – Schoneweide.
Dopo il taglio del nastro, sarà aperta al pubblico – a ingresso gratuito – nei venerdì del 20 e del 27 gennaio e del 3 febbraio, dalle 10 alle 13; nei sabato del 21 e del 28 gennaio e del 4 febbraio dalle 17 alle 20. E nelle domeniche del 15, 22 e 29 gennaio e del 5 febbraio, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20. In programma vi sono anche alcune conferenze ed eventi pubblici, sempre al sabato pomeriggio e sempre a ingresso gratuito.

Sabato 21 gennaio alle 17 si parte con “Memorie ritrovate. Storie familiari”, dedicato agli oltre 7mila internati militari reggiani. Si parlerà di uno di loro, il caporale Alcide Truzzi, prima deportato in un campo di internamento poi inviato in una fattoria come manovalanza da sfruttare. Nel ricordare questa storia, si cercherà di ricordare le storie di tutti gli IMI reggiani, nella speranza che le famiglie reggiane interessate vogliano raccogliere le vicende dei loro parenti, ovviamente insieme a Istoreco. Parteciperà all’iniziativa lo scrittore Marco Truzzi, nipote di Alcide.

Sabato 28 gennaio alle 17 sarà la volta de “Primavera di bellezza. IMI una storia dimenticata”, un progetto video realizzato dalla IV e V A del liceo scientifico del D’Arzo di Montecchio durante il Viaggio della Memoria 2015. Dopo la visione del film, ci sarà un dialogo con Nico Guidetti, Matthias Durchfeld e Romeo Guarnieri, nell’ordine regista, consulente storico e insegnante coordinatore del progetto.

Sabato 4 febbraio si resta al cinema con “Tutti a casa! L’8 settembre nel cinema italiano”, una riflessione del regista Nico Guidetti su come la cinematografia italiana abbia narrato uno dei momenti cruciali della storia nazionale del ‘900, a partire proprio dalla commedia “Tutti a casa!” di Luigi Comencini.

L’invito per gli istituti scolastici interessati è di prenotare il prima possibile, così da poter trovare ancora momenti disponibili. Per prenotazioni, contattare Elisabetta Del Monte alla mail elisabetta.delmonte@istoreco.re.it e al numero 331 6171740.

La mostra è parte delle attività programmate per il Viaggio della Memoria 2017, che condurrà oltre mille studenti delle scuole superiori reggiane a Berlino. Pertanto, la visita per le classi del Viaggio è gratuita.
Per altre informazioni, www.istoreco.re.it e www.ilfuturononsicancella.it

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Ricordare la Shoah. Da Terezin all’orchestra femminile di Birkenau.

Un viaggio musicale nell’inferno concentrazionario, attraverso un’indagine approfondita della figura del musicista nel lager.

Relatore: Raffaele Pellegrino (Sezione Didattica IPSAIC)

Luogo: Unitre di Ortona (sede dell’Istituto Nautico)

“C’era una donna nel lager…”

“L’Olocausto è accaduto alle vittime, che non erano viste come uomini, donne o bambini, ma come Ebrei”. Le parole della scrittrice Cynthia Ozick se da un lato ci introducono in una dimensione di universalità nella lettura della Shoah, d’altro canto ci pongono l’urgenza di interrogarci sull’esigenza di una lettura di genere della Shoah e sulla sua efficacia. Dire questo non significa viziare la memoria di un fenomeno storico così complesso, ma assumere come fuoco imprescindibile gli occhi di una donna nel lager e, perché no, anche il cuore di una donna che legge gli occhi di centinaia di donne sofferenti tra pudore e orrore nell’inferno concentrazionario. La storica Alessandra Chiappano, straordinaria studiosa scomparsa prematuramente, che ha dedicato la vita intera alla didattica della Shoah e allo studio dell’esperienza femminile nei lager nazisti, sarà il punto imprescindibile di inizio e di arrivo per le nostre riflessioni sulle specificità e la peculiarità della deportazione femminile.

Intervengono: Raffaele Pellegrino, docente di storia e filosofia e ricercatore Ipsaic – Rosemary Nicassio, attrice

26 gennaio 2016 ore 9.00 – Auditorium Biblioteca Comunale di Adelfia (Bari)

 

Disegna ciò che vedi. Helga Weissova: da Terezin i disegni di una bambina

“Disegna ciò che vedi, furono le parole di mio padre dopo che gli avevo portato di nascosto, all’interno del campo maschile, il disegno di un pupazzo di neve. Era il dicembre 1941, poco dopo il nostro arrivo a Terezin. Il pupazzo di neve sarebbe rimasto il mio ultimo disegno veramente infantile. Spinta dalle parole di mio padre mi sentii chiamata, da quel momento in poi, a rappresentare nei miei disegni la vita quotidiana del Ghetto.” Helga Weissová- Hošková

La prigionia, la deportazione, viste con gli occhi di una bimba, disegnate con il talento dell’artista. Nel 2016 i Viaggi della Memoria Istoreco porteranno a Praga e al campo di Terezin, e dal campo di Terezin arriverà a Reggio una mostra speciale, per la storia che porta con sé: “Disegna ciò che vedi” di Helga Weissová – Hošková, visitabile dal 17 gennaio al 7 febbraio alla sinagoga di via dell’Aquila. Un’esposizione basata sui disegni che la giovane ebrea Helga fece nel campo di Terezin dal 1941, su esortazione del padre con cui era stata imprigionata assieme a tutta la famiglia. “Disegna ciò che vedi”, le disse consapevole che il talento grafico della ragazza avrebbe potuto essere una delle pochissime testimonianze a sopravvivere a quei giorni.

Inaugurazione
Domenica 17 gennaio 2016 ore 10.00

alla presenza dell’Assessore alla Città internazionale del Comune di Reggio Emilia Serena Foracchia. Introduzione ai contenuti dell’esposizione a cura di Alessandra Fontanesi – Istoreco. Coordina Simonetta Gilioli – Presidente Istoreco.
Letture da “Il Diario di Helga. La testimonianza di una ragazza nei campi di Terezin e Auschwitz” (Einaudi 2014) a cura di NoveTeatro.

L’esposizione sarà aperta venerdì 22 gennaio, 29 gennaio e 5 febbraio dalle 10 alle 13; sabato 23 gennaio, 30 gennaio, 6 febbraio dalle 17 alle 20; domenica 17 gennaio, 24 gennaio, 31 gennaio, 7 febbraio dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20.
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Inoltre, c’è la possibilità di prenotare visite guidate per scuole e gruppi fuori dall’orario di apertura, così da favorire anche chi non dovesse riuscire – per impegni e distanze – a essere a Reggio nei fine settimana di apertura.
Per informazioni e prenotazioni, contattare la sezione Didattica di Istoreco.
Alessandra Fontanesi tel. 3351294582 – didattica@istoreco.re.it
Elisabetta Del Monte tel. 3316171740 – segreteriadidattica@istoreco.re.it
La mostra è distribuita in esclusiva per l’Italia da Pro Forma Memoria www.proformamemoria.it

Eventi collaterali

Sabato 23 gennaio 2016 ore 17.00
Dibattito: Il Fascismo è un’opinione o un reato?
Contro la banalizzazione della Storia: una legge sul saluto romano e i gadget fascisti.

Saluti romani in pubblico, gadget fascisti e nazisti, dai calendari ai vini. Un problema che si ripresenta ciclicamente e numerose denunce fatte in molte città ad oggi non hanno risolto il problema. È necessario studiare e informare ma anche fermare questa banalizzazione dei crimini nazifascisti.
Se ne parlerà con il parlamentare Emanuele Fiano, promotore di una proposta di legge 3343 che chiede un’integrazione al Codice penale introducendo un nuovo reato per propaganda a favore del regime fascista e nazista.
Evento organizzato da Istoreco in collaborazione con il Coordinamento Provinciale Antifascista.
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Sabato 30 gennaio 2016 ore 17.00
Presentazione dell’albo illustrato “La città della stella” di S.R. Mignone e S. Possentini (EGA 2016) con Sonia Maria Luce Possentini – illustratrice

Honza è un ragazzo di quattordici anni, «l’età dei giochi». Porta una stella cucita sul cappotto, una stella che non ha scelto di indossare e che proprio non gli piace. Come non piace a tutti i bambini e le bambine di Terezin: la città della stella. Vorrebbero strapparla via dai vestiti, e sentirsi finalmente liberi. Ma possono farlo solo per gioco, per finta, mentre mettono in scena la storia di Brundibar, sorretti dalla musica di uno sgangherato pianoforte e dall’affetto di uno zio che si occupa di loro. A volte disegnano, anche se non hanno colori, oppure cantano in coro. E le note della musica si alzano in volo libere come farfalle. Quella di Honza e dei suoi amici è una storia di speranza, di desiderio di libertà, di avversione alla barbarie della guerra. È una storia di verità che dovremmo leggere, piccoli e grandi insieme, per riconoscere il valore della memoria e della pace.

Sabato 6 febbraio 2016 ore 17.00
Conferenza “L’arte come testimonianza” a cura di Elisabetta Del Monte – Istoreco


F. Bloch, Goodbye before leaving, 6 marzo 1943

“Poter lavorare, esorcizzare il terrore e l’apprensione dandovi forma, esprimerlo e diventare così più liberi”. Lea Grundig “artista degenerata” per il regime nazista, esprime quindi la lotta di ogni giorno per mantenere la propria libertà di artista e di individuo in un mondo inumano. Quella volontà di aggrapparsi all’arte perfino nella vita dentro al campo di concentramento che ritroviamo in molti deportati.
Il potere delle immagini, dipinti e disegni, nati dalla mano di chi ha vissuto in prima persona l’esperienza dei campi e ha saputo “documentare”, come Helga Weissova, o rielaborare dopo la liberazione quei momenti trascorsi superando il divieto «nach Auschwitz» di Adorno.
Opere che vanno oltre il loro valore estetico diventando atto di resistenza, registrazione della realtà o stimolo per la memoria, assumendo quindi un carattere assoluto e perentorio: quello di documento.

Inaugurazione Mostra “Izieu, una colonia per bambini ebrei rifugiati 1943-1944″ – 20 febbraio / 6 marzo 2015

Venerdì 20 febbraio, alle ore 16.00, presso la Sala “Tilatti” dell’Istituto Salesiano “G. Bearzi” di Udine, in via don Bosco 2, in collaborazione con l’Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione, sarà inaugurata la Mostra “Izieu, una colonia per bambini ebrei rifugiati 1943-1944“.

La mostra, realizzata dalla Maison d’Izieu mémorial des enfants juifs exterminés e dall’ Istituto storico di Modena, si compone delle fotografie storiche della colonia d’Izieu e ricostruisce le storie di bambini e ragazzi che hanno soggiornato alla colonia o che l’hanno frequentata tra il 1943 e il 1944.

All’inaugurazione sarà presente la prof.ssa Giulia Ricci dell’Istituto Storico di Modena e curatrice della mostra insieme a  Stéphanie Boissard.

La mostra sarà aperta al pubblico dal 20 febbraio al 6 marzo, dal lunedì al sabato, dalle ore 8.30 – 12.30. Ingresso libero. Visite guidate per le scuole e gruppi a cura dell’Istituto Friulano per la  Storia del Movimento di Liberazione (per informazioni tel. 0432 /295475, e-mail: didattica@ifsml.it).
La Storia. Izieu si trova in Francia a circa 80 chilometri da Lione. Durante la guerra alcune organizzazioni ebraiche d’Oltralpe si attivano nell’opera di salvataggio di ragazzi ebrei. Nel caso di Izieu, l’iniziativa è presa da un’infermiera della Croce Rossa francese, Sabine Zlatin, e da suo marito Mirou Zlatin (un ingegnere agricolo), i quali – a partire dall’aprile 1942 – assumono la direzione di alcune colonie per bambini rifugiati dell’Hérault. Infine, nel maggio 1943, i coniugi Zlatin insediano a Izieu “una colonia per bambini rifugiati”, con l’aiuto del viceprefetto di Belley e in accordo con TOSE (Oeuvre de Secours aux Enfants). Dopo l’8 settembre 1943 la zona passa dal controllo italiano a quello tedesco e si rafforza il ritmo delle esecuzioni e delle deportazioni. Il 6 aprile 1944 sette educatori e quarantaquattro bambini e ragazzi ospiti nella Maison sono arrestati per ordine della Gestapo di Lione, comandata da Klaus Barbie. Adulti e bambini di ogni età subiscono un interrogatorio da parte della polizia politica tedesca, che li trasferisce in treno verso il campo di Drancy. Quarantadue bambini e cinque adulti sono deportati ad Auschwitz-Birkenau e uccisi nelle camere a gas del campo di sterminio; due adolescenti e il direttore della colonia sono invece fucilati in Estonia. Di tutto il gruppo una sola educatrice riesce a sopravvivere.

http://www.memorializieu.eu/spip.php?lang=fr

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“Buchenwald, un lager con una storia molto particolare. Riflessioni e testimonianza di Gilberto Salmoni”

Lunedì 16 febbraio, a Palazzo Doria Spinola-Salone del Consiglio Provinciale, alle ore 17.00, nell’ambito delle iniziative per il Giorno della Memoria, si terrà l’incontro “Buchenwald, un lager con una storia molto particolare. Riflessioni e testimonianza di Gilberto Salmoni”, a cura da ANED Sezione di Genova, in collaborazione con ILSREC, Goethe-Institut Genua e Città Metropolitana di Genova.

Con Gilberto Salmoni, Presidente dell’ANED Sezione di Genova, interverranno Roberta Canu, Direttrice del Goethe-Institut Genua, e Giacomo Ronzitti, Presidente dell’Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea.

 Il Lager di Buchenwald (1937-1945) presenta molte singolari particolarità, cominciando dal suo nome che avrebbe dovuto essere Ettersberg.

Dai nove mesi di permanenza nel lager ho notato diversi aspetti, che lo rendono abbastanza differente dagli altri lager nazisti, pur essendoci anche molti punti in comune.

Questo lager ha avuto una storia complessa e un’evoluzione nel tempo. In Germania è considerato il campo più importante per la deportazione tedesca.

Chi è sopravvissuto enfatizza l’importantissimo ruolo del Comitato Clandestino di Resistenza del quale facevano parte tutte le nazioni che avevano loro internati nel lager, quasi un’anticipazione dell’Europa unita.

Ma ci sono ancora altri aspetti interessanti che, senza pensare di esaurire i punti di osservazione possibili, potranno dare un’idea di quello che è stato quel luogo (Gilberto Salmoni).

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Gilberto Salmoni è nato a Genova il 15 giugno 1928. Il padre Gino, vice direttore dell’Ispettorato provinciale di agricoltura, con la madre Vittorina e la figlia Dora, fu deportato a Auschwitz: tutti e tre furono uccisi immediatamente dopo l’arrivo. All’età di 16 anni, Gilberto fu catturato e tradotto a Buchenwald con il fratello Renato (uno dei dirigenti del Comitato Clandestino di Resistenza del campo). Laureato in ingegneria e in psicologia, nel 1994 è stato fra i fondatori dell’Associazione Alzheimer Liguria. E’ Presidente della sezione genovese dell’ANED e svolge una intensa attività di testimonianza soprattutto nelle scuole. È autore di numerosi volumi, tra i quali Una storia nella Storia. Ricordi e riflessioni di un testimone di Fossoli e Buchenwald (a cura di A. M. Mori, Torino 2005; Genova 2013), Sorvolando la Torah e la Bibbia: dialogo di un nonno con il Padreterno per interposta persona (Genova 2002), Coerenza e coraggio: italiani in guerra (Genova 2005), Memoria: un telaio infinito. Dialogo su un mondo tutto da scoprire (con pres. di R. Levi Montalcini, Genova 1993).