“Guido suonava il violino”

Spettacolo teatrale con Elena Formantici, regia di Patrizia Camatel, liberamente tratto da un racconto di Nicoletta Fasano. Un monologo teatrale tutto al femminile racconta di un vecchio violino che entra prepotentemente nella quotidianità di una donna, ricercatrice di professione, costringendola ad abbandonare il suo rassicurante, scientifico metodo di indagine e chiedendole di dedicarsi, anima e cuore, alla ricostruzione di una storia da salvare dall’oblio (https://www.archivioteatralita.it/azioni/spettacoli/guido-suonava-il-violino.html)

incisa

“E’ bello vivere liberi”

Ritorna nell’Astigiano lo spettacolo di Marta Cuscunà sulla vita di Ondina Peteano al teatro Balbo di Canelli (At). Per approfondimenti: https://www.martacuscuna.it/e-bello-vivere-liberi/

canelli

“Essere altrove”

Emilio Jona presenta, on line, il suo ultimo libro: “Essere altrove. Scritti sull’ebraismo” edito da Neri Pozza. E’ una raccolta di scritti, pensieri, riflessioni sull’ebraismo e sull’antisemitismo da parte di “un ebreo laico, religiosamente agnostico” che ha dedicato la sua vita alla riflessione e allo studio della cultura delle sue origini e dell’odio che ha circondato e circonda l’ebraismo.

Per iscrizioni: www.scuolealmuseo.it/blodidattica

1volantino_essere_altrove_19genn23_jona_fasano_meet

Guido suonava il violino

Un vecchio violino entra prepotentemente nella quotidianità di una ricercatrice, costringendola ad abbandonare il suo rassicurante, scientifico metodo di indagine, chiedendole di dedicarsi, anima e cuore, alla ricostruzione di una storia da salvare dall’oblio. Quel violino uscito dalla polvere di una cantina pare dotato di volontà propria: stride, geme, chiama con veemenza e ottiene ascolto. E racconta la vicenda di una famiglia ebrea sfollata al tempo delle leggi razziali e della guerra, con gli immancabili risvolti di sradicamento, discriminazione, deportazione. Attraverso un sofferto percorso di ricerca, specialmente dentro se stessa, la ricercatrice comprenderà che restituire il nome al proprietario del violino è affermare la sua esistenza: un atto di resistenza contro il sistema concentrazionario nazifascista, progettato per annientare, spersonalizzare, cancellare. Chi sono i “sommersi”, chi i “salvati”, allora come oggi? Chi i complici? Quali i giusti? Dove si colloca la protagonista stessa, nel suo mettersi in gioco – donna ed essere umano prima ancora che investigatrice – per svelare la verità intorno a questa vicenda? Il nodo centrale del lavoro teatrale non è tanto la Shoah, ma ciò che l’ha preceduto: la vita delle singole persone, con le loro gioie, miserie, speranze, scelte, legami.locandina-annone

La strada di casa. Il ritorno in Italia dei sopravvissuti alla Shoah

Elisa Guida (docente di storia contemporanea presso l’Università della Tuscia) presenterà il suo libro, edito da Viella, sui difficili ritorni, sulle complesse ricostruzioni delle vite dei sopravvissuti italiani alla deportazione.

17-febbraio

Per iscrizioni: http://www.scuolealmuseo.it/blogdidattica/

Guido suonava il violino

Un vecchio violino entra prepotentemente nella quotidianità di una ricercatrice, costringendola ad abbandonare il suo rassicurante, scientifico metodo di indagine, chiedendole di dedicarsi, anima e cuore, alla ricostruzione di una storia da salvare dall’oblio. Quel violino uscito dalla polvere di una cantina pare dotato di volontà propria: stride, geme, chiama con veemenza e ottiene ascolto. E racconta la vicenda di una famiglia ebrea sfollata al tempo delle leggi razziali e della guerra, con gli immancabili risvolti di sradicamento, discriminazione, deportazione. Attraverso un sofferto percorso di ricerca, specialmente dentro se stessa, la ricercatrice comprenderà che restituire il nome al proprietario del violino è affermare la sua esistenza: un atto di resistenza contro il sistema concentrazionario nazifascista, progettato per annientare, spersonalizzare, cancellare. Chi sono i “sommersi”, chi i “salvati”, allora come oggi? Chi i complici? Quali i giusti? Dove si colloca la protagonista stessa, nel suo mettersi in gioco – donna ed essere umano prima ancora che investigatrice – per svelare la verità intorno a questa vicenda? Il nodo centrale del lavoro teatrale non è tanto la Shoah, ma ciò che l’ha preceduto: la vita delle singole persone, con le loro gioie, miserie, speranze, scelte, legami.

bozza-locandina-nizza-monferrato-4-2-22

Dopo il 16 ottobre. Gli ebrei a Roma tra occupazione, resistenza, accoglienza e delazioni (1943-1944)

Silvia Haia Antonucci (responsabile Archivio storico della Comunità ebraica di Roma) e Claudio Procaccia (direttore del Dipartimento per i Beni e le Attività Culturali della Comunità ebraica di Roma) presenteranno il libro curato per la casa editrice Viella, risultato di una ricerca coordinata dal Museo della Shoah di Roma (https://www.viella.it/libro/9788867284870)

Per iscrizioni: http://www.scuolealmuseo.it/blogdidattica/

Guido suonava il violino

Un vecchio violino entra prepotentemente nella quotidianità di una ricercatrice, costringendola ad abbandonare il suo rassicurante, scientifico metodo di indagine, chiedendole di dedicarsi, anima e cuore, alla ricostruzione di una storia da salvare dall’oblio. Quel violino uscito dalla polvere di una cantina pare dotato di volontà propria: stride, geme, chiama con veemenza e ottiene ascolto. E racconta la vicenda di una famiglia ebrea sfollata al tempo delle leggi razziali e della guerra, con gli immancabili risvolti di sradicamento, discriminazione, deportazione. Attraverso un sofferto percorso di ricerca, specialmente dentro se stessa, la ricercatrice comprenderà che restituire il nome al proprietario del violino è affermare la sua esistenza: un atto di resistenza contro il sistema concentrazionario nazifascista, progettato per annientare, spersonalizzare, cancellare. Chi sono i “sommersi”, chi i “salvati”, allora come oggi? Chi i complici? Quali i giusti? Dove si colloca la protagonista stessa, nel suo mettersi in gioco – donna ed essere umano prima ancora che investigatrice – per svelare la verità intorno a questa vicenda? Il nodo centrale del lavoro teatrale non è tanto la Shoah, ma ciò che l’ha preceduto: la vita delle singole persone, con le loro gioie, miserie, speranze, scelte, legami.

bozza-locandina-canelli-27-1-22

 

FRAMMENTI DI MEMORIA: MOSTRA LEGGI RAZZIALI

Proseguono gli appuntamenti della rassegna “Frammenti di memoria”, organizzata dall’Istituto Storico della Resistenza “Piero Fornara” con la collaborazione della Città di Verbania, il Museo della Resistenza “Alfredo Di Dio” di Ornavasso (VB), la Biblioteca Civica “P. Ceretti” di Verbania, dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Verbania e della Società Filosofica Italiana sezione di Verbania, nell’ambito delle celebrazioni del “Giorno della Memoria”.

La mostra “17 novembre 1938: Lo stato italiano emana le leggi razziali” curata da Franco Debenedetti Teglio, un “Hidden Child”, un bambino nascosto sopravvissuto alla persecuzione ebraica all’indomani della promulgazione delle leggi razziali, dopo la tappa verbanese, sarà esposta dal 14 dicembre 2021 al 06 gennaio 2022 presso il Museo della Resistenza “Alfredo Di Dio” di Ornavasso (VB) – Via Alfredo Di Dio,131 – e visitabile dagli Istituti Scolastici su prenotazione il 17 dicembre 2021 contattando la direttrice del Museo, la dottoressa Margherita Zucchi al numero: 3405948277.  La mostra sarà illustrata alle scuole del Vco dalla Direttrice dell’Istituto Storico della Resistenza “P. Fornara”, la professoressa Elena Mastretta.

Gli orari di apertura della mostra sono il martedì, il giovedì e il sabato dalle ore 15.00 alle ore 18.00, oppure su prenotazione con la possibilità di richiedere la visita guidata chiamando il numero 3405948277 .

FRAMMENTI DI MEMORIA: RASSEGNA CINEMATOGRAFICA

Proseguono gli appuntamenti della rassegna “Frammenti di memoria”, organizzata dall’Istituto Storico della Resistenza “Piero Fornara” con la collaborazione della Città di Verbania, il Museo della Resistenza “Alfredo Di Dio” di Ornavasso (VB), la Biblioteca Civica “P. Ceretti” di Verbania, dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Verbania e della Società Filosofica Italiana sezione di Verbania, nell’ambito delle celebrazioni del “Giorno della Memoria”.

Le proiezioni saranno introdotte da Michele Rizzi, Presidente della Società Filosofica Italiana sezione di Verbania e da Federica Caniglia, Ricercatrice dell’Istituto Storico della Resistenza “P. Fornara”.

I prossimi appuntamenti:
26 gennaio 2022 ore 19:00   – Hotel Meina (2007), del regista Carlo Lizzani
9 febbraio 2022 ore 19:00 – Lo Stato contro Fritz Bauer (2015), del regista Lars Kraume
23 febbraio 2022 ore 19:00 – The Eichmann Show – Il processo del secolo, del regista Paul Andrew Williams
9 marzo 2022 ore 19:00 – Le Rose di Ravensbruck (2006), del regista Ambra Laurenzi

Il 27 gennaio 2022, in occasione della Giornata della Memoria, sarà trasmesso alle ore 11:00 e alle ore 21:00, sull’emittente televisiva VCO Azzurra TV su frequenze regionali, il Docufilm: 70072: la bambina che non sapeva odiare. La vera storia di Lidia Maksymowicz (2021) del regista Elso Merlo. Il Docufilm sarà anticipato da un’intervista esclusiva rilasciata dalla signora Lidia Maksymowicz agli studenti delle scuole del VCO.

Inoltre il percorso cinematografico, per i richiedenti, può valere come proposta di aggiornamento. L’istituto storico della Resistenza e della società contemporanea nel novarese e nel Verbano Cusio Ossola Piero Fornara è parte della Rete degli istituti associati all’Istituto Nazionale Ferruccio Parri (ex Insmli) riconosciuto agenzia di formazione accreditata presso il Miur. L’Istituto Nazionale Ferruccio Parri con la rete degli Istituti associati ha ottenuto il riconoscimento di agenzia formativa, con DM 25.05.2001, prot. n. 802 del 19.06.2001, rinnovato con decreto prot. 10962 del 08.06.2005, accreditamento portato a conformità della Direttiva 170/2016 con approvazione del 01.12.2016 della richiesta n. 872 ed è incluso nell’elenco degli Enti accreditati.

Per ulteriori informazioni è possibile scrivere una mail a: info@isrn.it oppure a verbania@bibliotechevco.it